martedì, maggio 30, 2006

L'altro lato della cattedra

Proprio vero che, come si suol dire, gli esami non finiscono mai.
La cosa surreale accade quando, a breve distanza, si passa dall'altro lato della cattedra.
Sì, nella mia borsa ho tre compiti di esame da correggere e domani dovrò guardare in faccia dei miei quasi-coetanei e far loro una delle domande che ho mi sono sentita porre un anno fa.
Ovviamente mi sento una buffona e ovviamente stasera ripeterò il libro di testo ben più degli esaminandi di domani, tanto per tamponare la sensazione.


lunedì, maggio 29, 2006

Blog e giornalismo: transizione, che paura?!

(dato che sono l'ultima a pubblicare un resoconto della conferenza della FNSI su blog e giornalismo, mi improvviso aggregatore e alla fine del post metto un elenco degli interventi e resoconti di chi c'era. Il resoconto più "ufficiale" è quello di Antonio Sofi su Apogeonline)

Un aspetto positivo da mettere in nota in realtà è lo stesso fatto che questo incontro si sia svolto.
Che la FNSI si sia "accorta" - diciamo - di questo nuovo (possibile) attore di un campo, quello giornalistico, innegabilmente in espansione, era...ora!!
Se devo andare di sintesi, devo dire che concordo con il commento di Smeerch, anche lui presente, che dice: "PURTROPPO non sono venute fuori nuove idee o concetti originali. I fautori del blogging hanno ribadito che la professione giornalistica non è in pericolo, che non tutti i blogger ambiscono a diventare giornalisti o a sostituirsi al giornalismo tradizionale. Gli strenui difensori del giornalismo hanno ribadito concetti obsoleti quali la qualità delle notizie giornalistiche, l'autorevolezza di chi scrive, la garanzia data dall'editore ecc. "

Dato il limite di arrivare al punto con esposizioni di dieci minuti e poco più - spazio per le domande niente, as usual - all'inizio però le relazioni lasciano abbastanza perplessi. Chi parla sembra molto più preoccupato del contratto (ok, è un problema, ma è la sede per parlarne?) e del precariato. Il nuovo strumento è ancora una volta un pericolo?
(Della serie "io vi mando come gli agnelli tra i lupi", visto che qualcuno faceva dubbie citazioni bibliche - dubbie nel senso che non sono sicura che siano scritte nella Bibbia)
Certo, ci sono anche scoperte pregnanti, del tipo che il web è un ipertesto, roba da cambiarti le prospettive. ;-)


In effetti la mia reazione ai primi interventi è stata di insofferenza, perchè la sensazione era di ascoltare qualcuno che parla di un argomento che non conosce.
Insomma, via con la solita solfa che tutti vogliono essere giornalisti, che l'informazione non è più mobilitazione ma potere che vuole gestire se stesso. Solito spirito di corpo?
[Mio commento scritto sul quaderno su cui prendevo appunti: Tutti a parlare di tutela. Ma non si dovrebbe tutelare chi legge? Qui si pensa solo a tutelare chi scrive. Poi dicono dell'apertura...]
Al punto che quando Mantellini ha detto che non tutte queste persone vogliono essere giornalisti, ho avvertito finalmente un po' di ossigeno nella stanza (ebbene sì, stavo cominciando a scrivere "santo subito" sul quaderno!). Il suo intervento è stato il primo della giornata ad essere chiaro, lucido e molto interessante: oltre a introdurre i concetti chiave di disintermediazione, autorevolezza e trasparenza (nessuno li aveva nominati in...un ora e mezza?!?!), espone una considerazione semplice, ma non scontata, a quanto pare: il lavoro del giornalista dovrà cambiare in funzione della nuova opinione pubblica, che ha nei blog una sua espressione.

