martedì, ottobre 28, 2008

Il giorno migliore che puoi (anche se sei un po' paperino)

Oggi succede che ti svegli e piove e tu hai i vestiti stesi sul balcone.
Succede che ti prepari cercando di schivare i gatti in affido temporaneo alla tua coinquilina ed esci a spedire una cosa per conto dell'ufficio.
Succede che piove ancora e tu hai il computer a tracolla, la borsa e questo pacchetto in mano che non è il caso di far bagnare.
Succede che un colpo di vento ti rovescia l'ombrello e te lo fa quasi volare via e te lo ritrovi in mano, del tutto inservibile.
Succede che ti scapicolli verso il primo negozio di cianfrusaglie cinesi (sempre con mille cose in mano) e chiedi un ombrello.
Ne hanno solo fucsia e violetto.
Scegli il violetto e quando lo apri scopri che ha le nuvolette disegnate sopra.
Succede che nel frattempo ricevi telefonate e sms di auguri (e la circostanza è piacevole, ma ti spinge però a chiederti se, forse, una terza mano, tante volte...).
Riesci a imbucare delle lettere e a buttare l'ombrello rotto, mentre pensi che i pantaloni sono troppo lunghi per gli stivali che hai messo oggi, meglio non guardare come son ridotti.
Entri in pasticceria, chiedi dei pasticcini - sei sempre al telefono - e vieni guardata in modo interrogativo (un collega spiegherà che a Roma i pasticcini sono un'altra cosa rispetto a quella che indicavi). Ti chiedono "Quanti", tu dici "boh, siamo in sei", riesci a farti dare un vassoio piccolo, incasinandoti col resto e con gli altri clienti intorno a te [in mano: portafogli, ombrello, telefono + borsa e computer a tracolla].
In qualche modo riesci ad aprire l'ombrello violetto con le nuvolette e ad arrivare in ufficio, sempre sotto la pioggia.


E in tutto questo continui a ripetere "paperino, tu sei paperino" ma ridendo in fin dei conti, contenta.
Per gli auguri, per l'affetto.
Poi perché insomma, ieri una persona mi ha detto di passare il giorno migliore che potevo, e aveva ragione.

Grazie a tutti.

lunedì, ottobre 27, 2008

Twitter, strumento da terroristi (?!)

Ho letto quasi contemporaneamente il pezzo di Marina e la segnalazione di Sara su questo presunto "pericolo terroristico" costituito da twitter...un'altro modo per controllare le conversazioni in Rete da parte del governo?
Qui Marina spiega la tesi del report:
Twitter potrebbe essere l'ultima frontiera dei terroristi, parola dell'esercito statunitense. All'origine della nuova emergenza segnalata dal 304° battaglione dell'intelligence Usa c'è la conformazione del servizio di microblogging e la sua ottima integrazione con cellulari e dispositivi mobili: caratteristiche quindi che lo renderebbero adatto all'organizzazione e alla mobilitazione dei gruppi estremisti.

Del resto, le stesse potenzialità sopracitate di twitter lo rendono un utile strumento per organizzare manifestazioni, flashmob e altre attività "dal basso" e senza un nodo centrale, attività - guarda un po' - non molto gradita dall'intelligence.

Dal documento originale:
"Twitter has also become a social activism tool for socialists, human rights groups, communists, vegetarians, anarchists, religious communities, atheists, political enthusiasts, hacktivists and others to communicate with each other and to send messages o broader audiences."

Victor Maldonado, che riporta la notizia, ironizza ("That's right, vegetarians are apparently moving online in a brazen attempt to convince Americans that tofu is just as satisfying as meat! Bastards!!") e conclude:

The report went on to say, "Twitter is already used by some members to post and/or support extremist ideologies and perspectives."

Sometimes fact is just stupider than fiction.

Frammenti di discorso politico/2


C.J. Cregg
: Everybody's stupid in an election year, Charlie.

Charlie Young: No. Everybody gets treated stupid in an election year, C.J.

domenica, ottobre 26, 2008

Nativi digitali, non esattamente

Howard Rheingold parla di social media literacy e istruzione sul blog della Harvard Business Review:

When I first faced students in a classroom, I was surprised to discover that the mythology I had believed about "digital natives" was not entirely accurate. Just because they're on Facebook and chat online during class and can send text messages with one hand does not mean that young people are acquainted with the rhetoric of blogging, understand the way wikis can be used collaboratively, or know the techniques necessary for vetting the validity of information discovered online. Just as learning the alphabet requires further education before a literate person can compose a coherent argument, learning the skills of effective social media use requires an education that today's institutions and teachers are ill-prepared to provide.

venerdì, ottobre 24, 2008

Essiccamento

Aveva cominciato così, senza un preciso scopo, a dire quello che pensava. Con scarsa pietà, di solito, con empatia, occasionalmente. Aveva cominciato a non tralasciare niente quando rispondeva a domande tipo "Cosa ne pensi?".
Aveva iniziato così, forse per affetto, e aveva continuato quasi per inerzia, senza rendersi conto della estrema semplicità nel farlo.
Banalmente, era del tutto sincera, con convinzione, il più delle volte, con distrazione, in qualche caso, per la naturalezza con cui le veniva di farlo.

