martedì, ottobre 31, 2006

Siamo tutti precari (alcuni più di altri?)

Volevo condividere con voi che stamattina a Omnibus un uomo ha pronunciato la ferale frase "Siamo tutti precari, nessuno ha il posto garantito".
Ora, non so se il suo appartenere alla Adam Smith Society (!) renda questa sua affermazione perfettamente coerente nella sua mente.
Ma forse sono io che penso male e lui parlava semplicemente della caducità della vita...

sabato, ottobre 28, 2006

1/4

Contrariamente alle previsioni, anche quest'anno rinuncio alla retorica.
Del resto, a che serve la retorica quando hai un magnifico dolce al cioccolato fatto appositamente per te?

venerdì, ottobre 27, 2006

L'altro lato della serendipity

Serendipity è quando trovi qualcosa che non sapevi di cercare.
Poi è anche che cinque anni fa ho fatto un sito per un esame e che grazie a quel sito sono stata rintracciata da una ragazza che avevo conosciuto in vacanza quando avevo circa 13 anni.
Scrivendoci e parlandoci via messenger abbiamo scoperto un'impressionante serie di coincidenze e cose in comune, persino foto scattate negli stessi posti a Boston e New York.

Resto sempre sorpresa quando queste cose accadono e, certo, non pensavo potessero accadere a distanza di tanti anni.
Ah, di quella vacanza (Marilleva, 1994) io e lei ricordiamo solo due persone, un fratello e una sorella di un paese vicino Roma. Se qualcuno passasse da queste parti...

giovedì, ottobre 26, 2006

(tentativi di) Compleanno web 2.0

(o anche: Sono contenta che la tua migliore amica sia incidentalmente una psicologa: risparmierai un sacco di tempo e denaro, un giorno)

A: "Ok, ho capito cosa è Wordpress, so in cosa consiste un account Pro di Flickr e ho anche una vaga idea di cosa sia questa wishlist di Amazon. Ora, potresti per favore dirmi se ESISTE una cosa che posso regalarti per il tuo compleanno che io possa andare a comprarti in un negozio, come fa la gente normale?"
S: "..."
A: "Allora!?!?"
S: "Ehi, sto pensando!! Non è che mi serva niente...e poi lo sai che ho gusti difficili...poi dovrei venire con te..."
A:"Se vuoi..."
S: "Ma no!! E la sorpresa? Io voglio la sorpresa!!"
A: "Un uovo kinder?"
S: "No, ecco...voglio una maglietta-disclaimer"
A: "Eh???"
S: "Uhm, ok, una scritta..."
A: "Una maglietta con una scritta?"
S: "Sociopatici, back off...ecco cosa voglio far scrivere...ti piace?"
A: "Ti compro una borsa. O un libro."
S: "Ok, domani facciamo un giro per negozi, così ti indico un po' di borse e un po' di libri. Voglio la sorpresa, eh!!"

lunedì, ottobre 23, 2006

Post selection

Con la febbre e quel che ne segue non riesco a fare altro che una personale selezione di post interessanti:

  • ritratto di Garry Trudeau sul Washington Post
  • Michael Schumacher si ritira: il saluto (ed è già nostalgia canaglia?) di Suzukimaruti
  • un corporate blogger può usare "la parola con la F"? (via Robert Scoble)
  • "Wanted: News organization with vision, guts, asbestos underwear and enormous brass balls, willing to hire free-thinking, outspoken tech-pioneer to serve as chief technology officer. Apply to Dave Winer, somewhere on the road to the future" ...Voi lo assumereste Dave Winer? Daniel Conover ti spiega perchè dovresti...(if you can handle it!!)

Se invece volete sapere cosa si dice in Rete, beh...fatevelo dire da Federico e dalla rassegna che cura per Apogeonline.


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Blogger on tour!

I blogger sono in giro (stavolta io no):

  • i blogger sono invitati al prossimo convegno dell'Associazione Nazionale della Stampa Online il 27 ottobre a Orvieto. Pare scontato? Linguisticamente, forse. Praticamente, no. Qualcosa si muove? Speriamo! E aspettiamo resoconti.
  • Sono aperte le iscrizioni a Les Blogs 3, anzi Le Web 3: 11 e 12 dicembre a Paris! Loic Le Meur è già al lavoro...anche per garantire una più comoda sistemazione a Marc Canter ("I'm also thinking about beds in the room so that Marc can take a nap in better conditions"). :-P
  • ...e ovviamente il prossimo BarCamp a Torino, il 2 dicembre!!

