sabato, dicembre 22, 2007

Natale, eh.

In questi tempi di poca voglia di parlare e scrivere, nel primo dicembre in cui mi son ritrovata inaspettatamente priva di spirito natalizio, alla fine di questo autunno difficile per me e non solo per me, noto con un certo sollievo che certi pezzi stanno andando a posto per conto loro, che agitarsi è spesso inutile e che la barca...vabbè, lasciamola andare, tanto il mare è piuttosto tranquillo.


(O Holy night, Studio 60 on the Sunset Strip - perchè sono una persona priva di fantasia)

Tra quattro ore prendo il treno per casa dove, grazie all'ineffabile Telecom, so già che sarò senza uno straccio di connessione almeno per una settimana. A dirla tutta, non sono nemmeno sicura che sia proprio un male.
Insomma, io e la Rete ci prendiamo una pausa natalizia. Il poco tecnologico telefono invece resta con me, e rispondo anche alle telefonate (non ho più nemmeno la voce da trans dovuta a tosse e mal di gola, il che è positivo, direi).

Per bilanci di quest'anno grandioso o ameni racconti di questa nuova vita romana ci si rivede a fine mese o nell'anno nuovo, tanto mica c'è fretta.
Intanto vi lascio con un po' di regalini sparsi:

Per tutti un mare di auguri, privi di fantasia o di parole toccanti, ma sentiti.
Auguri di Natale, se ci credete o almeno vi piace il periodo. E se siete un po' Grinch, beh, almeno provate a trarne fuori il meglio, a fermarvi un poco, a godervi il momento. Insomma, non rompete! ;-)

Ora vado a perdere tempo a caso, in modo da finire la valigia all'ultimo minuto e arrivare in stazione trafelata. Certe cose non cambiano, si sappia.

Buon Natale a tutti!

martedì, dicembre 18, 2007

Coney Island State of Mind (e le foto delle finte miniature)


Coney Island of the Mind, originally uploaded by Manzari.

Guardando le foto di uno dei miei contatti su Flickr sono arrivata a questa immagine di Coney Island e dopo aver pensato che era una miniatura fatta benissimo (chi ha visto la settima serie di CSI ha pensato come me: "Miniature killer, miniature killer"?) mi è venuta la curiosità di conoscere il significato della parola tilt-shift, che avevo trovato nella stessa pagina.

E così ho scoperto che Tilt-Shift miniature faking è un'espressione che indica una particolare tecnica fotografica che fa in modo che una foto di un paesaggio reale sembri ritrarre una miniatura:

"By distorting the focus of the photo, the artist simulates the shallow depth of field normally encountered with macro lenses making the scene seem much smaller than it actually is. Many miniature faked photographs are taken from a high angle to further simulate the effect of looking down on a miniature. Objects oriented horizontally [...] make better subjects for tilt-shift miniature faking than vertically oriented objects."

Insomma, queste foto, di cui segnalo un gruppo su Flickr (io adoro questa degli Champs-Elysées), a quanto pare...sono proprio vere!!

venerdì, dicembre 14, 2007

In tempi di grossa grisi

In tempi di grossa grisi (cit.) sapere quel che è necessario non serve, prendere le decisioni giuste non basta e dà tanta consolazione che uno pensa che quasi quasi tanto valeva prenderle sbagliate.

In tempi di grossa grisi servirebbe che i polmoni fossero un po' più grandi del solito per prendere aria, tirare il fiato.

Servirebbe sentirsi dire delle cose piuttosto semplici, quasi banali, prendersi il tempo per guardare attraverso quel vetro che separa la giusta decisione dalla corrispondente azione, guardare il cielo e vedere che a un certo punto diventa limpido, qualunque sia la latitudine.

I tempi di grossa grisi finiscono, a un certo punto, che sembra sempre troppo lontano.
E però finiscono.

martedì, dicembre 11, 2007

Labyrinth Books, la libreria sotto casa.

Una delle cose che più mi piacevano del posto in cui ho vissuto questa estate era avere finalmente una libreria a due porte da casa mia, che per una dipendente dalla carta stampata è come avere il paradiso sotto casa. O lo spacciatore, fate voi.

