lunedì, febbraio 26, 2007

Tutto quello che fa male ti fa bene


Ieri sono tornata a casa per qualche giorno. Ho trovato mio fratello, quello appassionato di hip-hop, che ascoltava un famoso brano di musica classica. Piuttosto stupita, gli ho chiesto come lo conoscesse.
La risposta è stata questa:






Aveva ragione Steven Johnson, mi sa! :-)
(con la piccola nota che però il contesto conta - oh, se conta! E che mio fratello continua a prediligere il wrestling ai libri)

venerdì, febbraio 23, 2007

Anche le campagne elettorali vogliono conversare? Uff!!

Patrick Ruffini, consulente di comunicazione politica online per i Repubblicani (ora in particolare per Rudy Giuliani*), non ne può più di sentir dire che le campagne elettorali sono conversazioni, così come più o meno tutti i candidati alle prossime presidenziali USA cercano di comunicare, complice un uso intensivo di nuove tecnologie, blog, social network e YouTube.

Cioè, sostiene Ruffini, il Cluetrain Manifesto è valido in quanto i mercati possono essere conversazioni, dal momento che non c'è una guida unica. Ma in politica i candidati devono saper sì conversare, ma anche e soprattutto guidare la gente, dire alle persone quello che non sanno, non quello che vogliono sentirsi dire.

"In the age of new media, the worst thing someone can be guilty of is being inauthentic. That’s not exactly a new insight either, but the YouTubeization of politics amplifies a candidate’s past twists and contradictions many times over. That means you don’t have a “conversation” with someone that’s really a monologue".

Ma se, per conversare, i politici dimenticano di essere delle guide? Il rischio è ben più grave di qualunque critica negativa: il rischio è perdere.

Jeff Jarvis, chiamato in causa anche per PrezVid, il nuovo blog in cui viene monitorata la campagna elettorale su YouTube, ribatte che
una campagna elettorale deve essere propagandistica. L'accezione di "conversazione" va intesa nella misura in cui i candidati dovrebbero dare ascolto alle persone e ora ci sono nuovi modi per farlo: "Ma l'uso di YouTube permette ai candidati di guardarci e parlarci in una dimensione umana, non da un palco in mezzo alla folla. Forse, solo forse, permetterà anche a noi, gli elettori, di essere ascoltati di più. Ma vedremo".


Detto tra noi, poi, PrezVid vale davvero un giro e anche di più: non solo spot elettorali, spesso "commentati", ma anche mash-up di discorsi dei candidati, tipo quello del discorso di Hillary Clinton sull'Iraq a opera di Michelle Malkin, giornalista di area conservatrice. E qualche inquietante lapsus Iraq/Iran negli annunci di candidatura.
Beh, è ancora più difficile che certe cose sfuggano: effetti della youtubizzazione, ormai ci stiamo abituando!



* si tratta di un exploratory committee, ad essere precisi, ma è questione di tempo prima che Giuliani dia l'annuncio, pare. A chi voglia capire il senso di un exploratory committee (io ho faticato, all'inizio) facendosi due risate, io suggerirei di affidarsi a Jon Stewart&co: una volta qui, cliccate su "exploratory committee" - parte uno e due (grazie, Sara!! Anch'io amo il Daily Show).



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giovedì, febbraio 15, 2007

Blue is the new pink

Curioso, direi.
Insomma, una che non compra mai riviste femminili* alla fine si ritrova ad acquistarne dette riviste per due volte in un mese. Non per personaggi famosi o servizi di moda (moi?!), bensì per la presenza di due signori di mia conoscenza (blogger, ça va sans dire).

L'ultima occasione è l'intervista a Diego "Zoro" Bianchi sulle sue acute videocronache del Grande Fratello 7, pubblicata da Vanity Fair (ok, saltiamo la parte per cui VF lo leggono anche gli uomini ecc).
E potevo esimermi dall'acquisto io che il venerdi mattina tamburello con le dita in attesa della nuova puntata e che faccio il bis a casa con le coinquiline (e chi lo ha detto che Internet divide le famiglie? Noi, il venerdi sera abbiamo sintesi e dibattito post-puntata :P - solitamente molte risate sono incluse)?
Diego, per la cronaca, è uno che divide la fama e riconosce i meriti altrui; non è un caso, infatti, che nella foto pubblicata sia ritratto con due degli artefici del suo successo: nella fattispecie Ken-Liorni e Barbie-Marcuzzi, solo una parte della nutrita schiera di pupazzi che sono parte integrante delle puntate.
Vi ho già detto di guardare le videocronache di Zoro? Non si è capito?