Io, sarà questa stupida febbriciattola, per questo giro passerei...(ma, si sa, è facile farmi cambiare idea quando si tratta di viaggiare...vedremo!)

sabato, ottobre 21, 2006

WTF?!

Ecco, tempo bello bello ai limiti dell'anomalo fino a due giorni fa.
Poi oggi maratona di lettura in giro per la città.
E che fa? Piove!!!
No, per dire.

giovedì, ottobre 19, 2006

Read it loud: Ad alta voce

Tra 48 ore sarò in giro per Bologna. "Ad alta voce" sta per cominciare e siete tutti invitati!

Il programma è qui. Dalle 10 in poi ci saranno letture a tutte le ore in vari luoghi della città.

Se invece volete farmi un saluto mentre lavoro sarò nella sala d'attesa di seconda classe della stazione ferroviaria alle 12 per la lettura di Vincenzo Cerami e Tiziano Scarpa.

Alle 18 sarò in Aula Magna S. Lucia per il gran finale condotto da Massimo Cirri e Filippo Solibello (Caterpillar). Leggeranno: Edoardo Sanguineti, Carlo Lucarelli, Marcello Fois, Pino Corrias e Silvia Ballestra.

Enjoy!!

lunedì, ottobre 16, 2006

Milano, quickly

Trascorrerò lunedi pomeriggio (domani, cioè oggi, tecnicamente) a Milano, zona Fiera.
Per motivi che in teoria non mi riguardano. In teoria.
In ogni caso se ci siete battete un colpo.

Add: Ieri sera per dieci luminosi minuti l'aria di Bologna mi è sembrata pura.
Ovviamente il motivo è da ricercarsi nel fatto che avessi passato due ore del mio pomeriggio su Corso Magenta a Milano.
Stamattina le cose erano già nella normalità.

domenica, ottobre 15, 2006

Wind of change

Qui si è deciso di provare il beta di Blogger, giusto per fare qualcosa di nuovo.
("Ma se avevi voglia di cambiamento non potevi tagliarti i capelli?" "Not your business, comunque forse vado in settimana")
Mi spiace per gli inconvenienti, specie per i commenti.
Per ora, al limite, commentate da anonimi (e firmate!)...e fatemi sapere se riscontrate altri problemi.

Update: ora i commenti di Haloscan sembrano funzionare. Grazie a Now THAT's Amateur e a The logical philosopher (e al forum di Haloscan).

sabato, ottobre 14, 2006

Converge South 2006

Converge South 2006 è in corso!!
Come l'anno scorso Daniel e Janet Conover sono lì e le prime cronache della conferenza che leggo sono proprio le loro, pubblicate su Xark.

In questo momento una delle sessioni è guidata da Robert Scoble, un'altra da Elizabeth Edwards.

Un saluto e un in bocca al lupo a Ed Cone, Sue Polinsky e a tutta la città di Greensboro.
Magari l'anno prossimo, chissà...


Add: l'ospitalità di Greensboro colpisce ancora, anche Robert Scoble lo racconta (il fatto che anche lui sia stato colpito dal banana pudding non è un caso)!

Roberto Saviano e le minacce di Gomorra

"Io so e ho le prove. Io so come hanno origine le economie e dove prendono l’odore. L’odore dell’affermazione e della vittoria. Io so cosa trasuda il profitto. Io so. E La verità della parola non fa prigionieri perché tutto divora e di tutto fa prova".

Roberto Saviano


Cita Pasolini, questo brano scritto da Roberto Saviano* più di un anno fa.
Roberto Saviano ha 27 anni ed è scrittore e giornalista. Di recente si è molto sentito parlare di lui per via del successo del suo libro "Gomorra" in cui parla del potere della camorra, dei suoi traffici e della sua forza. Un libro che ha riscosso consenso, apprezzamento e premi. E problemi, molti problemi.
Saviano ora non fa più uscite pubbliche, non risponde al vecchio numero di telefono: è sotto protezione, come racconta l'articolo pubblicato dall'Espresso.

Non ho ancora letto il libro in questione. E nemmeno riesco a capire l'ostilità delle istituzioni locali, di cui si parla nell'articolo.
Questa cosa mi ha colpito particolarmente sia perchè lo scrittore ha solo due anni più di me, sia perchè con Saviano ho parlato un paio di volte il mese scorso nell'ambito dell'organizzazione di "Ad alta voce". Avevamo preso accordi perchè partecipasse alla prima data, quella di Venezia, che si sta svolgendo in queste ore (in effetti il suo nome compare anche sul sito e sul programma). Ci ha poi chiamato per spiegarci perchè ha dovuto rinunciare.
Ieri, alla conferenza stampa dell'evento se ne è parlato ancora e le notizie stanno girando, spesso anche in modo inesatto. Pare infatti che l'iniziativa degli scrittori fosse un'idea che ancora nulla aveva di ufficiale e, soprattutto, niente voleva essere prima di aver sentito il diretto interessato.
Su Lipperatura ho trovato la spiegazione della cosa (nei commenti - questo è quello di Sandrone Dazieri) e gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda: tre ragazzi hanno comprato un dominio per poter raccogliere firme e manifestare solidarietà allo scrittore.

