lunedì, giugno 05, 2006

Disclaimer esistenziale (del blog, non mio)

[Questo post non contiene niente di nuovo, ma nasce dal fatto che ultimamente sostengo conversazioni piuttosto simili con persone diverse che hanno posizioni piuttosto simili. Poi si tratta di persone ragionevoli, quindi alla fine la conversazione si conclude su qualche compromesso e sulla richiesta dell'indirizzo del mio blog.]

Per cominciare.
Io non sono un buon esempio di quei blog che fanno informazione.

Be'... non sempre. O meglio: dipende da quello che si considera informazione. Quello che ho scritto sul convegno FNSI può essere utile informazione (meglio, testimonianza) per chi non c'era. Se scrivo che l'Osservatore Romano non assume donne, dato lo statuto della fondazione, questa può essere un'informazione. Non è fare informazione, è dare un'informazione. Fa così schifo?
Siamo seri, chi pretende che i blog/siti personali/qualunque altra forma di espressione del singolo non supportata da grosse organizzazioni faccia informazione nel senso di news alla pari dei grandi quotidiani, se non in pochissimi casi? Anche negli USA, dove i blog hanno ben altra importanza, il loro valore non è quasi mai quello di dare notizie ma di stimolare riflessioni, magari su temi che i giornali non trattano o di mettere in luce cose che di solito sono in secondo piano.
Ma se dicessimo "informazione=news" i grossi quotidiani dovrebbero avere all'incirca le dimensioni del Foglio (e, pensandoci, il Foglio non esisterebbe).


Ci fidiamo delle grosse organizzazioni, perchè svolgono un lavoro che noi non possiamo fare, perchè leggono il mondo per noi,spiegandoci le cose che non sappiamo. Ma basta leggere articoli su argomenti che conosciamo bene per trovare inesattezze se non errori e per chiederci se vale la pena che ci siano persone pagate per fare qualcosa che noi sapremmo fare meglio.

Anche le modalità con cui attribuiamo fiducia stanno cambiando, però.

In realtà il giornalista è una professione, o almeno tale dovrebbe essere.

Da parte del lettore ci dovrebbe essere una maggiore consapevolezza di quello che è il lavoro del giornalista, di cosa comporta quotidianamente. Da parte del giornalista l'umiltà della propria professione (professione, non casta...yu-hu?).

Altra considerazione. Abbiamo a disposizione il meglio e il peggio del web mentre non si può dire altrettanto della carta stampata. Quindi, per piacere, se parliamo di blog che fanno informazione...che si analizzino i blog che fanno informazione, o che ambiscono a tale scopo! Non tiriamo fuori i diari personali e le solite menate...anche perchè io mi scoccio a dare sempre le stesse risposte, quindi trovate obiezioni nuove, più argomentate e più fantasiose, ecco. Non ci vuole una laurea per distinguere cose argomentate bene o male, non ci vuole moltissimo per distinguere una cosa scritta con cognizione di causa (con un rimando alle fonti a cui si fa riferimento, magari) da una elucubrazione a caso. Insomma col senso critico non si nasce. Però...

Per finire. Io non sono un buon esempio di blog che fa informazione. Questo blog è nato perchè volevo sperimentare uno strumento, ho continuato a usarlo perchè mi piaceva e mi interessava ed ho trovato l'ulteriore funzione di restare in contatto con le persone lontane. Quindi, poichè, anche se diciamo il contrario, non possiamo prescindere da chi sappiamo essere nostro lettore, spesso ci sono cose del tutto personali o che trovo simpatiche.

E riflessioni mie, come queste. Che magari stimoleranno altre riflessioni (o anche no). Se succederà anche una sola volta, questo post avrà senso, questo blog avrà senso.

[Non che sia il mio scopo primario ;)]

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