Anche quest'anno il Personal Democracy Forum è stato una fonte preziosa di spunti, energia, innovazione, conoscenze interessanti e nuovi punti di partenza.
Anche quest'anno Andrew Rasiej, Micah Sifry e tutto lo staff PDF hanno messo insieme il meglio, con un'organizzazione impeccabile.
Provo a sintetizzare:
1. Obama è stato il catalizzatore di moltissime cose, ma è tutt'altro che un punto di arrivo.
Non è simbolico che il primo giorno di conferenza si apra con un confronto tra Joe Rospars, che ha coordinato la campagna New Media di Obama, e Marc McKinnon, suo omologo nella campagna di McCain. Costruire relazioni, incoraggiare l'ascolto, usare la Rete per organizzare le persone sul territorio. "Quando sento i dati impressionanti della nostra campagna online penso subito agli eventi 'offline', alle persone che abbiamo fatto incontrare e collaborare" ha detto Rospars. Quelle persone a cui "Obama ha dato le chiavi per un vero cambiamento".
Tutto già sentito? Certo, ma ora provate a rifarlo. La pratica è tutta un'altra cosa.
2. Il cambiamento comincia dalla Casa Bianca, quando apre la porta.
Altrettanto significativo che il secondo giorno si apra con Vivek Kundra, CIO della Casa Bianca, che fa una presentazione davvero impressionante del sito data.gov e di come i dati pubblici di ogni genere verranno messi a disposizione in formati aperti, facilmente riutilizzabili e con la possibilità di condividerli su varie piattaforme.
Andrew Rasiej ha chiesto a Kundra se possiamo ridefinire il concetto di [dato] 'pubblico' come "searchable, accessible and readable online", ricevendone una risposta affermativa (Andrew ne parla anche qui).
Un passo importante per la trasparenza amministrativa...soprattutto quando si arriva a parlare dell'impiego dei soldi dei contribuenti da parte dell'amministrazione: usaspending.gov.
Compiti per chi vuole: spulciarsi per bene i siti, fare un elenco esaustivo delle funzioni (ma adesso cerco il materiale della presentazione di Kundra) e trarne qualche buona idea.
3. E mentre voi guardate dentro io sbircio fuori...
Uno degli speech più interessanti ed efficaci è stato quello di danah boyd. Il suo intervento è stato centrato sul digital divide relativo alle classi sociali. Dietro il quesito "MySpace vs. Facebook" sono state esposte riflessioni interessantissime su un tema che forse è un po' lontano dal nostro contesto ma è indubbiamente da analizzare, specie se consideriamo che l'esistenza di "sfere pubbliche" (o comunque vogliamo chiamarle) è un dato di fatto di cui non possiamo evitare di tenere conto in tutti gli studi sulla Rete, quale che sia il tema.
Senza contare che il digital divide (strutturale e culturale) è un problema grave che frena lo sviluppo e limita molte potenzialità [mi piacerebbe molto che Alberto leggesse le riflessioni di danah, ad esempio].
Altre riflessioni le rimando a un post successivo.
Se capite lo spagnolo però vi rimando a un bel post di Javier, con considerazioni più ampie (e che, sostanzialmente, condivido).
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