Forse lui preferirebbe non essere più al centro dell'attenzione, ma non credo che ciò sia possibile dopo l'articolo dell'Espresso. Spero che quindi che se ne parli, che ci si informi e che questa sia un altro modo per riflettere. E indignarsi, chè troppo spesso non ci ricordiamo più come si fa.


"Io so e ho le prove. E quindi racconto. Di queste verità."


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venerdì, ottobre 13, 2006

Gimme a break!

Nelle ultime due settimane mi è stato chiesto di rendere conto, in ordine sparso, della mia cultura nazionale, della mia appartenenza alla società occidentale, delle mie scelte e delle mie "non scelte".
La cosa eccezionale (nel senso di "insolito, che fa eccezione" - prima accezione del termine) è che certe istanze vengono portate proprio da chi non ha assolutamente nè voce in capitolo, nè titolo per farlo. Senza contare che spesso io non ho proprio a che vedere con certe cose che vengono dette.


Di questo passo, non so che altro aspettarmi. Così, tanto per stare tranquilla, faccio "full disclosure":
  1. Anche se ho appena comprato un biglietto del treno, non ho responsabilità sui ritardi e sui disservizi di Trenitalia (nel caso, sono una vittima, come voi)
  2. Ok, sapete perfettamente come la penso in politica. Ma non chiedetemi conto della Finanziaria, posso darvi delle opinioni, ma non l'ho scritta io
  3. Se non riuscite a scaricare le puntate di Lost è un problema vostro e del vostro computer. Per quel che mi riguarda, propongo ciclicamente a chiunque di rapire JJ Abrams, più di questo non posso fare
  4. Gli sbarchi dei clandestini? i CPT? non è che, essendo nata in Puglia, qualcuno mi chiama a risponderne, spero?!
  5. Sì, sono cattolica. No, non ho a che fare con l'Inquisizione.
  6. Il crollo della borsa di Wall Street del 1929? Non c'ero, giuro. L'unica persona che c'era con cui potrei parlarne è mia nonna. All'epoca, però, viveva nei pressi del delta del Po e aveva sei anni. Ragion per cui dubito che possa avere cose significative da dire

Avvertenze per la prossima volta che istanze del genere dovessero essere portate alla mia attenzione (si noti il linguaggio formale):
- si prega di inoltrare formale richiesta via mail
- scegliere orari comodi e non in prossimità dei pasti
- quando si fa riferimento al fatto che sono polemica e ho un carattere difficile, si consideri il fatto che il suddetto carattere (non facile, no) non deve essere poi così male se non ho (ancora?) mandato a quel paese nessuno, inclusi quelli che magari lo meritavano parecchio.
Thanks!

giovedì, ottobre 12, 2006

You're not alone, B.D.

"Welcome to The Sandbox, our command-wide milblog, featuring comments, anecdotes, and observations from service members currently deployed to Iraq and Afghanistan."


Garry Trudeau, il creatore di Doonesbury, ha aperto il blog "The Sandbox".
Ed Cone lo ha brevemente intervistato.
Qui un altro articolo di Ed su B.D., il personaggio di Doonesbury che più ha avuto a che fare con la "sandbox".


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martedì, ottobre 10, 2006

La città dei cittadini

Date spostate, incastri saltati.
E io sono stata incastrata più di tutti.
Quindi, invece di trascorrere un weekend a Venezia con la mia sparring partner ed ex coinquilina, dovrò trascorrere il sabato mattina parlando di blog e libertà di manifestazione del pensiero nell'ambito di questa bella iniziativa. L'elemento tragico (oltre al weekend scombinato) è dato dal fatto che devo parlarne a una quarantina di studenti liceali, che non so come prendere.
Idee?

venerdì, ottobre 06, 2006

Tecnici da dancefloor

Uno pensa: quando ti tocca in sorte un vicino di casa così, le hai più o meno viste tutte.
Uno pensa: non può succederti altro di particolare, quando quelli che ti hanno trasportato un divano a casa si fermano davanti alla cucina, la scrutano per cinque minuti buoni e poi ti dicono: "Ma lei lo sa che la sua cucina è storta?".

