giovedì, settembre 29, 2005

La strana sensazione del guardarsi dall'esterno. E scoprirsi anormali.

"Italians generally show little interest in living in a "normal" country. "We never forget who we are, and we take pleasure in confounding those who observe us," the writer Beppe Severgnini noted in his recent best-selling book..."

Davvero curioso avere la possibilita' di guardare come un'altra nazione vede l'Italia e la sua popolazione (meglio, la stampa nazionale di un'altro paese, a volte la visione dell'Italia in generale e' piuttosto da cartolina).
Ma non si puo' capire la sottile sensazione di sconforto che vi puo' prendere in certi casi, finche' non andate a vivere in un paese straniero, aprite a caso uno dei principali quotidiani nazionali e leggete un articolo che comincia cosi' come ho riportato sopra, piu' o meno.
L'articolo pero' e' anche sull'edizione online del suddetto quotidiano.

Quindi...enjoy (diciamo cosi')!

(New York Times)

Solo una distrazione mentre attendo in linea...

Ok, la vita va piu' in fretta di me. E la sfiga pure (coming soon il racconto della suddetta).
E anche la casualita'.
Cosi', per curiosita', oggi ho scoperto che il comune di Milano ha riportato un articolo che avevo scritto circa un anno fa in occasione del Com.P.A.

Non e' che la cosa abbia rilevanza alcuna, ma (oltre a ricordare che c'e' il ComPA, pero' a novembre, e io per la prima volta non potro' esserci) devo distrarmi in qualche modo in attesa di ulteriori novita' circa una situazione abbastanza inspiegabile e alquanto spiacevole.

mercoledì, settembre 28, 2005

Esperimento. (traslochi)

Prendere un essere umano, farlo vivere per 19 anni in un posto qualunque. Nutrirlo, farlo crescere, fargli sviluppare delle idee e delle convinzioni. Dargli una famiglia, amici , un certo numero di sorprese, un certo numero di delusioni.

Poi prenderlo e spostarlo in un altro ambiente geografico e culturale, in un altro contesto sociale. Da solo. Un'altra attivita' da portare avanti. Fargli sviluppare altre idee e convinzioni, a rafforzare o cambiare quelle precedenti. Dargli altri amici, altre sorprese, altre delusioni.
Aspettare cinque anni, mescolando lentamente, fino a ottenere un composto unitario.
Il soggetto si crea un ruolo, un equilibrio. Atteggiamenti nuovi, giusti o sbagliati. Cambiamenti, veri o presunti.

Poi prendere il soggetto in analisi e fargli cambiare ancora (in ordine sparso) ambiente, continente, contesto, ritmo di vita. Da solo. Con altre persone. Togliergli tutte le responsabilita' che ha avuto fino a quel momento. Togliergli il ruolo che ha avuto, o creduto di avere, fino a quel momento.

Osservare quali dei comportamenti del soggetto in questione sono permanenti e quali risultano essere determinati dal precedente contesto di vita e quindi destinati a sparire, una volta posto il soggetto in nuovo ambiente.


{A volte mi chiedo se in un trasloco l'ansia maggiore sia nel lasciare la vecchia casa, nell'impacchettare tutto senza dimenticare niente o nel sistemare le cose vecchie in una casa nuova}

martedì, settembre 27, 2005

E allora rimarra' per sempre solo il commissario Cattani

L'unico motivo per cui vorrei essere in Italia ora e' andare a vedere questo film.
E decidere se c'e' speranza per le trasposizioni cinematografiche.
E decidere se c'e' speranza per Michele Placido regista.
Perche' se mi ha rovinato Romanzo criminale non ci provo piu' a vedere un suo film, giuro. E gli faccio una controcampagna spietata da qui all'eternita', ecco.

lunedì, settembre 26, 2005

It' s all about Bree...

La season premiere di Desperate Housewives riserva parecchie sorprese...naaa, non e' vero. Quasi tutto era stato gia' chiarito nel finale della prima stagione.
Anche se, a dire il vero, i nuovi vicini pongono gia' le basi per colpi di scena: gia' comparsi una pistola e un prigioniero in cantina...che si fara' sentire gia' nella prossima puntata, a giudicare dallo spot visto in tv...

