Lo spiega bene Sergio Maistrello:
Da tempo ragiono sul fatto che forse il factchecking potrebbe essere una dignitosa via d’uscita dalla pericolosa fase di involuzione della vita democratica italiana, dove chi parte per la tangente detta le regole del gioco e si porta dietro tutti, invece di essere energicamente richiamato all’ordine.
Noi tutti crediamo di partecipare attivamente alla ricerca della verità e del bene comune indignandoci per i fatti che ci vengono riportati, alimentando passaparola spesso isterici e confezionati in modo ideologico, aggiungendo furore a dettagli incompleti e imprecisi. Facciamo, in realtà, proprio quello spesso ci si aspetta da noi: confondere ulteriormente la realtà. Crediamo di ergerci a protagonisti della nostra storia, invece siamo solo il coro greco sullo sfondo della tragedia di una civiltà.
Ed è appunto qui che FactCheck.it prova a fare qualcosa di diverso, nella sua normalità: "un osservatorio spontaneo, nato per studiare le tecniche e dare visibilità a chi si impegna sulla via della riscoperta dei fatti. In questa fase si propone l’unico scopo di tenere traccia degli esperimenti e segnalare risorse a tema. È aperto alle riflessioni e alle segnalazioni di tutti.".
Buon lavoro, allora. E grazie.
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