La mia personale versione del paradiso esiste, l'ho trovata oggi.
Si chiama Strand ed e' tra la 12th Street e la Broadway.
Per spiegare la situazione basta il sottotitolo: "18 miglia di libri".
(non imperverso ma sono sicura che ne parlero' ancora)
Add: il giorno dopo ho mangiato (questo!) con un'amica da Max Brenner, a distanza di un isolato da Strand: un posto talmente votato alla cioccolata da aver scritto sul muro "Willy Wonka is alive!".
(la foto è di Yuan2003)
"Ok, spiegami ancora una volta perché ho deciso di prendere l'aereo per tornare in Italia. Piano, però."
venerdì, giugno 27, 2008
mercoledì, giugno 25, 2008
PDF e l'investimento nelle idee
(mi scuso per la mancanza di accenti. Da' piu' fastidio a me che scrivo che non a chi legge, ve lo assicuro. Ah, riporto alcuni di questi pensieri anche su Kublai, mi pare pertinente)
Alcuni appunti in fretta perche' il sonno e' tiranno and jetlag is a bitch.
I primi giorni a New York sono stati piu' che intensi. Il weekend e' passato tra arrivo, giri per Harlem, pranzo BBQ (yuuum!), e l'ultima visione del mio musical del cuore (e' ufficiale, lo so tutto).
Gli ultimi due giorni invece li ho trascorsi al Personal Democracy Forum, tra speaker interessanti, incontri ancora piu' interessanti, suggestioni, idee su come la tecnologia sta cambiando la politica e l'impegno civico.
Tutto ancora a spasso nella mia mente e nella mia agenda: sprovvista di computer, infatti, ho messo gli appunti su un molto tradizionale cartaceo quaderno. Sergio e Antonio hanno egregiamente provveduto a scrivere impressioni e commenti live.
Un po' di cose, immagini, persone sono nella mia testa, il che vuol dire che devo sbrigarmi a scriverne, altrimenti qualcosa mi sfuggira'. La buona notizia - ne parlavamo oggi con Sergio - e' che non siamo poi molto indietro, o meglio, gli americani non sono molto piu' avanti in termini di risultati*.
La cattiva notizia per noi, se vogliamo, e' esattamente la stessa: cioe' in America non hanno niente piu' di noi, hanno completato un primo passaggio che noi faticosamente stiamo intraprendendo (consapevolezza delle possibilita' del mezzo, tentativi di mettere in pratica tali possibilita' etc) ma ancora si stanno chiedendo "What's next?", anche se con ottimismo e la certezza che molto si potra' fare e che le cose stanno per cambiare, ad ogni modo.
E per noi e' una cattiva notizia perche' il fatto che le nostre iniziative siano poche e non connesse vuol dire che non c'e' ottimismo, ne' voglia di fare se non ci sono risultati a breve termine.
Non c'e' tanta attenzione a come si svolgono i processi, ne' voglia di rischiare, non c'e' investimento. E non parlo di soldi, cosa di cui spesso ci si lamenta (ed e' un altro discorso ancora), parlo di idee. E se non siamo disposti a investire tempo, impegno, passione...di cosa parliamo quando parliamo di idee?
*e anzi, a livello governativo, non sfruttano appieno alcuni strumenti che gia' hanno (un esempio su tutti: il Freedom of Information Act. Ne parlero' in modo piu' esteso)
Alcuni appunti in fretta perche' il sonno e' tiranno and jetlag is a bitch.
I primi giorni a New York sono stati piu' che intensi. Il weekend e' passato tra arrivo, giri per Harlem, pranzo BBQ (yuuum!), e l'ultima visione del mio musical del cuore (e' ufficiale, lo so tutto).
Gli ultimi due giorni invece li ho trascorsi al Personal Democracy Forum, tra speaker interessanti, incontri ancora piu' interessanti, suggestioni, idee su come la tecnologia sta cambiando la politica e l'impegno civico.
Tutto ancora a spasso nella mia mente e nella mia agenda: sprovvista di computer, infatti, ho messo gli appunti su un molto tradizionale cartaceo quaderno. Sergio e Antonio hanno egregiamente provveduto a scrivere impressioni e commenti live.