Gli interventi successivi sono di Carlo Sorrentino, che riflette sul cambiamento del campo giornalistico (a questo proposito ha recentemente curato una raccolta di saggi, tra cui è stato più volte segnalato quello di Antonio Sofi sui blog) e sulla ridefinizione dell'attribuzione di fiducia da parte del singolo, e di Giuseppe Granieri che definisce l'oggetto del discorso in questione (anche qui semplice, ma per niente banale, date le circostanze) e i nuovi tipi di fruizione dei nuovi media, con un occhio agli enormi margini di sviluppo.
Molto interessante anche l'intervento di Marco Pratellesi del Corriere della Sera (di cui altri hanno scritto meglio di me).
Come considerazioni finali, mi ritrovo ancora in quello che dice Smeerch, vuoi perchè un campo su cui ho lavorato e lavoro, vuoi perchè basta una breve riflessione per vederne l'effettiva necessità se si vuole trattare seriamente alcuni argomenti: "Un intervento necessario invece, ed anche urgente, è quello di tutelare che scrive qualcosa sui blog [...], senza avere alle spalle tutte le garanzie gli appoggi e le agevolazioni che invece valgono per il giornalista "riconosciuto".
Quanto alla mia promessa di farmi aggregatore, oltre al già citato articolo di Sofi, ci sono le considerazioni di :
Smeerch (anche nei commenti)
[se ce ne sono altri li rintracciate coi tag]



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Blogtrotter de noantri (The Rome edition)

Passare il sabato mattina a Bologna- e cioè il deserto - fa uno strano effetto dopo una giornata a Roma.
Non ci andavo da qualche anno e ho girato alcune grandi città del mondo, nel frattempo. Poi, dopo cinque minuti a Roma, ho cominciato a chiedermi come posso aver pensato che esistesse un'altra città più bella.

Certo, dopo anni vissuti a Bologna, la capitale dà un effetto di vitale casino che all'inizio mi ha sopraffatto. Senza contare che a quanto pare devo aver scritto "persona del posto" in fronte, dato che, ovunque io vada, la gente mi chiede indicazioni. La persona che mi ha chiesto indicazioni ieri non parlava italiano nè inglese, nè altre lingue europee e si ostinava a chiedermi di un posto tondo, facendomi segno verso l'alto e parlando di qualcosa di "romano" (sic!). Ci sono voluti dieci minuti,carta e penna per capire che si trattava del Colosseo. Io, per la cronaca, ho dovuto spiegargli più volte che non ero di Roma e non potevo aiutarlo.
Poi sono passata attraverso quel rito di iniziazione/tortura che è il viaggio in un autobus strapieno, il massimo per quella clautrofobica che sono.

Mi dicono che Roma sia ostile da vivere, mi dicono che la gente che ci vive non lo sia, mi dicono che i mezzi funzionano male e tante altre cose ancora.
Ieri però l'ho passata col naso in su a guardare ogni singolo palazzo, ogni angolo, ogni balcone.
L'idea, come forse in tutte le grandi città, come forse in tutte le città piene di fascino, è che ci possa essere un mondo nuovo in ogni direzione in cui si guarda, che molte cose sorprendenti - meravigliose, di solito - possano accadere.
In tempi un po' confusi, non va tanto male trascorrere una giornata con piacevoli e illusorie sensazioni. Le cose reali e concrete si possono rimandare al giorno dopo.



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giovedì, maggio 25, 2006

Ancora di blog e giornalismo (Roma)...

(Che non si dica che non ho l'abbonamento agli incontri su blog e affini.)
Quindi domani anche io sarò a Roma per assistere all'incontro dal titolo: "TUTTI GIORNALISTI? IL GIORNALISMO PROFESSIONALE FRA BLOG, AGGREGATORI E INDUSTRIA DEI CONTENUTI".
Un'occasione per riflettere sul campo giornalistico (date un'occhiata alle riflessioni di una persona ben più seria di me).
Il pomeriggio, per chi fosse da quelle parti, lo passo nei pressi del Vaticano.
Dato che devo prendere il treno per Roma alle 6.38, probabilmente mi si riconoscerà dalle occhiaie.
Buon weekend!!

Quando il pubblico non sta a guardare. Anzi.

Dopo quella di Pisa e molte altre conferenze (di vario livello, generalmente buono) mi si ripropone il problema del feedback di queste situazioni.
Infatti, è facile notare che sono sempre le "domande del pubblico" ad essere sacrificate in questo tipo di incontri.
Ed è un peccato perchè poi, quando lo spazio c'è, le interazioni sono interessanti e utili per relatori ed ascoltatori. Certo, poi ci sono anche gli interventi imbarazzanti di chi non ha capito nulla o sembra lì per caso (e a volte lo è), e magari sono fastidiosi per chi ascolta e ne sa e per chi deve rispondere. eppure, spesso anche in quel caso, non sono situazioni del tutto inutili, se non altro perchè in molti casi servono a dare "il polso della situazione".
In altre parole "se ce la suoniamo e cantiamo da soli" è poco probabile che si facciano progressi significativi.
C'è sempre una parte di persone che va a questi incontri perchè addetto ai lavori, studente o comunque interessato in una dimensione che presuppone un'applicazione o elaborazione di quanto ascoltato o detto.
Ma per avere un'opinione su alcuni temi non è necessario fare parte di questa percentuale di persone, nella stessa misura in cui posso avere un'opinione sulla storia medievale o sulla gestione della sanità anche se non è e non sarà mai il mio campo.