La Labyrinth Books era aperta fino alle dieci di sera nei giorni feriali e fino alle otto in quelli festivi e aveva libri di ogni genere, inclusi quelli usati (tenuti benissimo e a prezzi ridicoli!), riviste varie più quelle della Columbia University, che era proprio lì accanto.

Quando ho fatto la tessera (non scrivo di quanto è stata la prima spesa solo perchè il blog lo leggono pure i miei genitori e loro erano i finanziatori più o meno consapevoli ;-)) mi sono iscritta alla loro newsletter. Oltre agli annunci di sconti, eventi e varie iniziative, ho particolarmente apprezzato la mail in cui hanno spiegato alcuni cambiamenti avvenuti:

To all members of our community,

Having negotiated our independence and dissolved the partnership that founded Labyrinth Books on 112th St, we have changed our name to Book Culture. The outward indications of this change will appear one by one in an effort to make a gradual transition. I and all the staff here are extremely proud and happy to be 100% local and 100% independent.

Our commitment to being a great academic bookstore is still paramount to our mission. We’re going to try even harder to be the most interesting, complete and valuable bookstore possible, while trying to be more of a neighborhood store as well, carrying more magazines, mass market titles, and travel guides; generally becoming a more attractive and comfortable place to browse and visit.

If you haven’t been by in a while, do come in for a visit. And please feel free to spread the word about our newfound identity and independence.



Nella mail seguiva poi tutta la storia della libreria e dei proprietari e le motivazioni e le circostanze dei vari cambiamenti. Anche se ho vissuto in quel quartiere solo per pochi mesi conoscere la storia di un posto tra i miei preferiti è qualcosa che mi ci ha fatto legare un po' di più ed è uno dei motivi per cui continuo a leggere la newsletter da cima a fondo anche se non è più la libreria sotto casa.

Nel mio piccolo (mio e di Sex and the City)

Ecco, non è niente di importante però il trailer del film di Sex and the city io l'avevo messo qui venerdi, prendendolo da YouTube, da un account che mi sembra ragionevolmente "ufficiale" e legato al film - non ne sono sicura e non è importante.
Repubblica lo mette online oggi e insomma, non è che ci sia tutta 'sta qualità di visione, eh.

Ora, per carità, l'oggetto non è fondamentale (anche se sulle homepage dei quotidiani nazionali ne vedo parecchie di cose molto meno che fondamentali), però, per dire, avrebbe anche un seguito anche qui, dato che ormai la serie tv è diventata un cult.

Insomma, la riflessione è "laterale"...e mi serve da scusa per dire che mi sa che tocca organizzare la gita a New York a fine maggio! ;-)

venerdì, dicembre 07, 2007

SATC - the movie trailer (ebbene sì)

Dedicato alle coinquiline e, naturalmente a Gloria:



...che poi, dico io, un viaggio "New York - un anno dopo" possiamo anche farlo, vero, Glo? ;-)

Il nuovo Apple Store


down the stairs, originally uploaded by gothamistllc.

Sì, li prendo sempre in giro, certi appassionati di Apple.
E allora oggi una manciata di foto del nuovo Apple Store che apre tra poche ore a NYC, nel Meatpacking district.

(via the Gothamist)

p.s. sì, poi però piantatela di definirvi "melomani", eh... :D

sabato, dicembre 01, 2007

Umberto Eco sul New York Times magazine

(a proposito del suo ultimo libro)

[...]

So why would any country besides Italy be at risk of having the media takeover you describe? One of the reasons why foreigners are so interested in the Italian case is that Italy was in the last century a laboratory. It started with the Futurists. Their manifesto was in 1909. Then fascism — it was tested in the Italian laboratory and then it migrated to Spain, to the Balkans, to Germany.

Are you saying that Germany got the idea of fascism from Italy? Oh, certainly. According to what the historians say, it is so.

Maybe just the Italian historians. If you don’t like it, don’t tell it. I am indifferent.

You’re saying that Italy was a trendsetter in both fashion — or art — and fascism? Yes, O.K., why not?


(ovviamente la vera notizia è più sotto, quando l'intervistatrice fa riferimento al dipartimento di Comunicazione di Bologna ed Eco le dice di essere appena andato in pensione ;-) )


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