Un po' di cose, immagini, persone sono nella mia testa, il che vuol dire che devo sbrigarmi a scriverne, altrimenti qualcosa mi sfuggira'. La buona notizia - ne parlavamo oggi con Sergio - e' che non siamo poi molto indietro, o meglio, gli americani non sono molto piu' avanti in termini di risultati*.
La cattiva notizia per noi, se vogliamo, e' esattamente la stessa: cioe' in America non hanno niente piu' di noi, hanno completato un primo passaggio che noi faticosamente stiamo intraprendendo (consapevolezza delle possibilita' del mezzo, tentativi di mettere in pratica tali possibilita' etc) ma ancora si stanno chiedendo "What's next?", anche se con ottimismo e la certezza che molto si potra' fare e che le cose stanno per cambiare, ad ogni modo.
E per noi e' una cattiva notizia perche' il fatto che le nostre iniziative siano poche e non connesse vuol dire che non c'e' ottimismo, ne' voglia di fare se non ci sono risultati a breve termine.
Non c'e' tanta attenzione a come si svolgono i processi, ne' voglia di rischiare, non c'e' investimento. E non parlo di soldi, cosa di cui spesso ci si lamenta (ed e' un altro discorso ancora), parlo di idee. E se non siamo disposti a investire tempo, impegno, passione...di cosa parliamo quando parliamo di idee?
*e anzi, a livello governativo, non sfruttano appieno alcuni strumenti che gia' hanno (un esempio su tutti: il Freedom of Information Act. Ne parlero' in modo piu' esteso)
venerdì, giugno 20, 2008
Menouno/ You go, girl
Allora:
- ho stampato il biglietto aereo (e continuo a fare periodiche preghiere che non succeda nulla fino a domani - Alitalia, you know...)
- di là ho avvisato
- i biglietti per Rent ce li ho
- anche oggi ho assillato Sergio con le mie ansie pre-viaggio - e anche oggi lui non mi ha mandato a quel paese
- ho trovato l'elenco dei bar di New York che trasmettono le partite degli Europei - sono un tour operator da applausi ;)
- ho trovato un'ora per andare dal parrucchiere
- ho ritirato i dollari - con peripezie che...chevvelodicoafare...
- ho rincontrollato ottomila volte il programma del Personal democracy forum: dire denso è un eufemismo
- ho trovato ulteriori motivi di ansia
- ho segnato i numeri di telefono e l'indirizzo di Sara
(ho sbirciato un po' di assemblea nazionale del PD...e ho pure comprato il Riformista, pensa le cose che si fanno, alle volte)
...direi che ci siamo...mh, anzi, facciamo che almeno comincio ad aprire la valigia, eh.
Aggiornamenti da quell'altro lato dell'Atlantico, a un certo punto!
- ho stampato il biglietto aereo (e continuo a fare periodiche preghiere che non succeda nulla fino a domani - Alitalia, you know...)
- di là ho avvisato
- i biglietti per Rent ce li ho
- anche oggi ho assillato Sergio con le mie ansie pre-viaggio - e anche oggi lui non mi ha mandato a quel paese
- ho trovato l'elenco dei bar di New York che trasmettono le partite degli Europei - sono un tour operator da applausi ;)
- ho trovato un'ora per andare dal parrucchiere
- ho ritirato i dollari - con peripezie che...chevvelodicoafare...
- ho rincontrollato ottomila volte il programma del Personal democracy forum: dire denso è un eufemismo
- ho trovato ulteriori motivi di ansia
- ho segnato i numeri di telefono e l'indirizzo di Sara
(ho sbirciato un po' di assemblea nazionale del PD...e ho pure comprato il Riformista, pensa le cose che si fanno, alle volte)
...direi che ci siamo...mh, anzi, facciamo che almeno comincio ad aprire la valigia, eh.
Aggiornamenti da quell'altro lato dell'Atlantico, a un certo punto!
mercoledì, giugno 18, 2008
Menotre/ Il giorno in cui si ringrazia Josh (e si pubblica in inglese!!)
Di Josh Levy e di TechPresident ho già parlato un sacco di volte, così come dell'ammirazione e dell'entusiasmo verso quello che fanno, non ultimo il Personal Democracy Forum, a cui parteciperò la prossima settimana in compagnia di Sergio e Antonio, che qui spiega brevemente di cosa si parlerà.
Per me quindi è come la realizzazione di un piccolo sogno essere riuscita a scrivere un post in inglese su TechPresident per parlare di una cosa che mi sta molto a cuore, il progetto 10domande (qui una sintesi dell'esperienza).
