martedì, luglio 28, 2009

Un barcamp di...Reti

Giovedì scorso sono stata invitata da Maura a un incontro interno di Reti, la società per cui lavora, un incontro in stile...barcamp!
Reti è una società di lobbying e public affairs con varie divisioni che si occupano anche di formazione, ricerche di mercato e altro ancora. Insomma, i clienti sono importanti e le competenze in materia di comunicazione non mancano di certo, e quindi mi sono molto incuriosita quando Maura mi ha spiegato cosa avevano intenzione di fare.

"Un barcamp però è pubblico" le ho subito premesso quando me ne ha parlato la prima volta.
Portare lo spirito del barcamp in organizzazioni complesse non è semplice e ho quindi provato a raccontarle qualche mia precedente esperienza, dandole piccoli consigli di tipo organizzativo.
Il tema era "Comunicazione e potere: un'idea per Reti": l'ispirazione è stata il libro Communication Power di Manuel Castells, non ancora pubblicato ma già attesissimo.

Devo dire che il risultato mi ha piacevolmente stupito.
Al di là del posto molto bello (la loro abituale sede lavorativa, beati loro) ho apprezzato questa sorta di riunione allargata con moltissime presentazioni su vari argomenti, molta interazione, un clima rilassato...e persino - quasi sempre ;-) - un certo rigore nel tenere i tempi di tutte le presentazioni.
Quasi tutti i presenti hanno tenuto il loro speech - e in termini propositivi, aspetto non banale - conversando nel frattempo su twitter (la prossima volta suggerisco l'uso di un hashtag apposito).

Insomma, a quanto pare, il barcamp funziona anche come modalità di "riunione di lavoro".

Ma il barcamp non dovrebbe essere pubblico?
Sì, è quello che ci siam dette con Maura alla fine dell'incontro.
Beh, intanto trovate delle presentazioni su SlideShare e i video su YouTube.
Poi, ecco, la mia idea per Reti è che gli incontri in stile barcamp si ripetano, sia come riunioni informali interne, sia aprendoli al pubblico, magari per gradi.

Infine vi segnalo l'intervento di Sergio Milano:




La sua meta-presentazione ha suscitato tanto entusiasmo da far creare una instant-fan page su Facebook. Non male come primo barcamp...aspetto il prossimo.

lunedì, luglio 20, 2009

PDF 2009: David Weinberger e la trasparenza

Perché David Weinberger sostiene che Transparency is the new objectivity:

At the edges of knowledge — in the analysis and contextualization that journalists nowadays tell us is their real value — we want, need, can have, and expect transparency. Transparency puts within the report itself a way for us to see what assumptions and values may have shaped it, and lets us see the arguments that the report resolved one way and not another. Transparency — the embedded ability to see through the published draft — often gives us more reason to believe a report than the claim of objectivity did.

In fact, transparency subsumes objectivity. Anyone who claims objectivity should be willing to back that assertion up by letting us look at sources, disagreements, and the personal assumptions and values supposedly bracketed out of the report.


(il resto qui)

Il significato dell'impegno politico (se qualcuno ancora se lo ricorda)

Massimo Adinolfi sulla questione "Grillo e la tessera del PD":

Grillo ha persino ragione, quando ironizza sulla risposta da legulei che il partito democratico ha dato alla sua richiesta di tesseramento. Per due ragioni, una seria e l'altra meno seria. [...] Quella seria concerne invece l'indirizzo a cui Grillo si rivolge col suo Vaffa. Lo ha spiegato per l'ennesima volta ieri sul suo cliccatissimo blog: «in Italia i partiti sono solo i celebranti della liturgia del potere» e «rappresentano sempre più spesso la schiuma della società». Di contro al vecchiume corrotto e oligarchico rappresentano dai partiti e dai loro leader (tutti – indistintamente – salvo Di Pietro che però le primarie non le ha introdotte ancora e a cui, chissà perché, Grillo non se la sente di contendere la guida del partito), sta la nuova era della democrazia partecipativa, dei referendum, delle leggi scritte sotto dettatura popolare, della «votazione diretta del candidato», della fine della delega in bianco: stanno insomma i miracoli resi possibili dalla Rete, dove Grillo prospera. Ma se questo è il profetico messaggio, quel che il PD deve temere non è certo che Grillo prenda la tessera, e faccia così il contrario di quel che va predicando circa l'inutilità dei partiti, ma che non sia forte abbastanza, nella base democratica stordita da un paio di anni di partito non liquido ma in liquefazione, la convinzione e l'orgoglio con cui va difeso tanto il sistema delle istituzioni rappresentative quanto il concorso dei partiti a determinare con metodo democratico la politica nazionale, come detta la Costituzione.


venerdì, luglio 17, 2009

La conferenza PDF su Quinta di Copertina (ah, sì, e pure io)

Questa settimana sono stata ospite di Quinta di Copertina, il podcast settimanale di Apogeonline.

