Ieri ho scoperto che
Federica Mogherini avrebbe parlato della politica estera prossima ventura di Barack Obama al
circolo PD di fronte casa mia e mi ci sono naturalmente fiondata, con notevole curiosità su quello che avrei ascoltato.
L'incontro era
ben preparato ed è stato ben condotto dalla Mogherini e dal responsabile del gruppo Mondo Europa (di cui non ricordo il nome).
Ora, premetto che io, di politica internazionale, so qualcosina ma non sono propriamente un drago e, anzi, diverse cose dette ieri le ho capite grazie alla recentissima lettura dell'ultimo numero di Limes dedicato al "
Presidente eletto", ma devo dire che sono rimasta positivamente stupita.
Dalla conoscenza e dall'attenzione delle persone presenti, non molte, ma di varie età.
E poi dalla preparazione e dalla competenza della Mogherini, che di queste cose si occupa nella sua attività politica.
Le domande sono state molte e hanno spaziato tra vari scenari geopolitici, sconfinando nei temi economici, le risposte sono state puntuali ed esaurienti. E, devo dire, ho anche apprezzato l'onestà intellettuale di dire "questo è quello che so, ma non me ne occupo abitualmente" quando alcune domande hanno esulato dal già ampio campo di discussione.
Oltre al merito dei discorsi - due ore dense, a cui non renderei giustizia con una sintesi qui* - la serata di ieri mi ha fatto riflettere su un paio di cose.
Uno: io ultimamente sono estremamente critica nei confronti del PD, tanto per stare in termini sintetici. E ho delle aspettative così basse che mi sono parecchio entusiasmata nel vedere una cosa che dovrebbe essere in teoria normale: una parlamentare che mostra capacità e conoscenza delle cose di cui si occupa.
Due: che ci sono i modi per far avvicinare la gente alla politica, per mostrare le proprie competenze (parlando di parlamentari e/o membri di un partito), per discutere di temi importanti e confrontarsi con gli elettori. Disgraziatamente, non passano per i salotti televisivi, ma più probabilmente per i circoli sotto casa.
Il che, certo, pone un problema in termini di numeri, dato che il confronto è qualche decina di persone Vs. qualche milione. Ma anche, e soprattutto, pone un problema in termini di scelte, alcune (molte?) scelte.
Ieri sera, verso la fine, si è passati alla politica di casa nostra e si è detto che una cosa che non c'è nel PD (tra le cose che mancano) è una modalità definita di processo decisionale. Il che è evidente da mooolte cose, non ultimo il fatto che si invochi un congresso ogni due per tre.
Non so quanto si possa andare avanti solo con parole d'ordine, con le gare a chi urla più forte e a chi scontenta meno persone e - soprattutto - personalità.
Sbirciare la possibilità di una prospettiva diversa a venti metri da casa mia mi ha reso questo (alquanto frequente) pensiero un po' più reale e concreto del solito.
*nota: recupero su questo, ma in un post separato