E alla fine eccolo qui, il post!
Nelle ultime 24 ore Josh, oltre ad aver trovato il tempo di leggere e sistemare le mie due pagine in inglese, mi ha anche dato una mano al volo a risolvere un piccolo problema pratico per reperire i biglietti per andare a vedere Rent - una ossessione della sottoscritta, in case you're wondering - con una tempistica del genere "detto fatto": dalla manifestazione del problema alla sua risoluzione in quindici minuti (tralasciamo l'immagine della sottoscritta zompettante per l'ufficio).
Avendo passato le ultime 24 ore a ringraziare Josh, mi pare giusto concludere la giornata con un post, approfittando per segnalare la sua prossima avventura lavorativa, davvero molto interessante.
Per me quindi è come la realizzazione di un piccolo sogno essere riuscita a scrivere un post in inglese su TechPresident per parlare di una cosa che mi sta molto a cuore, il progetto 10domande (qui una sintesi dell'esperienza).
E alla fine eccolo qui, il post!
Nelle ultime 24 ore Josh, oltre ad aver trovato il tempo di leggere e sistemare le mie due pagine in inglese, mi ha anche dato una mano al volo a risolvere un piccolo problema pratico per reperire i biglietti per andare a vedere Rent - una ossessione della sottoscritta, in case you're wondering - con una tempistica del genere "detto fatto": dalla manifestazione del problema alla sua risoluzione in quindici minuti (tralasciamo l'immagine della sottoscritta zompettante per l'ufficio).
Avendo passato le ultime 24 ore a ringraziare Josh, mi pare giusto concludere la giornata con un post, approfittando per segnalare la sua prossima avventura lavorativa, davvero molto interessante.
lunedì, giugno 16, 2008
Menocinque / Le case degli altri
Confesso: anche oggi ho guardato Apartment Therapy e sbirciato le case di New York in cui non vivrò mai.
Confesso: anche oggi ho assillato un paio di amici via mail e via IM sull'eventuale modo di riuscire a ovviare all'assunto di cui sopra.
(per la cronaca uno mi ha risposto seriamente, l'altro ha ripiegato su un evergreen: "sposa un uomo ricco")
La giornata fa registrare anche:
- ordinazione di dollari presso la banca
- invito a cena di amica giornalista gastronomica
- promessa di giro in quartiere di Brooklyn da parte di autoctoni
- i miei compagni di viaggio che mi danno carta bianca sull'organizzazione dei loro cinque giorni scarsi a New York. Per la serie "I made a huuuuuge mistake" (chi capisce la citazione vince regalo).
Confesso: anche oggi ho assillato un paio di amici via mail e via IM sull'eventuale modo di riuscire a ovviare all'assunto di cui sopra.
(per la cronaca uno mi ha risposto seriamente, l'altro ha ripiegato su un evergreen: "sposa un uomo ricco")
La giornata fa registrare anche:
- ordinazione di dollari presso la banca
- invito a cena di amica giornalista gastronomica
- promessa di giro in quartiere di Brooklyn da parte di autoctoni
- i miei compagni di viaggio che mi danno carta bianca sull'organizzazione dei loro cinque giorni scarsi a New York. Per la serie "I made a huuuuuge mistake" (chi capisce la citazione vince regalo).
Di terapie d'urto e del rimettersi in piedi
"...e una volta di più mi è stato chiaro come la terapia d'urto serva sempre, anche e soprattutto su se stessi, che ricrescere è cosa diversa dal non cadere."
E di prima mattina, o quasi, di questi tempi, fa bene leggere una cosa come questa (10.11), tanto per ricordarselo ogni tanto, male non fa, anzi.
Grazie ad Anita (e a suo padre).
domenica, giugno 15, 2008
Appunti di viaggio per Kublai
Preparandomi per il mio fatidico viaggio (menosei!!) ho messo ordine tra alcuni appunti sui viaggi fatti con Kublai - e su quello che verrà prossimamente!
giovedì, giugno 12, 2008
Menonove/ 545.600 minuti (conto alla rovescia)
"L'estate scorsa lo hai fatto due volte di fila, sicura di non voler cambiare?"
"Cioè secondo te...è l'ultimissima occasione che ho *nella vita* e dovrei rinunciare?"
