Durante il corso della modernità abbiamo troppo sacrificato il diritto all’ombra
pesante del potere politico, lo abbiamo ridotto a una misura che non gli è
congeniale, si è dimenticato troppo la sua inabdicabile socialità e lo si è
fatto specchio dello Stato, ossia di un apparato di potere. Oggi che lo
statalismo moderno è in crisi profonda; oggi che la dimensione economica sta
prendendo il sopravvento su quella politica e che sempre più siamo chiamati a
considerare un orizzonte globale; oggi che, come giuristi, stiamo contemplando
l’erosione ogni giorno più squassante del massiccio sistema delle fonti
edificato con pietra forte dai nostri padri ma simile ormai a un castello di
sabbia; oggi, noi dobbiamo prendere coscienza che è giunta l’ora di un recupero
che restituisca il diritto alla storia, ossia al movimento e al mutamento,
rendèndolo dimensione di una civiltà in cammino e toglièndogli quella
separatezza e quel distacco conferìtigli dal marchio a fuoco del potere.
—Paolo Grossi, Uno storico del diritto alla ricerca di se stesso
[Paolo Grossi è uno dei giudici costituzionali che ieri ha deciso sul Lodo Alfano]
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