A dire il vero rimuginavo queste cose da un po' e mi sono tornate in mente, in modo forse sconnesso forse no, dopo un'interessante conversazione con un amico che si occupa di comunicazione ma su altri temi rispetto a quelli che ho approfondito io fino a questo momento, quindi consapevole dell'argomento ma non "dentro", e quindi con un punto di vista diverso.
Il risultato è stato quello di mettere in luce le due facce della medaglia dei commenti nei blog: e cioè, potenziale fonte di confronto e conversazione...e anche no.
Nel senso: spesso chi commenta si avvale di alcune caratteristiche della Rete come l'anonimato, l'immediatezza per esprimere opinioni senza dover rendere conto a qualcuno del modo in cui le esprime (la Rete disinibisce, mi faceva una saggia persona qualche giorno fa). E chi ha un blog può scegliere come affrontare queste situazioni in vari modi, al limite anche cancellando commenti offensivi o sgraditi. Questo sta alle singole persone e a come scelgono di gestire questo strumento.
E quindi: i blog sono un modo di relazionarsi.
Ma questo vuole anche dire che non se ne può effettivamente parlare in termini di sistema?


Nota personale:
un paio di mesi fa ho riletto il wiki sulla UnConference e ho provato ad esporre la cosa ad alcune conoscenze che ho in ambito universitario. Se a parole c'era disponibilità per una cosa così innovativa, ho notato che il discorso dell'interlocutore in questione si è pian piano spostato sulla necessità di tutta una serie di cose moooolto da conferenza tradizionale.
Possibile che sia ancora troppo presto per esperienze come la UnConference - e/o mentalità sottostante - anche in Italia?

martedì, maggio 23, 2006

Coop for words

Concorso/informazione di servizio/iniziativa interessante:
Coop Adriatica bandisce la quarta edizione del premio letterario “COOP FOR WORDS”, riservato a testi inediti in lingua italiana e articolato in quattro sezioni:
a) poesia
b) narrativa (racconti brevi)
c) SMS
d) blog
Premi e cotillons!!
Inoltre, i primi 5 classificati di ciascuna sezione parteciperanno con i propri testi alla prossima edizione di Ad Alta Voce, maratona letteraria che si tiene ogni anno a Bologna, Venezia e Cesena.

O tempora o mores! (oh azureus!)

Invidio chi ogni tanto fa citazioni belle e interessanti.
Ultimamente leggo il quotidiano il giorno dopo, accumulo libri sul comodino e leggo al massimo dieci pagine quando prendo l'autobus e, al limite, la sera ascolto podcast e guardo puntate arretrate di serie tv. Nessuna meraviglia che le mie frasi della settimana siano queste:

"She's not a slut...she's just...popular...uhm...with indiscriminated men"

e (l'equivalente di)

"Tuo figlio è mai apparso in luoghi dove non avrebbe dovuto essere?"

(non occorre essere abili solutori per cogliere quali siano le fonti)

martedì, maggio 16, 2006

Ci sono persone che non hanno pazienza. E poi ci sono io.

Ci sono io che da mesi parlo alle mie coinquiline di Lost, magnificandolo in ogni sua forma, si intende.
Ci sono le mie coinquiline che lo accolgono tiepidamente e seguono con costanza giusto i reality.
E fin qui de gustibus.

Poi però c'è la coinquilina che mentre io guardo beata (si fa per dire, dati i traumi provocati) le puntare 20 e 21 - dico! - comincia a tempestarmi di domande sulla botola, su mr.Eko e suo fratello, su Locke, sulla scomparsa di Michael e sul medium che ha parlato a Claire.
E io le dico : "Ti passo la prima serie, se vuoi".
"No, no, spiegami tu". E riprende con le domande a raffica.