Scoprì presto che le opinioni, le parole esposte, sono come cibi al sole: si seccano e cambiano consistenza. E così agli altri risultava più facile pensare che parlasse con uno scopo nascosto, con il classico secondo fine. Era tutto talmente semplice da risultare complicato agli occhi dei più.
Continuavano a chiederle "Cosa mi nascondi, cosa non mi hai detto", con sguardi, non parole, quasi sempre.
Si stupì nel non provare fastidio nè curiosità per quello strano atteggiamento.
Si ritrovò a notare la propria totale assenza di interesse verso la scoperta dei segreti altrui, casuale o meno che fosse, e imprevista gratitudine verso chi le metteva i pensieri davanti agli occhi chiedendole di guardare.
Inclinava la testa verso destra in quei casi, ci mise un po' ad accorgersene. Le avevano detto che si fa così quando si sta ricordando qualcosa, e invece a sinistra quando si inventa.
In realtà avrebbe potuto essere anche il contrario, non era sicura, ma quell'idea, di ricordare qualcosa in quei momenti, le piaceva.
E in fin dei conti, non faceva poi molta differenza.



mercoledì, ottobre 22, 2008

Frammenti di discorso politico/1

Appunti per una riflessioni sulle narrative in politica:

Una delle più vecchie strategie della destra è quella di ripetere all'infinito frasi che evocano i suoi frame e definiscono il problema nei suoi termini. Questa ripetizione fa sì che il suo linguaggio appaia normale, consueto, e i suoi frame costituiscano il modo più normale e consueto di vedere i problemi.


lunedì, ottobre 20, 2008

Equivalenze (o "dello stare al mondo")

"...sì, e insomma, ha una villa spettacolare. E pare abbia tipo dodici Ferrari. Mah, non so cosa me me ne dovrei fare, io, di dodici Ferrari."

"Tu non capisci: sai quante scarpe si comprano con una Ferrari?"

sabato, ottobre 18, 2008

Obama a Pietralata: discorsi sull'infatuazione per un leader

Ieri sono stata a Pietralata a un incontro organizzato dai Mille dal titolo "Obama Revolution: infatuazione collettiva o politica nuova (anche per il PD)?".

Diego e Ivan Scalfarotto hanno parlato della figura di Obama, dell'impatto di novità che porta nella politica – a partire dal suo stesso partito – e nella società, e in tutti quelli che ha fatto appassionare alla politica.

Sono considerazioni di cui si è detto e di cui ho parlato spesso (e quindi non mi dilungo) ma che, secondo me, ha valore portare in contesti diversi, con persone diverse da quelle che di solito parlano “dall'alto” di giornali e salotti televisivi. Io, poi, in un incontro in sezione (circolo? Uhm, vabbè) non c'ero mai stata, e i contesti nuovi mi incuriosiscono, specie se ci vedo vita. E mi ha fatto molto piacere, non è scontato trovarne.

Di qui in poi riflessioni sparse e del tutto personali sui discorsi di ieri




(Non) mettiamoci la faccia

Nell'introduzione Francesco Costa ha puntualizzato giustamente che forse il titolo esatto sarebbe stato "infatuazione collettiva E politica nuova". Lo trovo molto vero e questo mi dà occasione di dire una cosa che penso dall'inizio (e che avrei voluto dire ieri ma non ce n'è stata occasione): l'infatuazione, in quanto tale, finisce. Sempre.
Se Obama diventasse presidente diventerebbe comunque Presidente degli Stati Uniti: se tutto va come si spera, si troverà in una posizione di potere che lo porterà sicuramente a fare scelte impopolari e magari anche sbagliate (parlo di guerra ed economia, innanzitutto). E questo senza necessariamente tradire se stesso o le cose che ha detto.



Sì, il contesto sì. Un altro.

Ieri Michele faceva notare la retoricità dei discorsi di Obama, di temi e modi che hanno presa negli Stati Uniti ma che mai potrebbero averne qui, basti pensare ai riferimenti religiosi e ai racconti legati alla conversione, una cosa impensabile in Italia.

Qui da noi, per dire, i politici nostrani a intervalli regolari affermano (con varianti sul tema) di aver trovato la fede o la spiritualità etc. Un modo come un altro per strizzare l'occhio al Vaticano e al suo potere, una offesa bella e buona per chi la fede ce l'ha davvero e la vive quotidianamente nonostante tutto (anche il Vaticano ;-) ).

In generale la cosa che mi ha sempre colpito dell'infatuazione di Veltroni per Obama è proprio questa, voler importare un modo di dialogare diverso in un contesto diverso, con tutte le implicazioni, talvolta ridicole, che si immaginano e che si sono viste. Insomma, qui non siamo negli USA, si è notato?


