venerdì, marzo 27, 2009

Prima lezione a scuola elementare

Il corso di media literacy è cominciato ieri e devo dire che mi sono divertita.
I bambini sono sveglissimi e ovviamente espertissimi: usano Google, YouTube, le chat e sbirciano gli account di Facebook dei fratelli maggiori.
Quasi tutti sanno cosa è un blog e tutti si sono illuminati all'idea di crearne uno - anzi, son rimasti quasi delusi sapendo che ne realizzeremo uno di classe e non uno a testa.

Purtroppo l'aula multimediale non è stata disponibile per tutte le tre ore del corso, ma solo per poco più di un'ora così mi sono ritrovata a dover parlare di Rete...senza nemmeno un computer a disposizione! Fortunatamente la fase di presentazione e conoscenza è andata senza problemi e sono riuscita anche a sfruttare la sola presenza dei quaderni per far scrivere loro una presentazione e fargli vedere la differenza con le possibilità di arricchimento del testo online.

Il blog è stato creato e penso di mettere qui un link dopo la prossima lezione.
Devo dire che sono rimasta stupita da un certo timore dei bambini nel rendere pubblico quello che scriveranno: il pericolo temuto, però, non era qualcuno che poteva far loro del male in quanto bambini, ma in quanto portatori di un'opinione diversa.
L'uomo nero, insomma, era per loro "un terrorista" o "qualcuno a cui non piace quello che scrivo e mi viene a picchiare". Devo dire che è un punto che mi ha fatto riflettere.

Nota: dalle loro presentazioni ho scoperto che, ecco, sono un pochino arretrata sui gusti musicali ma sullo sport reggo ancora bene e questo fa una certa impressione soprattutto sui bambini. Quando ho mostrato di conoscere Yannick Noah, il trio di piccoli tennisti che ho in classe mi ha guardato spalancando gli occhi. "Maestra, tu mi stupisci" ha detto ammirato il più vivace di loro. Come si suol dire, cose che non hanno prezzo.

3 commenti:

Fede ha detto...

molto interessante, ripasserò per il link!
Ciao

aste al ribasso ha detto...

Interessante.. complimenti!

Pina ha detto...

Bel progetto... brava, Svaro!