A un certo punto capisco che devo fare l'unica cosa possibile. Spaccarle la testa contro il piano di vetro del tavolo.
Uhm, no, scherzo. Fermo la puntata, faccio un condensatissimo riassunto di tutto, mi assicuro che non abbia altre domande e riprendo a vedere la puntata.

Un giorno sarò ricordata come una persona paziente (se non altro), spero.

Il fascino discreto del garantismo

Ultimamente sottoscrivo parecchie cose di Wittgenstein (il blogger, non il filosofo). Questa la cito interamente:


"La differenza tra giustizialisti forcaioli e garantisti equilibrati è la differenza tra chi vorrebbe vedere in galera chiunque sia appena accusato di qualcosa e chi pensa che un conto siano i giudizi morali e un conto l'amministrazione della legge (si veda in proposito proprio l'ultimo libro di Guido Rossi). La differenza tra giustizialisti forcaioli e garantisti equilibrati non è tra chi vorrebbe vedere in galera chiunque sia accusato di qualcosa e chi pensa che in assenza di reati tutto sia giusto e legittimo. Questi ultimi non sono garantisti, sono bastian contrari con un complesso di inferiorità nei confronti dei forcaioli".


lunedì, maggio 15, 2006

La passione per il calcio esiste (o anche Perchè la Juventus non è la mafia)

A volte mi diverto nel vedere le partite di calcio, una volta sono anche andata allo stadio e mi sono divertita. Ma no, non sono una grande appassionata di calcio.
Però ho visto molte volte cosa sia la passione per il calcio.
Sono figlia di una persona che ha la passione per il calcio da sempre, di una persona che ha sempre giocato a calcio e ha cominciato a tifare una squadra nel modo più semplice. Mio padre aveva cinque anni quando ha visto una partita della Juve e ha cominciato a tifarla perchè gli è piaciuto come giocava. Semplice, come molte cose che fanno i bambini.
Come tutti i suoi coetanei, passava i pomeriggi nei prati o nei campetti e giocava a calcio per ore, probabilmente sognando di emulare quello che i suoi "eroi" facevano ogni domenica.
Poi è cresciuto, ha capito che gli eroi erano altri, ma ha continuato ad amare il calcio e a giocare a pallone.
Ha anche avuto l'opportunità di andare a giocare in una squadra di calcio vera e ha preso una decisione. Non lo ha fatto.
Ha continuato il liceo e ha studiato ingegneria. A Torino, se non altro.
Dopo i cinque anni di università è tornato a casa e ha continuato a giocare a calcio, a tifare Juve e anche per la squadra della sua città.

Io penso che il tifoso vero, quello con la passione per il calcio, non tifa Juve o Milan o Inter perchè vuole essere sicuro di vincere, ma perchè, spesso, rappresenta il sogno, il massimo livello, perchè ci vede giocare i campioni, perchè si esalta nel sentirsi parte di qualche cosa di grande.
La passione per il calcio, almeno per come prende l'italiano in media, non è razionale, me ne accorgo quando vedo mio padre -uomo tra i più pacati al mondo - urlare all'indirizzo dei giocatori come non ha mai fatto con noi figli quando combinavamo qualcosa di sbagliato.
La passione per il calcio nasce per una squadra o per un giocatore e, di solito, resta anche dopo quella squadra, dopo quel giocatore. Sempre.
Il tifo che si fa dovrebbe derivare da questa passione. Altrimenti non vale.
Uno scandalo come questo può farci provare schifo per un sistema corrotto, può farci contenere l'esultanza per una vittoria forse non meritata, ci può fare allontanare da uno sport. Ma chi cambia squadra in seguito a questi avvenimenti non hai mai davvero tifato per quella squadra, secondo me.
Negli anni la squadra della mia città è retrocessa, si è sciolta per mancanza di soldi e casini vari e si è ricostituita sotto un altro nome. Dalla serie B alla C2 mio padre ha sempre rinnovato il suo abbonamento in tribuna, anche quando molti "hanno abbandonato la causa". So che non smetterà di tifare per la Juventus anche se dovesse andare in B, anche se venissero provate tutte queste accuse. E penso sia giusto così. Perchè la nazionale passione per il calcio non è razionale. Non si tratta di politica (anche se oggi spesso ci si relaziona alla politica con atteggiamento da tifo da stadio, sic!).