Antonio mi ha intervistato a proposito del Personal Democracy Forum, di cui avevo già parlato.
Sono circa venti minuti in cui racconto un po' di cose che mi hanno colpito nei due giorni di conferenza.
Avevo intenzione di scrivere un altro post ma forse questo è un modo più rapido, e tutti i link sono qui e anche su Apogeonline (il file audio invece è di là).

Spero vi vada di ascoltarla.
Naturalmente sono a disposizione per domande, dubbi, eccetera.

Buon weekend!

giovedì, luglio 16, 2009

Cartoline da New York - edizione 2009


Brooklyn bridge - 2009, originally uploaded by farenheit_81.

Ecco, avevo bisogno di camminare qui

lunedì, luglio 13, 2009

Personal Democracy Forum - un resoconto /1

Anche quest'anno il Personal Democracy Forum è stato una fonte preziosa di spunti, energia, innovazione, conoscenze interessanti e nuovi punti di partenza.
Anche quest'anno Andrew Rasiej, Micah Sifry e tutto lo staff PDF hanno messo insieme il meglio, con un'organizzazione impeccabile.

Provo a sintetizzare:
1. Obama è stato il catalizzatore di moltissime cose, ma è tutt'altro che un punto di arrivo.
Non è simbolico che il primo giorno di conferenza si apra con un confronto tra Joe Rospars, che ha coordinato la campagna New Media di Obama, e Marc McKinnon, suo omologo nella campagna di McCain. Costruire relazioni, incoraggiare l'ascolto, usare la Rete per organizzare le persone sul territorio. "Quando sento i dati impressionanti della nostra campagna online penso subito agli eventi 'offline', alle persone che abbiamo fatto incontrare e collaborare" ha detto Rospars. Quelle persone a cui "Obama ha dato le chiavi per un vero cambiamento".
Tutto già sentito? Certo, ma ora provate a rifarlo. La pratica è tutta un'altra cosa.

2. Il cambiamento comincia dalla Casa Bianca, quando apre la porta.
Altrettanto significativo che il secondo giorno si apra con Vivek Kundra, CIO della Casa Bianca, che fa una presentazione davvero impressionante del sito data.gov e di come i dati pubblici di ogni genere verranno messi a disposizione in formati aperti, facilmente riutilizzabili e con la possibilità di condividerli su varie piattaforme.
Andrew Rasiej ha chiesto a Kundra se possiamo ridefinire il concetto di [dato] 'pubblico' come "searchable, accessible and readable online", ricevendone una risposta affermativa (Andrew ne parla anche qui).
Un passo importante per la trasparenza amministrativa...soprattutto quando si arriva a parlare dell'impiego dei soldi dei contribuenti da parte dell'amministrazione: usaspending.gov.
Compiti per chi vuole: spulciarsi per bene i siti, fare un elenco esaustivo delle funzioni (ma adesso cerco il materiale della presentazione di Kundra) e trarne qualche buona idea.

3. E mentre voi guardate dentro io sbircio fuori...
Uno degli speech più interessanti ed efficaci è stato quello di danah boyd. Il suo intervento è stato centrato sul digital divide relativo alle classi sociali. Dietro il quesito "MySpace vs. Facebook" sono state esposte riflessioni interessantissime su un tema che forse è un po' lontano dal nostro contesto ma è indubbiamente da analizzare, specie se consideriamo che l'esistenza di "sfere pubbliche" (o comunque vogliamo chiamarle) è un dato di fatto di cui non possiamo evitare di tenere conto in tutti gli studi sulla Rete, quale che sia il tema.
Senza contare che il digital divide (strutturale e culturale) è un problema grave che frena lo sviluppo e limita molte potenzialità [mi piacerebbe molto che Alberto leggesse le riflessioni di danah, ad esempio].


Altre riflessioni le rimando a un post successivo.
Se capite lo spagnolo però vi rimando a un bel post di Javier, con considerazioni più ampie (e che, sostanzialmente, condivido).

domenica, luglio 12, 2009

New York, giugno 2009


DSC_0401, originally uploaded by odilaspictures.

Maria è riuscita a catturare un bel momento dei miei giorni a New York. Una foto di quelle in cui ti riconosci, di cui puoi dire "quella sono io".

Grazie.