"Sei de coccio"
"Me lo hanno già detto oggi, sai"
"Quantifica in migliaia di volte"
"Cioè secondo te...è l'ultimissima occasione che ho *nella vita* e dovrei rinunciare?"
"Sei de coccio"
"Me lo hanno già detto oggi, sai"
"Quantifica in migliaia di volte"
mercoledì, giugno 11, 2008
Menodieci / La sprovveduta
Una giornalista dopo vent'anni passati a fare la corrispondente in posti un bel po' pericolosi tipo Rwanda, Cecenia e Sudan si trasferisce a New York (da Mosca, tra l'altro). E dato che l'esperienza è un optional, lei, che evidentemente ancora non ha capito come si riconosce un posto pericoloso, fa una performance da genio mondiale e compra una casa a West Harlem. Ovviamente compra a caso e non si informa, di lì a scoprire che "quartiere pericoloso" è un gentile eufemismo il passo è breve.
Ma insomma non solo lei sopravvive ma riesce pure a ristrutturare casa. E ci scrive un libro.
Io vorrei guardarla in faccia, Judith Matloff, quando presenterà il libro alla mia ex-libreria sotto casa. Comunque mi sa che il libro lo compro (è pure uno di quei rari casi in cui la copertina mi prende al primo sguardo, dannata Random House!)
("Cara, ricordi che c'è una regola che dice che tu, una carta di credito e una libreria formate una peeeessima combinazione?")
Ma insomma non solo lei sopravvive ma riesce pure a ristrutturare casa. E ci scrive un libro.
Io vorrei guardarla in faccia, Judith Matloff, quando presenterà il libro alla mia ex-libreria sotto casa. Comunque mi sa che il libro lo compro (è pure uno di quei rari casi in cui la copertina mi prende al primo sguardo, dannata Random House!)
("Cara, ricordi che c'è una regola che dice che tu, una carta di credito e una libreria formate una peeeessima combinazione?")
martedì, giugno 10, 2008
Menoundici / Spostamenti
lunedì, giugno 09, 2008
Menododici / Il candidato
(da Pictures from a taxi)
Obama vince la nomination delle primarie più lunghe di sempre. Il tempo di tirare il fiato e via con le presidenziali vere (come se fino ad ora...), ne parleremo al Personal Democracy Forum.
Intanto, per chi fosse interessato, un po' di pensieri della sottoscritta pubblicati su Apogeonline sull'intelligente campagna online di Obama. Se avete osservazioni o commenti fatemi sapere.
Nota: sto leggendo "Mousepads, shoe leather and hope", raccolta di saggi di consulenti e attivisti della campagna di Howard Dean.
Nonostante sia consapevole che quella sia una loro storia, un altro contesto ecc non posso fare a meno di entusiasmarmi man mano che leggo e, in qualche modo, ascolto le voci di chi c'era. Tutti più o meno inconsapevoli di quello che stavano facendo, e questa è parte della bellezza della cosa.
domenica, giugno 08, 2008
Menotredici / Come John Steinbeck
New York è una citta brutta e sporca. Il suo clima è insopportabile, la sua politica serve solo a mettere paura ai bambini, il suo traffico è pazzesco, i suoi ritmi competitivi micidiali. Bisogna però dire una cosa: quando si è vissuti a New York per un certo periodo e la città è diventata un po' casa vostra, non si trova più un posto che sembri altrettanto bello.
Qui c'è tutto, gente, teatro, letteratura, editoria, import, affari, omicidi, aggressioni, ricchezza e povertà. Tutto di tutto. La città è instancabile e la sua aria è carica di energia. Non mi capita mai altrove di lavorare così a lungo e con tanto impegno senza provare fatica.
mercoledì, giugno 04, 2008
"We love you - ma a piccole dosi"
(del mio essere iperattiva e di quanto questo venga apprezzato dagli amici)
Da un oroscopo passatomi oggi:
La reazione di un'amica a cui l'ho mostrato: "Oh, mio Dio, speriamo di no"
Da un oroscopo passatomi oggi:
I hereby proclaim June to be Scorpio Pride Month -- a time to celebrate your winning qualities, especially your unparalleled skill at helping to activate the dormant potentials of people you care about. Promise me you'll do that even more intensely than usual.
La reazione di un'amica a cui l'ho mostrato: "Oh, mio Dio, speriamo di no"
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