Ma le scene piu' divertenti, sebbene nel contesto di un lutto sono dedicate a Bree e alla suocera, arrivata per il funerale del figlio, pronta a essere il piu' molesta possibile.
Bree, che poi e' il personaggio che piu' di tutti si dovra' reinventare nel corso di questa serie. Chissa' che l'imbarazzante suocera non si trattenga...intanto Bree ha vinto il primo round e l'ho quasi trovata simpatica, per quanto e' nevrotica. Forse perche' ogni tanto penso che una briciola di Bree e' un po' in tutte le mamme del mondo (che, per carita', sono tutte belle, come dice una canzone), inclusa (!!) la mia.

N.B. Lost: 31 milioni di spettatori. E dallo spot si vede Sawyer che aiuta Michael a salire su un relitto...mancano solo due giorni a mercoledi.

Il piu' famoso monumento di Boston

Non vi viene in mente? Infatti...non esiste.
Cioe' il paradosso e' questo: tutte le persone a cui ho chiesto, mi hanno consigliato di vedere Boston ma nessuno mi ha saputo indicare qualcosa di significativo da vedere. Ora, non dubito che in fin dei conti qualcosa ci sia pure, ma la bellezza di Boston e' appunto la citta', l'architettura, il fatto di poter camminare a piedi in una citta' che, insomma, si', e' una grande citta' (inclusa la mezz'ora d'ordinanza per trovare parcheggio).

Il punto e' che, come dire senza risultare offensivi, dal punto di vista di un europeo, questo paese non ha molta storia, e si deve arrangiare come puo'.
Ed e' il motivo per cui una delle principali piazze e' intitolata a John Singleton Copley, uno dei piu' apprezzati pittori dell'America coloniale (a quanto dicono, io confesso la mia ignoranza), ma, ecco, non esattamente Michelangelo.
Ed e' il motivo per cui nella stessa piazza si possono trovare una chiesa, l'enorme biblioteca pubblica e un grattacielo. No, forse il motivo vero e' che qui difettano "un tantino" di senso estetico...

A parte le stranezze che l'occhio non puo' non cogliere (miseria, mica per essere snob, ma uno vive ventiquattro anni in Italia, non e' che se ne puo' dimenticare in due settimane!) Boston e' una citta' deliziosa ed elegante e, immagino, piena di studenti, dato che c'e' una elevatissima concentrazione di college (noi siamo state ospitate da amiche al Wellesley College), un posto dove e' piacevole camminare di sabato mattina, anche se il traffico e' quello che e'.

Quanto al viaggio, il mio primo viaggio on the road, e' stato fantastico e parte integrante di questo weekend! Sara e Alex sono state grandi compagne di viaggio...e come nei piu' classici film abbiamo sbagliato uscite, capito male le indicazioni (ma ce la siamo cavata senza grossi problemi) e abbiamo cantato di tutto e di piu' (i gusti musicali di Sara e del suo iPod sono parecchio variegati!), da Janis Joplin ai telefilm anni '80.

Quanto alla frase clou del weekend, concordo con Sara, il premio va ad Alex mentre assapora il brunch:

"This is like an orchestra in my mouth! Crescendo! Yo Yo Ma!"


N.B. a questo punto magari qualcuno vorra' sapere dove abbiamo fatto il brunch (e ho bevuto un espresso senza riportare traumi): INQ bistro, Newbury st.
E vi consiglio anche il Brown sugar, ristorante Thai dal nome inspiegabile dove abbiamo cenato venerdi' sera.

giovedì, settembre 22, 2005

Weekender

Primo weekend in giro per la East Coast.
(nella fattispecie) Off to Boston, come si suol dire.
Un saluto a tutti quelli che saranno a Torino per i Webdays e un grosso in bocca al lupo ad Axell...aspetto resoconti!!

E dato che sono proprio buona non vi lascio all'asciutto di parole - mai sia! - e vi rimando a due post sulla vita da campus americano, dalla viva voce (?!) di chi le ha sperimentate:
Buon weekend a tutti!

Man of science, man of faith

Siore e siori, eccoci qui alla season premiere di Lost, direttamente dal divano di casa mia!
Ma non faro' dichiarazione alcuna senza il nulla osta di Suz, il fan di riferimento.

Vi posso dire che tutto comincia con un uomo che si alza, mette su un disco, prepara la colazione e la in...ok, ok, non dico niente. A parte il fatto che prima ancora dei titoli di testa ero gia' li' che dicevo "stop, stp, riavvolgete, gia' non ci capisco piu' nulla"!!
Insomma, nella migliore tradizione delle puntate di Lost, ho avuto una risposta e ho trovato una dozzina di altre domande!