A una certa età ci spiegano che Babbo Natale non esiste, ma non rinneghiamo gli anni che abbiamo passato a crederci, in cui ci ha regalato dei sogni e - in qualche modo - la magia.
E sì, abbiamo inconsapevolmente alimentato il consumismo sfrenato del Natale, ma senza saperlo, in buona fede, credendoci.


Chiosa finale (che doveva essere una premessa e invece l'ho messa alla fine): capisco che ci sia gente che non vedeva l'ora che questo casino succedesse, tifosi che si sentono defraudati, persone che da anni dicono che una certa squadra di calcio ruba gli scudetti e, ora che questa affermazione potrebbe essere dimostrata si lancia in considerazioni che a volte sono esageratamente e inutilmente trionfalistiche o apocalittiche.
Ci sarà la giustizia, ci deve essere, e anche in fretta.
Forse va bene ed è inevitabile prenderserla col pesce più grosso, ma senza dimenticare che si tratta, evidentemente, di un settore corrotto. Inoltre, prima di lanciarsi in pericolose equivalenze con certe formazioni che hanno causato molti morti, mi piace ricordare che una squadra di calcio è fatta da dirigenti, calciatori, ma anche tante persone che lavorano nell'ombra e che fanno un lavoro - un lavoro! - e non sono criminali. Inoltre le squadre di calcio non sarebbero tali se non avessero tifosi. Più o meno intelligenti, responsabili, imbecilli, irrazionali, appassionati. Questo dipende dalle persone che siamo...perchè siamo persone, cielo, non juventini, milanisti, interisti ecc.(come mai ce lo dimentichiamo così spesso e volentieri, in questi casi?). Poi forse sbaglio io, ma a me piace pensare che la maggior parte di loro siano tifosi per passione e non per sfogare qualche istinto che non gli riesce di sfogare in altri aspetti della loro vita.




Tag: Moggi, Juventus, scandalo, calcio

Sul carro degli accusatori

Lo scandalo legato al calcio tiene banco. E avevo qualcosa da dire, anche se penso che molto lo dirò nei commenti a qualche blog che so che ne avrà già parlato.
Del resto, la cosa che ho pensato ieri leggendo i giornali, e che penso da alcuni giorni guardando il tg, è stata già scritta.
I pensieri che avevo fatto su certe cose sono stati già formulati.
Quindi cosa dovrei dire io di nuovo, dato che odio essere ripetitiva?
(ah, sì, le lasagne di ieri erano favolose, ma dubito che la cosa sia di qualche interesse per i più)


sabato, maggio 13, 2006

Creattivamente in action/3

La pausa pranzo ci ha visto sdraiati al sole mangiando piadine.
Il pomeriggio é trascorso nella preparazione dell'allestimento all'aperto (al centro giovanile c'è un bel parco) per l'aperitivo, nell'apertura di qualche blog con relative spiegazioni e su qualche spiegazione su flickr perchè ero stufa di ripetere le stesse cose a tutti.

Ora dell'aperitivo!!!
Poi cercherò l'autobus più vicino, onde arrivare a casa, onde collassare, onde dormire, onde arrivare riposata a domani e alle lasagne che la mia coinquilina Sara, cuoca provetta, preparerà per la comunità.

Buon weekend!!!
(i bilanci a lunedì)

Creattivamente in action/2

La mattinata e' andata. Quattro gruppi (50 persone in tutto) sono venuti a turno nella saletta web e ho spiegato loro cosa e' un blog, come puo' essere usato ecc.
Ovviamente il tasso di interesse era di un ragazzo ogni 10-12 (e non e' malaccio, pare).
Tutto nella norma, insomma, un certo disinteresse me lo aspettavo pure, per quanto poi uno si chiede "Ma non sono i giovani il grande segmento di mercato? Quelli che fanno muovere lo sviluppo di certe cose?". E dire che io, al liceo, certe cose me le sognavo proprio, non ci portavano in giro nemmeno - che so - al museo del confetto o al Castel del Monte, per dire di due cose vicine e "di massa" nella mia citta'.
Ma a questi ragazzi cosa interessa? Detto senza sarcasmo, sia chiaro. Ero al liceo sette anni fa, non venti. Pero' non mi ci riconosco, mi sembrano un altro pianeta.
Ora siamo in pausa pranzo. I ragazzi che si sono occupati dell'organizzazione sono simpatici. Qualcuno e' andato a prendere piadine per tutti.
A pomeriggio i laboratori saranno aperti a tutti. Vedremo se ci sara' qualcuno un pochino piu' reattivo...
Nota di colore: C'erano dei post-it a disposizione di chiunque per lasciare messaggi, impressioni ecc. Qualcuno ha scritto "Sarebbe bello saperne di piu' ma senza allusioni comuniste". Eh!?!? (noi siamo qui a chiederci a cosa si riferisse l'anonimo non-comunista)

