giovedì, maggio 31, 2007

Ground Zero

Sabato scorso Ground Zero.
Non ho scattato foto di proposito, io che tra un po' scatto foto pure ai cestini dell'immondizia.
Per una serie di motivi ma fondamentalmente perchè non ha senso.

Il fu World Trade Center e il wannabe qualcos'altro. Ci sono le ruspe che costruiscono, anche di sabato, anche dopo gli orari di lavoro. I tabelloni che parlano del progetto della Freedom Tower. Foto della tragedia, della cronologia della tragedia, dei soccorritori, alcuni dei quali sono morti proprio durante il loro operato, proprio dopo essere stati immortalati dalle foto. E forse è un modo per ricordarli ma a me pare crudele
Gente che guarda, che scatta foto. Sì, ma a cosa? Al volersi sentire parte di qualcosa a tutti i costi?
Sì, quelle immagini le abbiamo viste tutti e non le dimenticheremo e forse ricorderemo sempre dove eravamo quel giorno, a quell'ora. Probabilmente la nostra società, il nostro mondo è stato cambiato quel giorno.
Ma le foto, il non accontentarsi di essere partecipi, il voler a tutti i costi "esserne parte" mi sembra fuori luogo. Dico a me, alla mia sensibilità. Io non so (e spero di non saperlo mai, beninteso) cosa vuol dire esser preda di un attacco terroristico, perdere persone care, vedermi letteralmente crollare il solito mondo addosso, subire quella che è una ferita da mille punti di vista.
E, se lo sapessi, mi darebbe un po' fastidio uno che pensa di capirlo, di parlarne, di esserne parte scattando una foto a me o al mio mondo che non c'è più.


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4 commenti:

www.mauriziamancini.com ha detto...

Sono pienamente d'accordo. C'è gente che fa le foto alle foto. Gente che vende illegalmente opuscoli e libri illustrati pieni di sofferenza. E pare che nessuno si accorga di quell'atmosfera terribile che c'è, quell'urlo di morte che riempie lo spazio.

DeMa ha detto...

non sono d'accordo. cioè, non su tutto. da fotografo, dirò che manca una educazione all'immagine che ci permetta di essere consapevoli di ciò che scattiamo, del perchè lo facciamo, del "quali conseguenze questo produce". Il dramma delle TT ha ovviamente coinvolto gente "bassa" che ne è stata tremenda vittima, con tutte le conseguenze del caso. E' forse questo sentimento misto alla pruriginosa necessità dell'esserci che ci fa scattare così copiosamente, anche dove il buon senso consiglierebbe un po' di "silenzio degli occhi". Tuttavia, non penso che il mondo "mi sia crollato addosso". Mi E' STATO FATTO CROLLARE. Non l'ho scelta io la strategia del deterrente, non ho scelto io di scegliermi un altro nemico visto che il precedente era venuto meno. Non posso nemmeno scegliere di dire che l'11 settembre è stato progettato, voluto, e che qualcuno ha SACRIFICATO cittadini solo per poter conservare POTERE. dunque, non ci sto nel (falso) moralismo mainstream che in qualche modo traspare - se era questa l'intenzione, se no mi sarò sbagliato - anche dalle tue righe. Fanculo mondo. Mi ha strafogato di tecnologia e poca educazione, e allora io (che non sono nessuno, sono solo un provinciale) ti strafogherò di cattivo gusto, fotografie del dolore, tentativi di comprensione (benchè impossibili). La cosa migliore per le TT era silenzio. Se in molti scattano, è perchè prima di tutto chi ha voluto che questo accadesse scatta. Dunque, davvero, è il caso di provare fastidio? E per cosa?
m.

Antonella Napolitano ha detto...

Onestamente mi pare che mischi molte cose, ma magari non ho capito bene io, nel qual caso rispiegami pure, per piacere.

Sulla tragedia del World Trade Center non mi avventuro in considerazioni politiche, non é la sede né la mia intenzione.
Ma ti faccio notare che il mio intervento andava proprio a parlare di sentimenti come quelli che tu esprimi quando dici che il mondo ti é stato fatto crollare addosso.
No, non é vero. Per quanto l'undici settembre sia stata una tragedia "globale" che ha cambiato il corso di molti eventi il mondo non ti é letteralmente crollato addosso, a meno che tu (o uno dei tuoi cari) non fossi lí quel giorno.
Senza parlare delle vittime nelle TT, tu non hai passato ore nel dubbio che una persona amata potesse essere li', non sei arrivato in ufficio e ti sei visto crollare lo scenario che vedi ogni giorno, né la tua casa, non hai dovuto ricostruire, non ti sei sentito sotto attacco a casa tua.
A meno che tu non fossi lí, certo.

Che per sensibilitá uno possa "sentire" una cosa del genere mi va anche bene.
Che con una foto ci si illuda di esserne parte allo stesso modo mi dá un po'fastidio.
Che la foto sia scattata alla pari di una qualsiasi altra attrazione turistica, me ne dá parecchio.

Intanto mi pare strano che parli di moralismo mainstream e non solo perché non mi conosci, ma perché ho precisato che queste sensazioni riguardano me e la mia sensibilitá.
Piuttosto mi pare che tu ti butti nel mainstream quando dici "tutti scattano, perché provare fastidio?". Perché non dovrei? E a questo punto cosa é davvero mainstream?

Riccardo "Bru" Cambiassi ha detto...

hmmm io là in cima ci lasciai un po' il cuore.
non so... credo di capire.
Il fatto di non fotografare intendo.