(le altre bellissime foto di Maria sono qui)

I classici del settore ai tempi del web 2.0

L'altra sera chiacchieravo con Gianluca di un paio di saggi interessanti usciti di recente, Here comes everybody di Clay Shirky (tradotto in Italia da Codice Edizioni...e da Federico) e The whuffie factor di Tara Hunt.
Ho letto il primo l'estate scorsa e ho iniziato da poco il secondo e sono molto curiosa sia perché la costruzione di capitale sociale è un tema che mi appassiona da anni, sia perché al momento il mio lavoro è un po' quello della community manager, ma in senso lato...un po' "più lato" di quanto si riesca a spiegare - e questo fa parte del suo fascino.

Con Gianluca si diceva che questi libri, e altri saggi di questo genere, sono più o meno interessanti ma non sono mai "rivoluzionari", nel senso di spiegarti qualcosa di totalmente nuovo e inatteso. E questo in realtà è abbastanza normale perché abbiamo occasione di leggere e confrontarci con questi autori e pensatori ormai ogni giorno e di conoscere le loro idee e i loro esempi anche nel dettaglio. Loro, gli autori, hanno più possibilità di avere feedback e scrivono libri per sistematizzare in qualche modo concetti e idee di cui parlano tutti i giorni col pubblico dei propri lettori. Però non solo per i propri quotidiani lettori è scritto il libro, e anzi forse sono gli altri, i "nuovi lettori", i più adatti a valutare l'impatto, la novità dei concetti, il loro effettivo valore.

Noialtri, anche in questo caso, siamo immersi in una specie di bolla. Sarebbe interessante sapere da chi lavora nelle case editrici quali sono i criteri con cui vengono scelti i saggi da tradurre, ad esempio, o come i docenti universitari di queste materie scelgono i libri di testo o, ancora, come riusciamo a valutare la portata di un testo rispetto ad altri, come capiamo quali sono i libri che saranno a modo loro "i classici del settore".

venerdì, luglio 10, 2009

Le leggi su Internet in Parlamento - a che punto siamo

Aggiornamenti dall'intergruppo parlamentare 2.0:

1. Il Senato ha definitivamente approvato il “ddl sicurezza” (AS 733-B) nel testo uscito dalla Camera (abrogativo del famoso “emendamento D’Alia)

2. Con il consenso del Governo la Commissione Giustizia della Camera ha deciso di avviare un breve ciclo di audizioni (che dovrebbero concludersi entro la fine del mese di luglio, e che coinvolgeranno anche gli “operatori dell’informazione”) sul tema delle intercettazioni, e di rinviare quindi la presentazione e l’esame degli emendamenti riferiti al “ddl intercettazioni” (AS 1611) a dopo la pausa estiva. Sul tema specifico dell’estensione dell’obbligo di rettifica ai “siti informatici” (art.1 comma 28 del provvedimento) segnaliamo gli interventi:

  • del Sen. Felice Belisario (Italia dei Valori), estensore di un emendamento che esclude dall’ambito di applicazione del comma 28 i “bloggers che non abbiano registrato la propria testata”.
  • del Sen. Luigi Vimercati (PD), che ha richiesto che nel parere formulato dalla Commissione Comunicazioni in merito al provvedimento venisse inserito un rilievo volto a limitare l’ambito applicativo del comma 28 alle sole testate diffuse per via telematica. Tale richiesta tuttavia non è stata accolta nel parere espresso dalla Commissione (v. resoconto) .
  • dell’On. Antonio Palmieri (PDL) che ha avviato una discussione con alcuni esperti della rete e con il Sen. Lucio Malan per “impedire che un’interpretazione estensiva del testo della legge sulle intercettazioni telefoniche colpisse con misure esagerate i blog amatoriali, come se fossero testate d’informazione registrate”. Trovate ulteriori informazioni sul suo blog (ultimi 2 post su questo tema).

mercoledì, luglio 08, 2009

YouTube ci cambia, anche nel fare politica (di autenticità)

Sono andata a New York, e anche tornata.
Sono stata al Personal Democracy Forum per il terzo anno di fila e per il terzo anno sto avendo difficoltà a fermarmi e mettere insieme tutte le cose interessanti che ho ascoltato.

Tanto per rompere il ghiaccio inizio dal video di Michael Wesch, antropologo della Kansas University, autore di uno degli speech più apprezzati, l'unico ad ottenere una standing ovation.

Il titolo del suo intervento e "The Machine is (Changing) Us: YouTube Culture and the Politics of Authenticity":


Di cose da raccontare ce ne sono ancora molte, ma già da ora posso cominciare a darvi un appuntamento al 20 e 21 novembre.
Presto vi racconterò di più...