Creattivamente in action/1

Dato che oggi sono in sala computer e devo restarci, provo a fare un po' di cronaca della giornata.
Qui ci sono le persone che hanno lavorato per i workshop di radio, tv, spot e online.

Tra poco arriveranno i ragazzi delle scuole superiori che si spargeranno per il centro giovanile.
Ecco il programma. Dalle 17, anzi, anche prima, i laboratori saranno aperti a tutti coloro che vogliano saperne di piu'.
Appuntamento al centro Ex-Tiro' di Casalecchio di Reno.
Note di colore: qualcuno nella sala musica sta provando Romagna mia. Non commento. Soprattutto su quanto siano intonati. Ma mica suonano stasera, questi?
Add: ho appena registrato una breve presentazione audio dei workshop e di quello che abbiamo fatto sui blog (ok, basta solo che io non mi riascolti!).

venerdì, maggio 12, 2006

Creattivamente

Domani seconda edizione di Creattivamente!!
A conclusione della seconda edizione de La città creativa i ragazzi che da novembre a maggio hanno seguito i workshop presenteranno i loro lavori: una trasmissione radiofonica, uno spot, un blog e un video.
Saranno allestite una stazione radio, una stazione tv e una stazione web. Dalle 17 laboratori aperti a tutti.
Poi aperitivo musicale e divertimento fino a sera in quel di Casalecchio di Reno!!
Fateci un salto!!

giovedì, maggio 11, 2006

Anche anonimo va bene

Se qualcuno vuole dimostrarmi che mi vuole bene o ha qualcosa da farmi perdonare, sappia che questa è la strada giusta.

martedì, maggio 09, 2006

Procrastination

Una recente puntata di Rocketboom conteneva un simpatico omaggio a un'attività (?) che a volte mi prende (e credo di non essere l'unica!) - anche ora, in realtà!.

E inoltre: come si fa un margarita (Jessie, quanto mi manchi!) e comparazione di birre messicane. Enjoy!

:-)

Capisci che qualcosa è cambiato quando ti trovi nell'organizzazione di una manifestazione letteraria e contatti (con toni formali) una scrittrice per chiederle di partecipare e nella risposta (con toni formali), alla fine, c'è uno smiley sorridente.

Best Messenger "away message"

Emma si laureerà in Inglese a Vassar fra meno di tre settimane. Di recente ha lasciato questo messaggio di "Away" sul suo messenger.

"tell me again why I have to write this if we're already alums? Can't I use my wonderful Vassar education and question authority by refusing to submit to the conventional and arbitrary modes of acheivement that serve only to promote the privileged and instill only a superficial sense of accomplishment while doing nothing to actually improve the world? What have finals done for art? or society? or world hunger? Nothing! And that, my friends, is why I'm starting a finals-boycott. Let's send the man a message: we're tired, we're overworked and we're not going to take it anymore! 1, 2, 3, 4, I don't need an exam score, 5, 6, 7, 8, I know I'm gonna graduate!"

(via Sara "slide on the ice" Perle, anche lei futura laureata!)

lunedì, maggio 08, 2006

In compagnia degli Indie.

(post dedicato a chi mi faceva ascoltare i Coldplay e se ne vergognava dicendo che di solito ascoltava musica indie. Poi in realtà i suoi ascolti medi erano l'equivalente della colonna sonora di Dawson's creek. Senza offesa, solo per la precisione).

Alcuni amici e blogger che frequento ascoltano musica cosiddetta Indie. Questo in sintesi. Poi qualcuno farà lo snob, qualcuno dirà che è riduttivo, che non va bene categorizzare. Chiacchiere che a me non interessano. Io sono aperta a (quasi) tutti i generi di musica...quindi piuttosto passatemi qualche cd!!!