Per la cronaca l'altra volta è stato per un'intervista a Bru sul primo BarCamp italiano pubblicata su Glamour di febbraio. Ho letto l'intervista (riservandomi l'opzione di prendere in giro Riccardo perchè non hanno nemmeno pubblicato una sua foto), poi, esauritasi per me l'utilità immediata della rivista, l'ho data alla mia coinquilina in partenza per la Spagna. Il giorno dopo mi è arrivato un suo sms in cui mi prendeva in giro. Tra le foto del BzaarCamp, infatti, ne è stata pubblicata una in cui ci sono anche io, abbastanza in evidenza.
Il che fa di me una persona modesta e poco frivola, si potrà pensare. Mh.
L'intervista (una pagina o due), l'avevo letta due volte e le foto le avevo guardate, ma non mi ero accorta di esserci.
Il che fa di me - soprattutto, ed è la triste verità - una persona miope.



* ora qualcuno dirà: fai la snob. No, applico la matematica. Dato un numero finito di risorse economiche tendo a comprare riviste che mi interessano di più. Poi quelle femminili le leggo pure talvolta, quando le coinquiline le comprano e le ripongono nel posto classicamente ad esse deputato: il mobiletto del bagno.

martedì, febbraio 13, 2007

Comuni motivazioni non comuni

Mark Glaser ha partecipato al We Media di Miami svoltosi dal 7 al 9 febbraio. Dopo molti resoconti Glaser chiede ai suoi lettori cosa li motiverebbe a partecipare e contribuire a un sito di informazione locale. Insomma, dice, di possibilità di pubblicazione ce ne sono, quindi (traduco un po') "se foste testimoni di un evento rilevante, come vi comportereste? Cosa fareste di quella informazione e perchè? Cerchereste chi vi paga di più? Il modo di avere il maggiore impatto possibile? O lo fareste solo per aiutare la comunità? Cosa vi motiverebbe a inviare materiale a uno di questi siti?"

Il post mi è rimasto in mente perchè proprio tra ieri e oggi si parlava di motivazioni alla partecipazione. C'era chi sosteneva che le motivazioni intime a partecipare e a fare comunità siano in fin dei conti sempre le stesse e che a cambiare sia solo il linguaggio. C'era chi sosteneva che il contesto - in generale, non solo quello dei media - ha la sua rilevanza nel determinare le differenze.
Quindi ci sarà magari un (minimo?) comune denominatore, ma forse quello non basta.

Poi parlare va bene, ma forse certi fattori sfuggenti si colgono con la pratica, oltre che con le riflessioni e il confronto.
E allora, tra l'altro, sono curiosa di vedere come andrà l'esperimento che inaugura La città dei cittadini 2007: "Non è un logo comune", un esperimento di voto elettronico con cui i giovani di Casalecchio decideranno il nuovo logo del Centro giovanile, luogo di aggregazione cittadino.
Curiosa anche perchè ultimamente mi sembra di non capire molto di certe logiche di ragazzi che hanno solo una manciata di anni meno di me e mi sembra strano. Beh, non molto strano, se si pensa che certi processi sociali vanno così in fretta che il concetto di generazione non è più molto legato strettamente all'anno di nascita tout court ma anche...beh, questo fa parte di un altro discorso affrontato oggi, quello sulla complessità, ed è ancora un'altra storia che è il caso di rimandare, per ora...

giovedì, febbraio 08, 2007

Se proprio dobbiamo parlare di beghe familiari...

(nota: il post l'avevo scritto ieri. Oggi le cose sono appena un pochino diverse...Mh.Vedremo....)

Le dichiarazioni di chi dice "da che parte stanno i gay" mi fanno ridere (come diceva Maurizio Crozza martedi a Ballarò: "Salutiamo i compagni Dolce e Gabbana". No, per dire).
Sono altre le cose che mi preoccupano.

Mi preoccupa l'idea che le lettere pubbliche di scuse tolgano spazio alle notizie.
Mi preoccupa l'idea che chi ci governa diffonda ignoranza più o meno consapevolmente - il "peccato di omissione" vale eccome...
Mi preoccupa chi si erge a modello/esempio non essendo in una posizione tipica della gente comune (yes, sir, se tutti i conviventi avessero come dolce metà la figlia di un facoltoso imprenditore e imprenditrice a sua volta...)


«D'altronde sono i conviventi a non volere quel registro che servirebbe a certificare le unioni di fatto. Tant'è che solo poche centinaia di coppie in Italia ne hanno fatto uso. I conviventi desiderano restare liberi. Io ad esempio sono un convivente».

P. F. Casini

Certe cose dette da uno che è in politica da quando ha 25 anni* e in Parlamento da quando ne ha 28 (un lavoro con questo trattamento economico) mi fanno pensare - sì, certo, c'è la componente DC nel soggetto in questione, ma comunque...