Ma non era ancora arrivato nessuno a installarci Fastweb, cosa che è successa ieri.
L'esemplare era vestito con maglione corto a fasce rosa e marroni, pantaloni a vita bassa con mutande (verdi, sic!) a vista, orecchini-gioiello a entrambe le orecchie, cappello jeans tipo quelli di Jamiroquai.
Già che un tecnico sembri uscito da una discoteca è qualcosa che non passa inosservato.
Lui però ha voluto stupirci.
A un certo punto riceve uno squillo e richiama il numero. Bastano pochi secondi per capire che era un numero sconosciuto e che lui ha richiamato e sta facendo "conoscenza telefonica" mentre ci installa la linea. E quindi è stato tutto un "Ciao, chi sei?", "Che lavoro fai?" ecc.
Noi eravamo allibite e provavamo a soffocare le risate ("Ti prego, dimmi che ora non chiede cosa sta indossando").
Poi la professionalità si è impadronita di lui: "Scusa, ora devo chiudere, sono al cliente".

giovedì, ottobre 05, 2006

Community fair: l'informazione e i pubblici più o meno fedeli

Sarà che ormai mash-up è diventata la parola d'ordine nell'ultima settimana nel mio triangolo Bologna-Milano-Torino, sarà che le cose da dire sono tante e il tempo sempre troppo poco, fatto sta che ho messo insieme qualche riflessione sugli stimoli e i discorsi dell'ultima settimana on the road su pubblico, community, free press e squillini.
Un casino? No, signori miei, un mash-up!!

1. Il pubblico è esigente. O no?

Tra l’altro non credo che ci sia pubblico esigente e pubblico non esigente. Il pubblico è sempre esigente: è la tecnologia che ci permette di avvicinarci alle necessità di chi ci legge.


Non so se sono completamente d'accordo con questo commento di Baldo.
Forse il pubblico è sempre esigente, ma non sempre è critico (e allora, poi, si può davvero dire che sia esigente? e cosa esige?).

C'è tanta, troppa parte di pubblico che "non si sente in dovere" di esserlo: le notizie e l'informazione in genere (anche quello che sappiamo sugli squillini, per dire) sono qualcosa che ci viene portato davanti alla faccia, spinto sotto il naso, e che ascoltiamo, vediamo, leggiamo. E così siamo abituati - perchè dovremmo sforzarci di fare diversamente?

Ma non sarebbe diverso il nostro approccio se sapessimo che una nostra esperienza o conoscenza può contribuire a migliorare l'informazione che arriva gli altri e a noi stessi?
La chiave per rendere il pubblico più "critico" potrebbe, e dico potrebbe, essere farlo partecipare.
Forse più di qualche persona vorrebbe dire la sua ma non sa bene come fare.
(...la Rete, la Rete, ok...è un peccato, ma no, non si può dire che ci sia fruizione abituale per buona parte della popolazione, nè che l'idea di partecipare venga automatica a molti).
Ma la potenzialità c'è tutta, a prescindere dall'età delle persone, per dirne una, e me lo confermano, ad esempio, gli aneddoti che Axell ha raccontato martedì parlando dell'esperienza di SanPaBlog.

Prendendo spunto dall'analisi bella e dettagliata di Antonio Sofi (che passerà alla storia come l'uomo degli squillini, di questo passo! :-P), presentata anche al BzaarCamp, ci sarebbero da fare parecchie considerazioni sulle differenze tra mass media come la radio, che "nascono" con l'idea di comunità attorno e che si sviluppano con una maggiore predisposizione a questo (basti guardare alla comunità di ascoltatori che ascoltano programmi radio - quella di Caterpillar, per citarne una) e con possibilità di interazione che vengono esplorate e stimolate.
Cosa che non si può dire di giornali (quasi mai) e tv.


2. I mass media...senza mass!!

Per quanto la tv sia il mass media che raggiunge il maggior numero di persone è molto difficile vedere una comunità di pubblico che si "coagula" attorno a una stessa trasmissione e apporta un qualsivoglia tipo di contenuto.
Ma se "fanno furore" gli sms che scorrono nella parte inferiore dello schermo durante molti programmi (e in pratica servono solo per far sentire la propria voce, perchè sono spesso solo messaggi personali) vuol dire che ci sono persone che hanno voglia di far sentire la propria voce. Perchè non pensare che sarebbero disposte a partecipare in modo più attivo?

E se questo vale per la tv figuriamoci per il cartaceo...perchè non si pensa a delle forme di partecipazione reale (e - magari - fidelizzazione effettiva)?