Il punto è che dovevo fare un'introduzione per spiegare quanto mi ha fatto ridere questa guida dal suggestivo titolo:

IMPARA ANCHE TU A RICONOSCERE LA MUSICA INDIE AL PRIMO ASCOLTO, IN MODO DA FARE BELLA FIGURA COI TUOI AMICI INDIE CHE TI CREDERANNO UN ESPERTO.

sabato, maggio 06, 2006

E non tirate in mezzo Dante.

A proposito di interrogazioni parlamentari o petizioni, la mia prossima crociata sarà quella di far parlare i fiorentini senza che si mangino le parole.
Questo perchè ieri sono stata a Firenze e ho rischiato di perdermi perchè chiedevo indicazioni su uno stesso posto e ne ho ricevute su altri. Cioè il posto era lo stesso, ma avrebbero potuto essere tre luoghi diversi, a giudicare dalla pronuncia.

No all'apartheid della segregazione urinaria

Se queste sono le interrogazioni urgenti del nuovo Parlamento, siamo messi bene...
Meno male che c'è chi reagisce con garbo (e continua a salirmi in stima) e stile.
[poi dicono che ci sono parlamentari strani e pittoreschi...]

giovedì, maggio 04, 2006

Eco (o anche "come una persona normalmente disinvolta fu presa da profonda soggezione nei confronti di un notissimo intellettuale")

Umberto Eco è un'intellettuale.
Non si contano i libri che ha scritto e le lauree che gli hanno conferito (mica parliamo di Valentino Rossi, eh).
Ci sono discipline (sebbene io sia talvolta scettica sulle stesse) che si fondano sulle sue teorie, per dire.
Insomma, inutile che mi dilunghi.
Poi per chi, come me, si è laureato in Comunicazione a Bologna, Eco è una presenza, invisibile e non. Non importa con chi tu parli: appena dici cosa studi e dove, qualcuno dirà "Ah, Umberto Eco, no?". Associazione di idee pura e semplice.
Umberto Eco, Umbertoeco, umbertoeco, umbertoeco...
Poi in realtà io non ho mai avuto Eco come insegnante, nè ho mai portato libri di Eco come testi d'esame (un paio di saggi per l'esame di semiotica, giusto quello). E non ho mai letto suoi libri nel tempo libero. Un po' perchè ho trovato altro da leggere, un po' perchè, come mio solito, quando sento parlare troppo di qualcosa, istintivamente mi scoccio e mi rifiuto di leggere il libro o vedere il film in questione, salvo recuperare in seguito (la sindrome del "Le cose cominciano a piacermi tre minuti dopo essere passate di moda". Non lo faccio apposta, giuro).
Insomma, mi seccava l'idea di sentirmi in dovere di leggere un libro solo perchè tutti dicevano che era bello o perchè "l'ha scritto Umberto Eco".
Poi ieri mi dicono che devo contattare Umberto Eco per consegnargli una cartella stampa per un'iniziativa culturale. Devo andare alla presentazione di un libro con la responsabile dell'evento. Non devo parlare quindi.
Ma.
Alla responsabile viene la febbre.
Devo andarci io. Parlare io. Consegnare io.
E la sottoscritta, che è di una disinvoltura inversamente proporzionale al coinvolgimento, va in palla appena si trova davanti il noto intellettuale di cui non si è mai occupata. Lui sta bevendo una limonata, mica discettando di estetica.
Niente da fare. Soggezione.
E parte il flusso di coscienza del tipo: non posso disturbarlo mentre beve mentre passa non posso dico io dovrei chiedergli la mail andiamo io che chiedo la mail a umberto eco secondo me mi guarda storto ah ma non è tanto alto pensavo di più ma magari è una persona normale sarà un nonno anche lui devo parlargli dell'iniziativa ma no non è possibile che lui non sappia qualcosa umberto eco che non sa qualcosa che io so ma sì lo sa ma insomma devo chiedergli davvero la mail.
Poi, la fu disinvolta sottoscritta si ricorda che deve farlo perchè è un incarico che si è assunta, una specie di lavoro (si può chiamare lavoro anche se non ti pagano?Uhm...). E si ricorda che il suo senso del dovere è superiore ad altre sue caratteristiche. E va. E parla con Umbertoeco. Che è affabile e dice che a ottobre 2006 (quando si svolgerà la manifestazione) sarà probabilmente altrove. Anzi, forse anche a ottobre 2007. Però scrive comunque il suo indirizzo di posta elettronica sul taccuino.
E così, quella che un tempo era una persona disinvolta, e che domani tornerà ad esserlo, consegna la cartella stampa e se ne va contenta, missione compiuta.
Ho parlato con umbertoeco. E non ho fatto figuracce. Di qui in poi è discesa (o no?).
Intanto, domani Firenze e presto un po' di altri giri in programma. Non male per una che è virtualmente ( e non solo!) disoccupata.

