lunedì, ottobre 17, 2011

Quello che gli indignados possono dire alla Spagna a un mese dalle elezioni

"The disgust became a network" ha scritto il sociologo catalano Manuel Castells a proposito degli indignados spagnoli. Ma quanto efficace è questa rete "senza testa" che non si lega alla politica ma che vuole fare politica, che non vuole associarsi ai politici ma dovrà andare a votare tra poco più di un mese?

Sul Guardian Diego Beas, giornalista spagnolo ed esperto di politica in USA e Sudamerica, racconta il movimento nato in Spagna il 15 maggio scorso e illustra quanto fatto in questi mesi nel Paese:
The movement has studiously avoided engaging with ideological agendas, unions and, most importantly, professional politicians. It has filled city squares, co-ordinated online actions and targeted specific topics like banking and electoral reform. It has experimented with bottom-up networked approaches to challenge the rigid, top-down, party driven system that has dominated Spanish political life since 1978. City square by city square, individual meeting by individual meeting, thousands of citizens have come together in a networked approach to politics that is fresh and engaging because it defies, above anything else, the hierarchical approach favoured by vested interests.
Cosa stanno facendo gli indignados per ridefinire la politica spagnola?
The movement's strategy is based on assembling ad hoc citizen coalitions to help push back and challenge specific government actions; trying to figure out how to affect policy by exerting force on specific choke points in the system that badly needs reform. Politicians worried about intra-party politics, re-election or special interests can't see the importance of this. It's about using the power of the network to break entrenched silos and find ways to make the political process more responsive to the needs of everyday citizens.
La distanza con la politica tradizionale non potrebbe essere maggiore e non ha alcun senso usarne approcci e paradigmi, spiega Beas. Il movimento non cambierà i risultati delle elezioni, né dovrebbe avere questa aspirazione.
Ma, a un mese dalle elezioni, e con un nuovo senso di partecipazione nato nella popolazione c'è ancora qualcosa che il movimento può fare per sperare di avere un impatto.

2 commenti:

Livio P. ha detto...

Ciao Antonella, ottima analisi. Io in Spagna vado spesso per lavoro e vedo un gran casino nelle piazze. Però se non c'è struttura, come fanno questi movimenti a cambiare il corso degli eventi?

Antonella Napolitano ha detto...

Un movimento così, in questo periodo storico, ha alcune possibilità.
Una struttura è necessaria per poter influire sugli eventi.
Il punto è: come?
Creando liste e candidando persone?
Inventando modi nuovi di fare pressione (la parola "lobby" non piace a nessuno, ma insomma...)?
Restando nella sfera dell'attivismo e cercando di agire su singoli temi?