Parlando delle differenti reazioni al suo articolo da parte di pubblico che è arrivato dal web e di pubblico arrivato dalla radio, l'uomo do toque (questa ve la spiega lui se vuole) si chiede se la voglia di interazione e discussione derivi dal sentimento di appartenenza o se sia da ritrovarsi nelle differenti culture comunicative di web e radio.

E perchè un'analoga appartenenenza non viene generata da tv e stampa?

Una cosa che mi viene in mente è il mio stupore quando un anno fa una persona mi ha detto: "Sono un fogliante". E intendeva: sono un lettore del Foglio.
Che, si badi, quanto a diffusione, non ha mica questi grandi numeri. Ma ha un'influenza ben superiore a quello che mostrano i numeri, per una serie di altri motivi (per chi fosse interessato: lo speciale di Problemi dell'informazione - dicembre 2005).
Non so molto di questa eventuale community, ma ad ogni modo c'è, se è vero che ci sono persone che usano una parola per definire il loro essere lettori di un giornale.


3. Giornali, community e occasioni perse

A BzaarCamp Mafe parlava di community e di giornali, con riferimento ai giornali femminili.
Pur non comprandolo, ho spesso la ventura di avere spesso per casa Vanity fair. Devo dire che condivido appieno quello che Mafe ha detto sulle potenzialità non sfruttate del sito della rivista, praticamente inesistente, a fronte di un giornale che va oltre il concetto stereotipato di giornale femminile tutto moda e gossip e che convoglia una buona partecipazione.

Una cosa davvero curiosa, per dire, è che c'è un'apposita rubrica (subito dopo quella "classica" delle lettere al direttore) in cui i lettori fanno notare refusi, informazioni non corrette e via dicendo. Beh, deformazione o no, l'ho vista e ho pensato ai blog, anche per il tono delle lettere (e delle risposte, in un certo senso).


Insomma ci vuole coraggio per provare e forse questo coraggio uno se lo può anche dare, magari con macchine più "snelle" come base: le nuove esperienze di free press (o di riviste - perchè pensare sempre e solo ai quotidiani?) potrebbero fare da precursori, se certi esperimenti vengono gestiti con intelligenza.


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Cara Martina,



...in quest'ultima settimana ci hai fatto penare un bel po', tra anticipi imprevisti, problemi inattesi, corse all'ospedale, telefonate e messaggi a noi che eravamo qui, lontani.
Insomma, alla fine l'abbiamo capito: avevi fretta di arrivare e non potevi aspettare altre due o tre settimane, come previsto.
Allora, eccoti qui, nel mondo vero, dove il cuore, il tuo cuore che alcuni dicono debole (ma va'...noi lo sappiamo che sei piena di grinta - del resto se già appena nata pesi più di tre chili e mezzo, chi vuoi che ti possa fermare?), ti servirà.
Sei fortunata, Martina, c'è un sacco di gente che ti ama e che ci tiene a te.
Ora però fai la brava, chè hai fatto preoccupare mamma e papà. E appena puoi, vieni a trovarci a Bologna.
Ti aspettiamo!

In media res?!

Che genio assoluto deve essere una persona che, dovendo farti leggere e analizzare una cosa che ha scritto, comincia con lo spedirti il capitolo 3?


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"Anche il tuo?" - la forza salvifica della parola (frivola)

Volevo scrivere qualcosa ma non ho niente di sufficientemente serio o frivolo da mettere insieme in modo interessante.
Poi ho pensato che negli ultimi giorni ho fatto interessanti riflessioni sulla forza salvifica del gossip - ovvero: le ragazze parlano, parlano un sacco e si raccontano un sacco di dettagli, anche senza essere particolarmente amiche.
E oggi hanno un sacco di mezzi nuovi per farlo.

E, parlando, evitano di commettere gli stessi errori o - almeno - manifestano una certa originalità nel commetterne di nuovi.
Tranne quando scoprono di aver commesso gli stessi identici errori con le stesse identiche persone. Tipo le due conoscenti che hanno scoperto di essere uscite con la stessa persona quasi contemporaneamente (certo, ho rischiato di soffocare tra le risate trattenute - ma il mio viaggio in treno è stato tra i più divertenti di sempre).

Quindi: la tecnologia vi può rendere liberi.
Quindi: la parola vi salverà.
Il che, direi, è una conclusione di alto livello.

[e ora basta con le fesserie, chè oggi ricomincia Lost!]


(caro amico che mi chiedi di scrivere qualcosa, sono stata sufficientemente stupida da indurti a non chiedermelo più?)