mercoledì, maggio 03, 2006

Sotto il cielo (e il sole!) di Torino

(questo weekend non sarebbe stato lo stesso senza l'istinto da cicerone di Suz, una cosa tanto innata che, se fosse per lui, organizzerebbe giri turistici nei posti più brutti di Torino, solo per completezza dell'informazione)
A volte è difficile spiegare i momenti in cui ci si trova bene e ci sente a proprio agio, come se certe persone si conoscessero da sempre.
Il weekend lungo a Torino è trascorso tra belle persone, tempo splendido, buon cibo, giri in collina, monitoraggi politici e abbattimento di un tabù (finalmente ho visto Profondo Rosso e non ho avuto tanta paura, nonostante io sia un fifona storica).
Ovviamente sono stata condotta allo stadio alla partita del Torino.
Ovviamente ho assistito al corteo del Primo Maggio (...se c'erano contestatori di Buttiglione?...ahem...).
Dato che i post per punti sono tanto vituperati, ma poi sono comodi, farò un post per punti, fingendo pentimento.
  • Tutto il Senato minuto per minuto. Non si gioca così con il fegato della gente. Meno male che da queste parti riusciamo a prenderla con simpatia (con punte di ossessione, non dico di chi). Per la cronaca, "Marini. Chi?" sarà un tormentone per tutto il weekend
  • "Ma anche tu hai un tuo perchè". Durante la cena di venerdì sera Suzukimaruti ha dato assolutamente il meglio di sè quanto a galanteria e gentilezza assortite verso cose e persone. "Sei una forma di vita basata sul carbonio" è decisamente la frase che ogni persona vorrebbe sentirsi dire almeno una volta nella vita. Futuri (eventuali!) corteggiatori avvisati.
  • La maledizione di Axell: Mai prendere in giro Axell, soprattutto parlando dei suoi post. L'incauto che lo ha fatto ha perso euro 50 la sera stessa e l'altro incauto che ha riso con lui ha fracassato lo schermo del palmare meno di 24 ore dopo. Va detto che Axell si è tenuto la presa in giro, mica ha lanciato maledizioni. Sarà che Torino è una città esoterica...mah...siete avvisati, ecco.
  • Il Toro, croce e delizia La mia escursione allo stadio è stata ben soddisfacente. In modo del tutto fortuito avevo portato una maglietta pseudo granata e quindi ero "esteticamente corretta" (e il Torino ha pure vinto!). Già si pensa a convertirmi: ho dovuto promettere a mamma maruti (supertifosa!) che se mi trasferirò a Torino andrò sempre allo stadio a vedere il Toro. Lo spettacolo vale la visione. Non nel campo, dico sugli spalti, con certi blogger che ne picchiano altri in corrispondenza di ogni gol a favore e che insultano arbitri e giocatori, cercando di mantenersi politicamente corretti.
  • Compresi mamma, amici ecc. Mi sto informando sulle adozioni per i single. Perchè io, mi sa, adotto tutta la famiglia, proprio tutta.

martedì, maggio 02, 2006

La strana sensazione di essere senza fili

Primo post wireless.
Scrivo dal fianco destro del Comune.
Piazza Maggiore è di fronte a me.
La giornata è stata piena, ho cominciato a lavoricchiare (volontaria non pagata...solo per la gloria, yay!!); ma è un progetto che mi piace e non è troppo impegnativo, quindi va bene.
Ora vado, chè forse mi tocca pure litigare con qualcuno e poi andare a una festa di compleanno.
Che fatica...ma senza fili è meglio!!!

Mattinata di passione (per il template)

Dopo aver sminchiato il template non so nemmeno come, credo di aver ripristinato tutto (non so nemmeno come).
Segnalatemi se qualche cosa manca o è diversa da prima.