Si sono fatti frequenti paralleli con Veltroni, certo. Ma si è parlato anche di altri leader stranieri: Zapatero, naturalmente, ma anche (e ho apprezzato molto Scalfarotto per averlo fatto) anche di David Cameron, quarantenne leader dei Tory, il partito conservatore britannico, partito che ha saputo scegliere una figura giovane, “di rottura” (approccio che ha spiazzato diversi amici laburisti che me lo raccontavano), se vogliamo, ripensarsi, reiventarsi, parlare e anche, credo, ascoltare – e non mi pare troppo curioso che parte di questa strada sia passata anche dalla Rete.

(nota: Scalfarotto ha sottolineato come lo stesso Sarkozy sia di “rottura” rispetto a Chirac, non in continuità, sebbene in analoga area politica)


Guidare e non rincorrere

Si è parlato poi di questo episodio, ne riporto la cronaca del Messaggero:

La soluzione, per Veltroni, è quella di lavorare a un patto educativo tra sinsegnanti e genitori: «Dire non una destra che vuole educare con la tv». È dopo questa frase che gli applausi scroscianti per il leader del Pd hanno lasciato posto all'urlo di un contestatore: «Lo dici proprio tu che hai fatto l'accordo con loro su Petruccioli!», ha gridato Marco Quaranta, insegnante di violino mostrando un articolo di Repubblica datato 23 settembre dal titolto: "Rai, Veltroni Rilancia Petruccioli". Veltroni ha risposto che l'augurio è che in commissione di vigilanza la maggioranza rispetti la scelta del candidato dell'opposizione, Leoluca Orlando dell'Italia dei Valori. E prendendo il contestatore per un grillino ha aggiunto: «Dovunque vado faccio sempre la stessa domanda e cioè: dov'è finito Grillo? Da quando c'è la destra in Italia è sparito». Applausi dalla platea, ma il contestatore non si ferma e grida: «Io non sono uno di Grillo, sono un iscritto al Pd». E Veltroni, che di scuola ed educazione aveva parlato fino a poco prima ha ribattutto: «E allora la prima cosa che devi imparare è la buona educazione...».


Dettagli aggiunti ieri: il “contestatore” è un maestro, membro del PD, attivo nel fare campagna per Veltroni.

Ecco, una cosa molto importante detta ieri nel confronto tra Obama e la leadership di casa nostra è che non solo Obama sa parlare alla gente ma sa guidarla mentre chi guida la politica (nel PD, ma non solo) segue quello che vuole la gente, ma non prende decisioni che “guidano”.

Di più, la sensazione che si ha guardando Veltroni è che vada avanti facendo cose – alcune anche condivisibili, se vogliamo – ma senza assolutamente avere idea di quello che gli sta attorno, del motivo per cui fa certe cose.

Rifiutare il confronto con chi lo vota e si spende per lui, come nell'episodio di cui sopra, imporre le proprie idee (anche su questioni di “scarsa rilevanza”) come nel caso delle elezioni della giovanile del PD, e in generale assumere una posizione del tipo “fate un po' quello che vi pare, basta che mi lasciate in pace a decidere” (questo è quello che ha detto, in sostanza, a luglio nell'incontro alla festa del PD a Roma) vuol dire non avere capito niente del proprio ruolo. Peggio ancora se questa presunta guida gioca a rincorrere, completamente slegata dal contesto.

Questo è gravissimo per chi la politica la fa di professione. (Professione, capito?)

giovedì, ottobre 09, 2008

Conversazioni dal basso: Urbino, 10-12 ottobre

Questo weekend trasferta a Urbino per tre giorni di eventi organizzati da "quelli dell'università". Il gruppo di Conversazioni dal Basso (professori, studenti e collaboratori) ha preparato un lungo weekend di eventi:
  • venerdì 10, sera: Girl Geek Dinner. Il tema della GGD sarà il social network e io sarò una delle speaker (con tanto di cavaliere :P), parlando di Kublai - non poteva esserci migliore occasione, dato il gran numero di kublaiani presenti
  • sabato 11: AcaBarcamp con una track di interventi di taglio accademico sull'impatto sociale di Internet - sono molto curiosa data anche la presenza di ricercatori stranieri
Insomma, un bel po' da fare, amici da rivedere e Urbino, dove manco da qualche anno (e che ho visto solo con la neve e con il caldo torrido: potrebbe essere una bella novità!).
Partenza domattina.
E, tanto per cambiare, vado a fare la valigia!

N.B. Per chi invece resta a Roma domani sera a Piazza Venezia c'è la presentazione di Nessuna notizia da Gurb, di Eduardo Mendoza. Ne parlano molto bene quindi se qualcuno ci va faccia sapere, sono curiosa.

mercoledì, ottobre 08, 2008

Praticantati

"...e così il Papa ha fatto questo discorso in cui parlava dei metodi contraccettivi, che impediscono la procreazione di figli e snaturano il senso ultimo (ultimo?!) del matrimonio. Il solito, insomma."
"Beh, che poi, come i preservativi, anche i metodi naturali servono a evitare una gravidanza, mica il contrario. Cioè, seriamente, nessuno gli fa mai notare che l'obiettivo è il medesimo?"