giovedì, gennaio 24, 2013

Storie da PDF Poland: Emin Milli e le rivolte in Azerbaijan

Fino a pochi giorni fa non sapevo chi fosse Emin Milli, scrittore e dissidente azero (qui la pagina Wikipedia). Ho letto di lui e della sua storia perché sarà uno degli speaker di PDF Poland.



Ieri Emin ha iniziato a raccontare di disordini alla residenza del governatore di Ismayilli, nel nord dell'Azerbaijan. Questo è il penultimo messaggio che ha scritto ieri.
Proprio mentre scrivo questo post, Emin ha ripreso a scrivere.



Molte novità sul fronte orientale: PDF Poland-CEE


Da queste parti lavora su vari fronti e uno di questo è quello orientale: il primo weekend di febbraio, infatti, Personal Democracy Media organizza PDF Poland-CEE, la prima conferenza dedicata a Centro ed Est Europa (in collaborazione con la Fundacja ePaństwo): l'appuntamento è a Varsavia per l'1-2 febbraio per due giorni dedicati, rispettivamente, a conferenza e unconference.

Gli speaker sono molti, provenienti da vari Paesi dell'Europa dell'est e dei Balcani.
Tanti saranno gli approfondimenti, in particolare su trasparenza e lotta alla corruzione, temi su cui c'è enorme attività e fermento in quella parte d'Europa, così come da noi: sarà interessante vedere come si sta lavorando e in che direzione va il rapporto tra istituzioni e cittadini (sarà presente anche il ministro della Giustizia.

Che altro? L'ingresso è gratuito e ci si registra qui.
Ci vediamo a Varsavia.

P.S. Per le "cose digitali": #PDFpoland

martedì, gennaio 22, 2013

"Imperativi morali"

Of course we would all like to "believe" in something, like to assuage our private guilts in public causes, like to lose our tiresome selves; like, perhaps, to transform the white flag of defeat at home into the brave white banner of battle away from home. And of course it is all right to do that; that is how, immemorially, thing have gotten done. But I think it is all right only so long as we do not delude ourselves about what we are doing, and why. 
It is all right only so long as we remember that all the ad hoc committees, all the picket lines, all the brave signatures in The New York Times, all the tools of agitprop straight across the spectrum, do not confer upon anyone any ipso facto virtue. It is all right only so long as we recognize that the end may or may not be expedient, may or may not be a good idea, but in any case has nothing to do with "morality." 
Because when we start deceiving ourselves into thinking not that we want something or need something, not that it is a pragmatic necessity for us to have it, but that it is a moral imperative that we have it, then is when we join the fashionable madmen, and then is when the thin whine of hysteria is heard in the land, and then is when we are in bad trouble. And I suspect we are already there.

Joan Didion, On Morality, 1965


lunedì, gennaio 21, 2013

"Reality check" per il Partito Pirata in Germania

Foto: Skolem (CC BY-SA 2.0)
Le elezioni nello stato tedesco Niedersachsen - Bassa Sassonia in italiano (ma lo stato è nel nord della Germania) - hanno portato non solo una sconfitta del premier Merkel, ma anche del Partito Pirata (edit: 1,9% secondo i risultati più aggiornati), che proprio in Germania ha ottenuto i migliori risultati nel corso degli ultimi due anni, dal 9% nel Parlamento berlinese in poi.

Nell'ultimo anno si è parlato molto del loro approccio ai temi del digitale, del loro salto di qualità quando hanno deciso di creare un programma che coprisse tutti i temi, del loro lavoro da parlamentari a confronto con la politica tradizionale. Oggi lo Spiegel definisce questo risultato elettorale "reality check" : a quanto pare, i Pirati non si aspettavano un simile risultato

