sabato, aprile 20, 2013

Facebook e la comunicazione politica: un libro (mio)

Da ieri è online (e in vendita) "Facebook e la comunicazione politica", il mio secondo libro.

Ho cercato di mettere insieme un'analisi degli strumenti, sfatare falsi miti e segnalare possibili problemi della comunicazione politica fatta su Facebook.
Quella che tutti fanno pensando che tanto "basta avere un account su Facebook" - e dimenticando che per un personaggio pubblico, e un politico a maggior ragione, le cose funzionano un po' diversamente.
Quella che in molti pensano stia cambiando le sorti della politica, e non è proprio così - quando lo fa, è per motivi molto diversi da quelli che ci si immagina.

Il libro è pubblicato da  in "Sushi", la nuova collana di ebook di Apogeo Editore, ed è disponibile su AmazoniBooks e sul sito della Feltrinelli.
Sul sito di Sushi c'è anche un forum su cui discutere dei temi legati al libro.
Se lo leggete, fatemi sapere cosa ne pensate.

[E, certo, leggetelo!]

PDF France: il 13 giugno a Parigi


Sono aperte le iscrizioni al Personal Democracy Forum France, che si svolgerà a Parigi il 13 giugno 2013.
Si tratta del terzo evento che Personal Democracy Media organizza in Francia, dopo quelli del dicembre 2011 e dicembre 2012.

Si parlerà di pubblica amministrazione e cittadini, di open data, di piattaforme collaborative e innovazione sociale.

L'evento è gratuito e si svolge all'interno del festival Future en Seine.
Si terrà principalmente in francese, ma con alcuni eventi in inglese (incluso quello di uno speaker italiano).

mercoledì, aprile 17, 2013

Quando la TV parla della Rete: Anonymous in The Good Wife

Per chi si occupa di Rete e tecnologia e dell'impatto che hanno sulla società (come facciamo a Techpresident), spesso la più grande difficoltà è far capire che i cambiamenti che stanno producendo in questi anni non riguardano solo "gli smanettoni", i nerd, i giovani o qualunque categoria che serve a indicare "altro da sé" - insomma, cose che non ci riguardano.
Al contrario, questi cambiamenti riguardano potenzialmente tutti, proprio perché non sono prodotti da mirabolanti invenzioni da scienziati, ma semplicemente da come le persone scelgono di usare strumenti piuttosto semplici e che fanno parte della nostra quotidianità.

Anonymous in The Good Wife (da Softpedia)

Da questo punto di vista (e al netto da ogni considerazione in ottica televisiva: sono una semplice spettatrice) mi fa quindi piacere vedere una serie come The Good Wife - che negli USA viene trasmessa da uno dei tre principali network televisivi - stia parlando di questi temi, restando sulla stretta attualità ma contestualizzando le discussioni rispetto agli argomenti di cui la serie, ambientata in tribunali e studi legali, si occupa.

Ne parla meglio la mia collega Miranda Neubauer, partendo dalla più recente puntata della serie, andata in onda domenica scorsa, e che si occupa anche di Anonymous e Aaron Swartz.
Ecco un brano su Swartz:
Main character Alicia Florrick, played by Julianna Margulies, finds out about the setback when she is about to meet with another client of the firm, Dylan Stack, an information rights lawyer.[...] 
As they discuss the ins and outs of their cases, their dialogue turns to Swartz: STACK: "Speaking of idealism ... do you know who Aaron Swartz is?" 
FLORRICK: "The computer activist, who died ..."
STACK: "The computer activist who committed suicide after an unrelenting campaign from federal prosecutors to imprison him."
FLORRICK: "Of course."
STACK: "In his memory, I'm attempting to organize a class action against prosecutorial overcharging."
Stack wants Lockhart Gardner to join the class action, but Alicia notes her partners are skeptical of getting involved in "causes for causes' sake."
Più avanti nella puntata Anonymous cerca di aiutare a modo proprio la protagonista, impegnata in un caso molto delicato:
Anonymous members begin to try more directly to help, and eventually emerge in the courtroom, wearing masks and yelling, "Justice for Rainey Selwyn." They then go public with a typical over-the-top Anonymous-style online accusation video linking that case with footage of protests and violence around the world. The video includes the incriminating footage from earlier, criticizes the judge for rejecting the evidence, and reveals the home addresses of the defendant and his friend. 
Anonymous in una puntata di The Good Wife (CBS Publicity)

L'intervento di Anonymous viene presentato in modo problematico, senza giudizi preventivi, con la difficoltà di "comprensione tecnica" (oltre che etica) proprio da parte della protagonista, che spesso la serie mostra in difficoltà rispetto alla tecnologia - con tanto di figlio che le fornisce le spiegazioni del caso.
Si potrà dire che certe cose vengano semplificate e velocizzate ma il punto, forse, è proprio quello: affrontare l'attualità "avvicinandola" a contesti quotidiani, senza l'analisi profonda e articolata di chi se ne occupa quotidianamente, ma con uno sguardo "laico" e che si interroga, forse per questo già più onesto di chi esprime giudizi roboanti in un senso o nell'altro, spesso più per posizioni prese che non in seguito ad analisi.

Ancora una volta: non si tratta *in alcun modo* di considerazioni "televisive".
The Good Wife è collocato in una posizione di punta dalla CBS (il network che lo trasmette), domenica alle 21. Viene visto tra i 9 e i 10 milioni di spettatori. Da una rapida ricerca mi pare che la puntata in questione abbia avuto i dati di ascolto più alti tra le puntate della quarta stagione.
Non stiamo parlando di tv generalista come la intendiamo noi, né è possibile fare paralleli con la tv italiana.

La mia impressione, però, è che alcune puntate di The Good Wife possano essere un altro (piccolo, parziale) passo per affrontare certi temi da una prospettiva differente ed "esterna". Magari anche per comprendere la vastità delle implicazioni che certi temi hanno e avranno per tutti. No, non solo per quell'indistinto - e inesistente - "popolo della Rete".



The Saudi Marathon Man

“If you want to know who we are, what America is, how we respond to evil—that’s it. Selflessly. Compassionately. Unafraid,” President Obama said. That was mostly true on Monday; a terrible day, when an eight-year-old boy was killed, his sister maimed, two others dead, and many more in critical condition. And yet, when there was so much to fear that we were so brave about, there was panic about a wounded man barely out of his teens who needed help. We get so close to all that Obama described. What’s missing? Is it humility?
The Saudi Marathon Man, The New Yorker