Certo, il momento di maggiore tensione e' stato quando ho sentito bussare alla porta sono andata ad aprire e ho trovato la porta GIA' aperta, fuori il buio e una macchina sconosciuta parcheggiata nel vialetto di casa. All'improvviso due ragazzi sono emersi dall'oscurita' e io mi sono presa un discreto spavento. Poi, fortunatamente, li ho riconosciuti e mi hanno spiegato che erano venuti a portare degli scatoloni per Diane da parte dell'universita'. Diane che, tra parentesi, aveva portato il cane a fare una passeggiata e si era dimenticata la porta aperta (!!).
(cose che non dovrebbero succedere mentre si guarda Lost!!!)

Season premiere all'altezza delle aspettative...e io sto gia' aspettando mercoledi' e nel frattempo cerco di spiegare cosa sia Lost a chiunque mi capiti a tiro!

martedì, settembre 20, 2005

Impressioni di settembre

Cose a cui mi sono abituata:
- svegliarmi, affacciarmi alla finestra e vedere gli scuolabus che passano - gli scuolabus uguali a quelli dei Simpson, dico!
- vedere scoiattoli che mi passano davanti in ogni momento della giornata
- andare a barbecue e feste, parlare con gruppi di persone e rendermi conto che la conversazione va avanti in piu' lingue (da due a cinque) - ed e' una cosa che in realta' non dovrebbe essere affatto scontata, ma dopo due minuti non te ne accorgi quasi piu'!

Cose a cui mi sto abituando:
- questa forma tutta americana di affabilita' per cui chiunque ti saluta: chi ti ha visto una volta sola, il bidello del dipartimento di italiano, la ragazza in bici che non hai mai visto in vita tua e che forse non rivedrai piu'. A quanto ricordo, e so di non essere l'unica a cui e' successo, ci sono persone con cui ho passato interi pomeriggi (tipo nell'attesa di un esame) che dopo una settimana gia' non si ricordano piu' di te - o fanno finta, chissa' perche'!

Cose a cui non riesco ad abituarmi:
- dovermi infilare sotto la doccia appena sveglia ogni mattina...e anche in fretta, dato che non faccio colazione in casa, ma nel campus (che dista due minuti di camminata, vabbe'...pero'...)
- le uova a colazione: se non e' almeno mezzogiorno non riesco a mangiarle. In compenso sto diventando pancake-addicted
- vedere a mensa gente che mangia in pigiama (!) ma soprattutto con i capelli completamente bagnati. Ora, a mensa ci sono circa cinque gradi meno della temperatura esterna (e dico gradi Celsius, non Fahrenheit!). Se questa cosa la facessi io mi prenderebbe una broncopolmonite mutipla, come minimo.

Coming soon:
- fanno le timide, ma io le tengo d'occhio e le aspetto al varco...Le foglie stanno cominciando a diventare gialle e rosse. E la macchina fotografica scalpita...

domenica, settembre 18, 2005

Dream a little dream of me

Doveva succedere, era nell'aria.
Insomma venendo qui sapevo che era praticamente inevitabile, una mera questione di tempo.
Ed e' puntualmente successo.

Stanotte ho sognato un piatto di pasta.

sabato, settembre 17, 2005

Comunicazione di servizio

Dovrei aver mandato a tutti il mio indirizzo e il mio numero di telefono di qui. Se ho dimenticato qualcuno, cosa possibile dato che oggi Yahoo faceva un po' i capricci, fatemelo sapere.

Ah, per quanto riguarda l'instant messaging non ho un mio computer quindi non posso avere Google Talk e ICQ ecc.
Dato che MSN messenger e' l'unico gia' presente su tutti i computer del college, ed e' quindi l'unico a cui posso accedere senza problemi, usero' quello finche' sono qui. L'indirizzo lo conoscete.

Buon weekend!

venerdì, settembre 16, 2005

Discorso alla nazione

Tra le gioie (antropologicamente parlando) che si possono avere tornando a casa ci puo' essere anche quella di accendere la tv e trovare George W. che si e' finalmente deciso a fare un discorso alla nazione sugli sviluppi di Katrina e sulla situazione dei soccorsi.

Diciamo che i ghostwriter abbondano in retorica come non mai, ma probabilmente e' un'attitudine, se non di questo paese, almeno del governo di questo paese.
Dato che non sono un granche' come commentatrice vi passo il liveblogging di Pandagon e una preoccupante segnalazione, grazie a Josh Marshall.
Cosi', tanto per dire qualcosa, eh...(altrimenti dovrei dirvi cose stupide, tipo che la testa di Dubya e' davvero enorme e ha davvero un'espressione stupida - e non e' satira, e' una pura e semplice osservazione).