Cosa è successo ai pirati tedeschi?
Ecco l'analisi di Jon Worth su Techpresident:
Views about the Pirates' predicament vary. Markus Beckedahl, a prominent net politics activist who writes about civil liberties and online privacy on his widely read Netzpolitik blog, believes that part of the problem lies with the poor quality of the members of parliament the Pirates have brought in and the limited impact they have had since their election. A second problem is that the party airs all its dirty laundry in public, something that traditional parties keep away from the prying eyes of the press.
Ma con le elezioni nazionali a fine 2013 qual è la strada da percorrere per i Pirati per sperare di raggiungere il 5% ed entrare nel Parlamento nazionale?
Ancora dallo Spiegel:
National party boss Bernd Schlömer [...] would like to see the party abandon its "issues instead of faces" motto, which focuses on platforms rather than politicians and instead put the party's best and brightest in the spotlight. The question is whether the party base -- and voters -- will remain patient enough to go along with him.
Insomma, imparare dai propri errori e cercare di capire cosa prendere della politica professionale. Perché, archiviato il fattore novità, i Pirati ormai giocano nel campo "dei grandi".
Gli scontenti sono ancora molti, ma l'essere dilettanti della politica ha smesso di essere un valore.
Un'utile indicazione anche per il Movimento 5 Stelle?


mercoledì, gennaio 16, 2013

Legal Leaks: il primo manuale per l'accesso all'informazione



La missione è stata bieca, con sprazzi di estremo pericolo... scherzi a parte, ci sono voluti tempo, impegno e il lavoro di persone con diverse competenze, ma finalmente Diritto Di Sapere ha realizzato l'edizione italiana di Legal Leaks, il primo manuale sull’accesso all’informazione dedicato a cittadini e giornalisti.
L’edizione italiana è scaricabile qui.

Si tratta di una parziale traduzione (con consistente adattamento all'Italia) di un manuale sull'accesso già realizzato da Access Info, Ong che da anni lavora su questo tema.
Abbiamo cercato di scrivere e tradurre in modo da avere un testo  scritto in maniera semplice e che rispondesse alle domande più immediate.  Ci sono anche riferimenti alla legislazione e strumenti di approfondimento, grazie al lavoro di Ernesto Belisario e Luca Bolognini per la parte legale.
Un grosso ringraziamento va anche a Lorenzo Rabaioli sul fronte tecnico.

Ecco i prossimi passi di Diritto Di Sapere: in questi giorni ci saranno workshop a Milano e Roma per ONG, giornalisti e altri professionisti dell'informazione, poi uno studio sui risultati del monitoraggio.
E presto lo racconteremo.


martedì, gennaio 15, 2013

"Global Readings" su Techpresident

 Dalla settimana scorsa la sezione WeGov di Techpresident si è arricchita di una raccolta di consigli di lettura sui temi di cui ci occupiamo quotidianamente, curata da me, Lisa Goldman e Julia Wetherell.

Il tema della scorsa settimana è stato Repression: dalla Cina che cerca di eliminare l'anonimato degli utenti al governo dello Zambia che minaccia giornalisti d'inchiesta un'accusa di alto tradimento (in Zambia si rischia la pena di morte), questo tema ha sempre troppi esempi di cui si dovrebbe parlare. Il prossimo appuntamento è domani - le segnalazioni sono gradite!

venerdì, gennaio 11, 2013

Appunti da Future perfect /1: Kickstarter e i peer networks

Sto leggendo Future Perfect di Steven B. Johnson in maniera un po' strana, rimettendo insieme pezzi e idee che avevo sparso su foglietti e file word.
Li metto qui, forse altrettanto disordinatamente.

Le statistiche di Kickstarter nel 2012
Su Kickstarter:
At last count, 48 percent of Kickstarter projects do not reach their funding goal, and thus raise zero dollars. This is, as they say, a feature, not a bug.   
All of which sounds like market mechanism in precisely the mode that Hayek described: the consumers collectively weeding out the bad ideas through the magic of paying for things.

 Certi meccanismi però non funzionano altrettanto bene in altri contesti:

To date, the most prominent examples of network architectures influencing real world change have been the decentralized protest movements that have emerged in the past few years: MoveOn, Arab Spring, the Spanish Revolution, Occupy Wall Street. These movements have been fascinating to watch and [...] they have succeeded brilliantly at expressing a popular dissatisfaction with the status quo, building awareness for a particular injustice, and on occasioni raising money. But they have all proved to be somewhat disappointing at actually proposing new solutions and making those solutions reality. [...]
Could it be that peer networks won't perform as well outside the grounds of Web 2.0 technology?