(o anche - va detto prima - una solenne, gratuita e peregrina vagonata di fatti miei)
Ieri, in giorno frenetico di settimana frenetica di mese frenetico, è successa una cosa piuttosto strana. Mi sono fermata (e già questo!) in cucina davanti a un enorme piatto di ciliege messo lì dalla coinquilina. Per motivi ignoti mi è tornato in mente un preciso momento di ormai otto anni fa, quando con alcune compagne di classe – il “gruppo stretto” cosiddetto – abbiamo deciso di pranzare insieme prima di rientrare a scuola nel pomeriggio per delle lezioni integrative (destino di ogni classe prossima agli esami di maturità è che i programmi non siano mai terminati in tempo).
È finita che ci siamo ritrovate in cinque su una panchina con un recipiente pieno di ciliegie, cinque persone diverse, una incinta di otto mesi, a cercare di capire cosa sarebbe successo dopo. A dire il vero non ricordo se ce lo siamo esplicitamente chiesto ma insomma era così, il momento era quel che era e che le cose sarebbero cambiate in poche settimane era un dato di fatto (e non solo per la pancia ormai enorme di Ale).
Però alla fine, tra le domande e le risate, la cosa che mi ricordo era che eravamo cinque diciottenni che pensavano a cose molto grandi e sconosciute e intanto facevano a gara a chi sputava più lontano i noccioli di ciliege. Tranne me, va detto, che in quella circostanza ho scoperto di essere del tutto incapace di sputare, nonostante ripetuti tentativi di insegnamento di tecniche assortite.
Siamo rimaste in contatto in questi anni, abbiam vissuto all'estero, ci siam sposate (e anche no), fatto figli, divorziato, affrontato malattie e una serie di altri problemi più o meno grossi. Otto anni e penso che nessuna di noi sia diventata quello che pensava di diventare – se pure qualcuno credeva di averne idea. E credo che nessuna sia pentita che le strade che sembravano grandi e dritte non abbiano portato in nessun posto, l'ho pensato mentre parlavo con Eleonora, che ieri ho chiamato quasi d'impulso in questo giro di pensieri che non va da nessuna parte.
Anzi sì, volevo dire.
A guardarmi intorno mi sembra che ci siano ottimi motivi per fare il contrario, per sedermi tranquilla e aspettare che succeda qualcosa e magari lamentarmi delle cose che cambiano e non dovrebbero o che stanno ferme invece di muoversi.
E invece mi sono accorta che non è molto sano, forse, ma mi sa che io non ho perso l'entusiasmo.
4 commenti:
bello leggere i fatti tuoi... ma ora, che ne tsarà di noi?! :)
a proposito, io l'altro giorno mi son ritrovato a mangiare una sporta di ciliege e fare a gara di sputi con mia nipote di cinque anni, lei sembrava avere le idee molto più chiare di me sulla vita... :) ... :(
e ora al lavoro, che qui non c'è tempo per poltrire!
M.
Ma nel frattempo, almeno hai imparato a sputare i noccioli?
:-P
Scherzi, vero?
Sono un'impedita, ora come allora.
Devo dire che non mi sono molto esercitata in questi anni, però.
...che sia il caso di ritentare? ;)
Sei sempre un'anima bella, anto.
(da uno che non si stanca mai di restare occulto)
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