Diane e' ovviamente molto piu' capace di me e quando, dopo una certa reticenza, si e' seduta sul divano ha tirato fuori l'unica logica domanda da fare: "Da mezz'ora sta parlando di quello che faranno per soccorrere le persone. Da dove dovrebbe venire tutto questo denaro?".
Personalmente se fossi una delle persone che vivevano a New Orleans mi sentirei un po' incazzata e presa in giro da uno che mi dice che sono fortunata ad aver perso solo la casa e la macchina e non le persone care. Insomma, sono cose da dire a chi e' sopravvissuto a un uragano?! Con la Casa Bianca sullo sfondo?

Coda: Dato che non avevo la forza fisica e mentale per ascoltare i commenti al discorso presidenziale, sono passata allo zapping selvaggio e, dopo un'ottima puntata di CSI (ok, un rerun, ma giovedi' c'e' la season premiere), ho potuto godere dell'ultima puntata di E.R. (anche qui season premiere il prossimo giovedi) e salutare, con un po' di commozione, l'uomo con cui ho una soddisfacente relazione da circa sei anni: il dottor Carter se ne va. I'll miss you.

giovedì, settembre 15, 2005

The gangsta crew is in da (White?) house

Una delle cose incredibili della casa di Diane e' che ogni tanto sbucano fuori libri di cui non sospettavi nemmeno l'esistenza. Un'altra della cose incredibili e' che puoi trovare cose come le raccolte di fumetti dei Boondocks.
Ovviamente da qualche giorno la raccolta staziona sul mio letto (a due piazze!) ed e' la mia lettura della buonanotte, anche perche' di solito sono troppo stanca per fare altro. E cosi' un po' di Boondocks anche per voi, miei cari!


Huey: Let's start a gangsta rap crew called "The joint chiefs". I'll be Donald 'Rumble' Rumsfeld and you'll be Dick 'Chainsaw' Cheney from Halliburton Projects. Our first CD will be called "Stormin' like Norman" and our first single will be "Bombs on you moms", produced by the Neptunes.

Silenzio

Huey: No one will get the joke
Caesar: Nope

Tutte le volte che li leggo mi chiedo se in Italia abbiamo anche noi un fumetto satirico ai limiti del perfido. In realta' mi do sempre una risposta negativa quasi subito e passo a chiedermi il perche'. E quello non l'ho ancora trovato.

(The Boondocks)

Esercizio del giorno: trova la discrepanza semantica

Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad al premier turco Erdogan, al vertice Onu di New York: «Disponibili a trasferire le nostre conoscenze atomiche agli Stati musulmani a scopo pacifico».

(Corriere.it)

mercoledì, settembre 14, 2005

Landlady

Mi rendo conto che ho dimenticato una cosa davvero fondamentale, cioe' parlare della mia landlady.
Si chiama Diane ed e' indescrivibile a dire il vero, comunque ci provo.
Diane e' chair (cioe' tipo direttrice) del dipartimento di sociologia e di women studies (che fa molto liberal arts e in Italia non ha corrispettivo, ovviamente). Una delle persone piu' gentili e disponibili che abbia mai conosciuto, nonche' una delle piu' incasinate. Per il lavoro, certo, dato che dirige due dipartimenti e insegna in tre. E poi anche per tutto il resto!! Arriva in ritardo, si dimentica le cose e immagino che lavorare con lei sia una vera fatica, con queste premesse. Fortunatamente non e' il mio caso, e per il resto devo dire che e' davvero adorabile.
Diane e' disordinata, ma con un certo metodo. Io, per dire, posso lasciare in disordine la mia stanza come il soggiorno o il bagno. Insomma, uno non ha grossi criteri nel disordine, appunto.
La casa invece e' molto ordinata, i libri sono al loro posto, i giornali uno sull'altro su un mobile, il tavolo e' sgombro.
La sua stanza e' un campo di battaglia, invece. Piu' che stanza dovrei dire mini appartamento, dato che ha il suo bagno e il suo studio subito dopo la stanza da letto. E li' la responsabilita' va condivisa con Simone.
Simone e' una cagnolona enorme e affettuosissima alta quasi come un pony e di razza indefinita, un incrocio tra un labrador e ...un barboncino, credo (a giudicare dal pelo)! Gioca sempre e comunque con qualunque cosa e quindi bisogna stare attentissimi quando entra nella stanza. Facile immaginare quello che succede nella stanza dove Simone passa la maggior parte del suo tempo e dorme. La stanza di Diane, appunto.
(n.b. Ora Diane ha i capelli piu' lunghi e sembra decisamente piu' giovane)

lunedì, settembre 12, 2005

Perche' non e' vero che sono qui senza far niente...

