giovedì, maggio 31, 2007

Cronaca di un lungo weekend rambling- mode/ 1

Venerdi: dopo l'orario di ufficio tutti al MoMA !! Ubriacatura di arte moderna e contemporanea e visita alla sezione "fotografia" - un po' ridotta, per quel che ho visto.
Hint: il venerdi l'ingresso è gratuito dalle quattro alle sei e il museo resta aperto fino alle otto e mezza (di solito chiude tre ore prima).

Cena a pochi isolati di distanza presso luogo denominato "il carretto del kebab", uno dei migliori mai mangiati. Il carretto è all'incrocio tra la Sesta Avenue e la 53esima strada ed è sempre lì, almeno a giudicare dal fatto che ha addirittura le buste apposite gialle e rosse con tanto di indirizzo e slogan. Gente che accostava con la macchina e vi ritornava con una decina di piatti di kebab da asporto. Fila di mezz'ora, ma ne è valsa la pena. Consiglio la scelta del beef, ma anche il misto beef+chicken non è male.

Sabato: Staten Island. Essendo le persone meno organizzate del continente, anzi sia di quello di provenienza che di quello dove attualmente viviamo, siamo partite con l'unica idea di andare a Staten Island e una serie di nozioni che si riassumevano più o meno con "Staten Island è un'isola". O giù di lì, ecco.
Alla fine abbiamo rimediato una guida in cui si parlava del Historic Richmond Town, una sorta di ricostruzione di una cittadina del Settecento. Ora, ci sono stati ritrovamenti un po' in tutta la zona circostante e le case sono state spostate (ebbene sì) in un luogo solo. Molti dei mobili in realtà sono stati riprodotti quindi di cose originali, nonostante l'apparenza, ce ne sono pochine.
E mi fermo qui altrimenti di questo passo scivolo nello snobismo da turista italiano della serie "niente è abbastanza storico per me". Poi, da dire, alla modica cifra di dollari 3.50 (ok, 5 dollari, ma noi siamo giovani e ci siamo spacciate per studentesse) la visita guidata da gente in costumi tipici e quella al museo storico - con simpatica sezione giocattoli - non è stata male.

Al ritorno giro per Lower Manhattan: City Hall (e parco delizioso con dei bellissimi lampioni - ho delle foto da qualche parte) e Ground Zero.
Poi il tribunale, Tribeca e serata al Greenwich Village (I heart Greenwich Village!!), dove, dopo cena abbiamo preso la metropolitana con il GGG (Giovani Gay di Greenwich - ho inventato il nome btw). Tutti sembravano essersi dati appuntamento alla nostra fermata per andare downtown. Tutti erano più caciaroni degli italiani - sì, ci autoconsideriamo metri di paragone per questo.
E, sia detto senza la minima ironia, quasi tutti ci davano punti in quanto a femminilità. Sic.

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