Brickstarter |
Brickstarter nasce in Finlandia ed è una piattaforma che consente di trasformare idee in progetti concreti, idee legate allo sviluppo di iniziative locali. Qui una piccola introduzione.
Ecco cosa ne scrive Johnson:
A peer network builds tools that let a peer network of neighbors identify problems or unmet needs in a community, while other networks propose and fund solutions to them.
Why isn’t that a model that could productively supplement, if not partially replace, the existing democratic forms that govern most communities, in the developed world at least? Some might object that such a system would favor wealthier communities over poorer ones: the empty lots would get converted into gleaming playgrounds in the neighborhoods with the time and money to contribute to Brickstarter; but they’d remain eyesores in the neighborhoods that were living hand to mouth. But the money you're donating to Brickstarter doesn't have to be spare change you have lying around in your bank account.
Imagine, instead, that the money comes in the form of actual tax dollars.
Cosa succederebbe se potessimo, da contribuenti, finanziare in modo specifico (e cioè con parte delle nostre tasse) la creazione di un piccolo parco nel quartiere, in quello spazio che da anni rimane di fatto un parcheggio perché non ci sono soldi?
Il rischio è quello di una maggiore confusione nel rapporto con le istituzioni: i cittadini che cercano di imporre i propri temi e problemi potrebbero portare a uno scenario di critica costante, tirando da una parte e dall'altra una "coperta" economica sempre troppo corta, e senza avere la visione di sistema degli amministratori pubblici. In più, appunto, si potrebbero ulteriori disuguaglianze tra quartieri ricchi e quartieri poveri.
Ma questo tipo di coinvolgimento anche economico (in inglese c'è un modo di dire: "put your money where your mouth is") potrebbe anche risultare più genuino o portare a una partecipazione più strutturata e costante.
C'è molto da riflettere (e sì, non siamo la Finlandia), ma è possibile che da questo nasca un modello per una governance istituzionale nuova - e magari un po' più partecipata)?
Il rischio è quello di una maggiore confusione nel rapporto con le istituzioni: i cittadini che cercano di imporre i propri temi e problemi potrebbero portare a uno scenario di critica costante, tirando da una parte e dall'altra una "coperta" economica sempre troppo corta, e senza avere la visione di sistema degli amministratori pubblici. In più, appunto, si potrebbero ulteriori disuguaglianze tra quartieri ricchi e quartieri poveri.
Ma questo tipo di coinvolgimento anche economico (in inglese c'è un modo di dire: "put your money where your mouth is") potrebbe anche risultare più genuino o portare a una partecipazione più strutturata e costante.
C'è molto da riflettere (e sì, non siamo la Finlandia), ma è possibile che da questo nasca un modello per una governance istituzionale nuova - e magari un po' più partecipata)?
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