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lunedì, febbraio 20, 2012

Revolution 2.0: Wael Ghonim e l'attivismo in Egitto al tempo della Rete

Micah Sifry ha partecipato a un incontro di presentazione di "Revolution 2.0", il libro di Wael Ghonim, uno degli attivisti egiziani che hanno animato il movimento attraverso la Rete.
[...] how a new generation that is growing up networked keeps spawning "free radicals"--people who teach themselves how to use technology to build community, share powerful messages and then ultimately weave movements for social change. Ghonim is just the most famous of a list of net-native activists who have figured out how this Internet thing can tip the scales their way.
Su TechPresident Micah ha raccontato l'incontro e recensito il libro, una lettura obbligata.

Nel giugno 2010 Ghonim aveva creato la pagina Facebook "We are all Khaled Said", dopo aver visto le foto di un giovane egiziano picchiato a morte dalla polizia. Una pagina che protestava contro la sua morte era stata creata, ma usava un linguaggio forte, offensivo, e la parola "nizaam" (regime), che un egiziano medio non avrebbe usato, sostiene.

Ghonim aveva quindi deciso di creare un luogo che aggregasse e promuovesse dialogo, mettendo poi in atto delle strategie mirate a far partecipare le persone in modo attivo.
Ecco come Micah riporta la sua spiegazione, partendo dal momento in cui Ghonim entra in contatto con l'amministratore dell'altra pagina:
"The issue lies in the difference between activists and regular nonpoliticized young men and women," he told the other page admin. "Activists speak in rebellious language that is hard for those who have not gone through similar experiences to understand. The result is a gap between activists and their audience." Speaking at Harvard, Ghonim tried to make this distinction clear, declaring that he believed that "Engagism is more important than activism." That is, that it was more important to engage mainstream audiences rather than withdraw from them.
La sintesi di Ghonim è in una frase: "'Engagism' is More Valuable Than Activism".
Un'idea che sicuramente fa discutere, ma su cui riflettere.
A maggior ragione per una storia, quella dell'Egitto, ancora in pieno svolgimento.


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