Oggi ho conosciuto il mio mentor, Tom Ellman. in pratica un referente che mi spiega tutte le risorse a mia disposizione, mi fa vedere dove sono e come usarle e mi indica le persone che possono dirmi cose significative sulla mia tesi. Tra l'altro, per oscuri motivi, mi hanno assegnato un mentor del dipartimento di Computer Science invece che di Media Studies.
Tom (non e' confidenza eccessiva, qui tutti vogliono che li chiami per nome e anche i professori italiani quasi inorridiscono a sentirsi dare del lei) comunque ha svolto egregiamente il suo lavoro e ora ho un sacco di persone da contattare. Almeno Giovanni la smettera' di dire che sono pagata per non fare nulla!!

E dopo molte peripezie ho finalmente la mia mail di Vassar!!
Nonostante tutta l'efficienza del posto la richiesta che avevo presentato era sparita nel nulla (molto italiana, come cosa)!!
Il ragazzo che se ne occupava (e che venerdi' non c'era) era cosi' mortificato che, non potendo fare altro, mi ha detto che potevo tenere la penna. Qui hanno una gentilezza quasi commovente: oggi a colazione ero seduta a un tavolo enorme e c'era un altro ragazzo (un perfetto sconosciuto, s'intende) che si e' scusato per non poter fare conversazione con me perche' doveva andare a lezione.

BTW (ma come faccio a divagare cosi'?!) all'ufficio competente si sono prontamente riscattati: ho ricompilato il modulo e venti minuti dopo ho trovato una mail con tutte le informazioni. necessarie!

Ora vado all'ufficio Study abroad...tra l'altro qui non riescono ancora a mettersi d'accordo sul dipartimento a cui appartengo: quelli di Italiano dicono di no, che' loro fanno solo da tramite, quelli di Computer Science no, perche' ovviamente il mio lavoro non ha a che fare con loro, quelli di Media Studies nemmeno li ho visti...insomma sono una specie di apolide della situazione!

Vedremo!!

Party zone

Il college americano non e' tale (tv e cinema docet) senza le tipiche feste da college americano!
E cosi', fedeli allo stereotipo, si va al primo party del semestre!

L'occasione e' il compleanno di Simon, il ragazzo di Laura (Laura e' una delle ragazze americane che hanno passato lo scorso semstre a Bologna e che quindi gia' conoscevo). Dico occasione perche' nessuno porta un regalo, ma al massimo della birra. Insomma, non e' una feszta di compleanno ma una festa e basta.
anche il concetto di quantita' e' variabile: eravamo circa in quaranta quando Laura ha commentato che eravamo pochini. In effetti quando, tornando a casa, ci siamo fermati a un'altra festa (insomma, e' chiaro, non e' che ci vuole proprio l'invito) abbiamo notato che le persone erano almeno il doppio.

Tanta gente, birra a fiumi, musica, chi parla, chi gioca, ma, soprattutto, c'e' lui: il magico serbatoio della birra. In pratica una grossa tinozza riempita di ghiaccio e all'interno una specie di serbatoio con tanto di aggeggio per spillare la birra (lorsignori scuseranno ma non conosco i termini tecnici!). Fa molto telefilm americano? Appunto.

Va detto che la birra e' molto leggera (sabato sera Bud light), il che spiega perche' ne bevano cosi' tanta: ci vogliono almeno due bicchieri per sentire un effetto che si avvicina vagamente a una o,2. E poi qui, diciamolo, si puo' anche avanzare una questione culturale e di appartenenza: Matthew Vassar, il fondatore del college, era un birraio.

Come dire...bere birra, a lungo termine, puo' avere effetti collaterali...sulla cultura!!

domenica, settembre 11, 2005

AS: il mio contributo alla medicina moderna

AS= Abbiocco Stronzo

Dicesi di colpo di sonno improvviso, solitamente dovuto a jetlag dalle quattro ore in su. L'AS si presenta dalle due alle infinite volte al giorno.
Puo' portare a prendere sonno in un luogo qualunque. In simili circostanze si consiglia di evitare attivita' quali attraversare la strada, cucinare, sporgersi da una finestra e qualsiasi attivita' che possa arrecare danno a chi e' stato colpito da AS o a chi lo circonda.
Di solito sparisce nel giro di alcuni giorni (mi hanno detto!). Periodi variabili dai tre ai dieci giorni (aiuto!)