Ora, io magari mi sbaglio, ma, tra l'altro, credo di aver fuggevolmente sentito che i conviventi more uxorio dei parlamentari dopo tre anni hanno diritto a cose tipo la reversibilità o l'assistenza sanitaria integrativa (qualcuno ne sa di più? grazie).

«E per la stessa ragione penso che i Pacs non siano un problema che il Paese sente come urgente. In un momento in cui la famiglia tende a dissolversi, sarebbero molto più meritevoli iniziative di sostegno come quelle che stanno portando avanti in Francia, come quelle alla natalità».

M. Carfagna

Ah, sì, mi preoccupa anche l'idea che i nostri parlamentari discutano e votino, ma non sappiano di cosa stanno parlando.
Già che ci siamo, qualcuno le può spiegare che in Francia i Pacs esistono da otto anni? Non è che per caso è proprio per quello che abbiamo iniziato a usare la parola PACS per parlarne?



* ora, vabbè che Wikipedia non è l'enciclopedia (e la dimensione collaborativa, e il controllo delle fonti e 'ste menate qui) ma io ho letto che questo signore si è laureato a 24 anni e ha cominciato a lavorare come dirigente d'azienda? Dirigente d'azienda? Stiamo parlando seriamente?

mercoledì, febbraio 07, 2007

Stasera a Casa Torino (e sono titolare)!

Tema: Torino
Modalità: a caso, ma con saggezza

Il mio pusher di serie tv (e punto) di riferimento (anche per molte altre cose) ha stabilito che sono saggia abbastanza da fare "il saggio" della serata a Casa Torino, trasmissione radio che conduce con Giorgio Valletta (sono già stata ospite nella sede della trasmissione - ho pure fatto da "sostituto saggio" e ho assistito alle più-classiche-delle-cose-che-voi-umani-non-eccetera).
E glielo potevo negare, proprio stasera poi?
Sperate solo che non si finisca a parlare di Lost (che comincia stanotte, eh, vi devo dir tutto tutto?). Non che le possibilità di delirio siano per questo inferiori.

Dunque son qui, armata di feticcio e di una crema alle nocciole molto commercializzata che già altrove difesi dalle rivendicazioni crucche - presto avrò la mia ricompensa...vera crema gianduia, perhaps? ;-)

Ah, ottima musica nel frattempo!! Enjoy!


Update: Grazie a Enrico e Giorgio! Mi sono divertita un sacco!
Tanto per completezza (essì, diamoci importanza) ecco i link delle cose di cui ho parlato (più che utility direi inutility, ma comunque...):

lunedì, febbraio 05, 2007

Citizen media: una moda o il futuro?

Il J-lab (The institute for interactive journalism) lancia una ricerca dal titolo “Citizen Media: Fad or the Future of News?”. Lo studio è pubblicato sul sito del Knight Citizen News Network, portale che si propone di unire giornalisti e cittadini (formandoli) nel lancio e nella gestione di siti di informazione legati alle comunità locali.


(via Dan Gillmor)

giovedì, febbraio 01, 2007

A parole tue... WTF!!

(nota: non sono io che sono volgare, è Technorati che dice queste cose - e questa è una dotta citazione)


Negli spunti da pausa pranzo apprendo di questo nuovo servizio di Technorati chiamato "Where's the fire".
L'idea, se non ho capito male, è che gli utenti spieghino le parole più ricercate su Technorati. Ovviamente il modello è collaborativo:

"If you think that you've got a better explanation than the one that shows up on top of Technorati search results for a term, no worries, just go and write your own, and get your friends to vote for it. WTF uses a special time weighted voting system that means that the most popular recent WTFs will show up on top of the page..."

Insomma, detta così, un incrocio tra Digg e Wikipedia, passato nel frullatore. Mah...

In ogni caso pare che si possano scrivere WTF su ogni argomento e dare link e informazioni potenzialmente su tutto (anche su se stessi, la propria azienda ecc). Ri-mah...
Al di là della nebulosità della cosa (bisognerà vederla in azione), mi piacerebbe davvero guardarlo in faccia, il genio che ha inventato questa cosa. Voglio dire, a nessuno è venuto in mente che a chiamarlo WTF si esponevano al ridicolo*?
Oppure, in un impeto di marketing estremo, qualcuno ha pensato che se ne sarebbe parlato di più chiamandolo come una nota abbreviazione (che sta per un'esclamazione non proprio elegante)?


* in realtà immagino possa creare qualche problemino anche nella ricerca di post che parlano del servizio stesso...o no?


Update: Matthew Hurst (Nielsen BuzzMetrics) si ricrede sul suo scetticismo iniziale grazie a un esempio, secondo lui funzionante, del funzionamento di WTF. Io continuo a non essere entusiasta e a pensare che bisogna un po' aspettare. Come si suol dire, una rondine non fa primavera. E va bene confidare nell'intelligenza del prossimo (l'utente, nella fattispecie), però...


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