domenica, giugno 14, 2009

Sul ruolo delle donne in politica. Diciamo.

A campagna elettorale terminata ed elezioni svolte, c'è un pensiero "laterale" che mi è rimasto in testa. Anzi, a dire il vero, è una serie di riflessioni che mi ha anche messo di pessimo umore per un paio di giorni.


I fatti sono stati due, a breve distanza.
Il primo, una dichiarazione di un noto leader politico sulla scarsa incisività delle donne in Parlamento.
Il secondo, la pubblicazione di alcune foto scattate a villa Certosa, raffiguranti donne poco vestite che prendevano il sole nella villa del Presidente del Consiglio.
Ora, io non ho affatto intenzione di parlare dei due fatti ma delle reazioni che ho osservato.
Prima di andare avanti pensiamo all'espressione "quote rosa", ci tornerò alla fine.

1. Le dichiarazioni del leader politico (giuste o sbagliate? coerenti o meno? opportune o no?) hanno scatenato una serie di reazioni da parte delle attuali parlamentari, mettendo d'accordo persone di diversi schieramenti, quasi tutte con reazioni indignate e sgraziatamente ironiche, oltre che poco pertinenti. La sensazione, insomma, è stata quella di vedere una scena da liceo in cui "le femmine" si coalizzano contro "i maschi" che le prendono in giro, salvo tornare alle rivalità quotidiane un minuto dopo.
Certo, si può pensare che forse i media danno più spazio a queste polemiche che ai provvedimenti seri presi da queste donne. Mi è però parso curioso che nessuna di queste veementi reazioni facesse riferimento a una sola azione *incisiva* compiuta da queste parlamentari, magari con così tanto accordo al di là degli schieramenti di appartenenza.

2. Tra tutte le dichiarazioni su queste fatidiche foto una mi ha colpito (questa volta non da parte di un personaggio pubblico, e comunque non rivolta a me): "Ma non vi sentite offese come donne?".
Premessa: so che chi chiede è persona che per le donne ha rispetto, oltre a essere una delle persone migliori che io abbia la fortuna di conoscere.
E vorrei anche non arrivare a usare l'argomentazione: che ho in comune con quelle donne, oltre ai cromosomi?
Ad ogni modo quelle persone hanno fatto delle scelte (e non vorrei citare gli Eurythmics, ma ecco, ci siamo capiti).
Che io non condivido, che io non farei? Certo. Ma sono scelte volontarie, non certo imposte "dagli uomini che non rispettano le donne" (magari adesso qualcuno dirà che sono queste donne a non rispettare gli uomini usando il loro corpo per ottenere delle cose? ok, ok, scherzavo).

Se vogliamo, come donna mi sento più offesa dalla quote rosa. Praticamente mi si sta dicendo che dobbiamo creare una nicchia, "una riserva" di donne da candidare per combattere...cosa? Una consuetudine maschilista? Una prassi? Una forma mentis?
Insomma, io non ho capito bene questa cosa se non che le quote rosa porterebbero a candidare donne che forse non verrebbero candidate. Ma non verrebbero candidate perché non qualificate o perché donne?
E da questo non mi devo sentire offesa come donna?
E gli uomini poi magari non si sentiranno offesi perché le donne vogliono "educarli" ad apprezzarle?
E poi quando finirà "il bisogno di quote rosa"? Chi lo deciderà, le donne?
Va bene, la smetto.

Si badi, io ho il massimo rispetto per chi cerca di risolvere questo problema concretamente e, se le quota rosa sono l'unica soluzione trovata, ben vengano alla faccia delle mie disordinate riflessioni.
Però, se proprio devo sentirmi offesa da qualcosa, non sarà dal sentirmi potenzialmente facilitata da qualcosa creato *perché non c'è altro modo* per riconoscere il mio valore?

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