Frequentemente si riscontra un analogo processo legato ai ritmi alimentari, processo che porta in genere a cose tipo fare merenda con cappuccino e torta a mezzogiorno. Si consiglia di mangiare negli orari giusti (per il fuso orario in cui ci si trova!!) anche se non si ha molta fame e altresi' di portare con se' del cibo onde evitare di trovarsi in preda alla fame in momenti impensati. Anche questo effetto collaterale del jetlag dovrebbe sparire (mi hanno detto!) nel giro di pochi giorni.

...e spero di non dover scrivere altro sull'argomento!!!

sabato, settembre 10, 2005

La parola jetlag esiste

(citazione cinematografica)

I miei orari sono ancora del tutto sfasati, il mio ritmo alimentare pure. Sono in una poco aurea via di mezzo tra il fuso italiano e quello della East coast dove mi trovo (quindi come se fossi in mezzo all'oceano, per dire). Il che comporta, ad esempio, che mi svegli alle quattro e mezza del mattino e mangi cappuccino e un pezzo di torta a mezzogiorno. Non esattamente quello a cui uno pensa se si parla di vita, non dico sana, ma decente o quantomeno con un barlume di senso.

Ieri sono stata in giro con il professor Giusti del dipartimento di Italiano, lingua gettonatissima dagli studenti di Vassar, a quanto pare. Ora ho la mia ID card, cioe' la mia tessera (la foto e' prevedibilmente orrida) che mi permette di prendere da mangiare (tutto pagato da questa stimata istituzione), di accedere a biblioteca, palestra ecc. Ho anche la mia cassetta della posta e il mio indirizzo di posta elettronica. Manco a dirlo i computer sono ovunque e ci sono molte postazioni wireless. E, continuo a sottolinearlo, quasi tutti Mac!! Il che vuol dire che nella vita e' un bene essere possibilisti: cioe', nel mio caso, pensare che esiste la possibilita che in questi mesi io impari ad avere una dimestichezza accettabile con questa roba.

Per ora sono in una fase intermedia da ogni punto di vista per via del jetlag. Giovanni, il Language Fellow (una specie di lettore) di italiano che ho conosciuto ieri, dice che ci ha messo dieci giorni per smaltirlo. Bene!!
Tutto sommato me la cavo, considerando che comunico senza problemi. Devo abituarmi agli accenti e alla velocita' (devo farmi ripetere le cose, ma nessuno sembra considerarlo un problema)e devo uscire dalla fase intermedia linguistica: per intenderci, quella che mi fa dire cose che non sono ne' italiane ne' inglesi e mi fa sentire un po' svanita!
Fortunatamente ieri ho conosciuto solo Language fellow delle altre lingue studiate a Vassar: Eva, francese, una delle poche "PC girl" qui (e infatti e' europea) e Katia, russa, che adora l'italiano e trova fantastico il suono del mio nome (certo, insieme al suono di molte altre parole italiane, tipo "tagliatelle", ma fa niente).
Giovanni, studente a Siena, mi ha fatto da cicerone e mi ha spiegato un po' di cose. Ah, anche lui studia Comunicazione (fa una tesi sulla radio digitale) e - sorpresa sorpresa! - anche lui ha un blog.

Questo posto mi ci voleva: scoiattoli nel parco, una stanza bianca tutta mia, concert jazz tutti i venerdi'...ah, e qui nessuno mi guarda come se fossi un alieno quando dico che faccio una tesi sui blog. Son soddisfazioni, sappiatelo.

Quando arrivi scrivi!

Spiegazione del blog:
sono dall'altro lato dell'oceano e non posso scrivere milioni di mail a tutti. Quindi magari e' carino che tutti possano vedere quello che faccio. E poi, diamine, un blog e' il minimo, dato che ci faccio la tesi ed e' grazie a questo che sono finita qui!! Vi tocca, insomma!

Spiegazione del nome del blog:
1. storie di Vassar. Che poi sarebbe questo college dove passero' i prossimi mesi.
2. ...e anche (ma forse soprattutto): vai a Vassar a studiare? storie! Della serie "E chi ti crede?"

Avvertenze al blog:
molti di voi sapranno come usarlo, molti di voi possono imparare, non ci vuole niente. Se avete problemi scrivete pure. E lasciate commenti, please!!