venerdì, marzo 02, 2007

Social network da campagna elettorale (no, niente YouTube, stavolta!)

Todd Zeigler* (che scrive su The Bivings Report) indica le applicazioni che potrebbero giocare un ruolo importante nella comunicazione politica in occasione delle prossime elezioni presidenziali negli USA (YouTube è fuori gara, perchè andiamo, ne parlano proprio tutti).

  1. Ning: per creare il proprio social network. Da segnalare quello dedicato ad Al Gore, che molti vorrebbero candidato alle prossime presidenziali. Le potenzialità sono intuibili: chiunque può creare una propria rete per candidati o temi che stanno particolarmente a cuore. Basso costo, molte persone motivate. Tutto il resto è...social network! In questi giorni se ne è parlato anche in Italia (tra gli altri Massimo Russo e Davide Salerno). Ning, va detto, non è unico nel suo genere (una valida alternativa a MySpace? :P): Jeremiah Owyang di PodTech.net fa una lista delle alternative.

  2. Mozes: sms in broadcast. All'inizio non avevo mica capito bene la spiegazione: "Mozes allows you to create a free account and then register the keywords of your choice. People who send a text message to 66937 (MOZES) with your keyword as the message will get back a custom message of your choosing. In addition, you can use Mozes to encourage users to subscribe to your keyword and you can then send out broadcast messages to all your subscribers whenever you want". Pare sia molto usato dalle nuove band per promuovere i propri concerti. Zeigler dice che potrebbe essere usato per aggiornamenti sulle attività di un candidato, ricevere avvisi su incontri di altri cittadini e cose del genere. Suona familiare? E infatti. Basta guardare il punto 3.

  3. Twitter: eccoci!! Di Twitter si è già parlato (io più di altri!). Sì, ma la politica? Beh, forse non ha molto a che vedere. Ma il fatto che sia un'applicazione multipiattaforma può essere utile per mobilitare persone e potrebbe rivelarsi utile per gli attivisti, per tenersi aggiornati in tempo reale, anche in caso di incontri organizzati “dal basso”. Utopisticamente, sarebbe bello, sostiene Zeigler, se chi venisse eletto avesse un proprio canale di Twitter per aggiornare i propri elettori sulle attività che svolgono: chi incontrano, su cosa stanno votando ecc.). Insomma, concettualmente come Mozes, ma multipiattaforma.

  4. NowPublic: uno per tutti i siti di citizen journalism. Sono tanti e se n'è parlato e straparlato. Che uno di questi possa emergere con particolare forza e acquisire un ruolo di rilievo?

  5. MyBlogLog: comunità costruite attorno ai blog. Ci si iscrive, si crea un profilo e ci si unisce alle comunità di lettori dei propri blog preferiti. Chi ha un blog può inserire un widget che permette di vedere i lettori più recenti. Dunque, costruzione di relazioni con lettori della propria e di altre comunità. Devo aggiungere altro?


Al momento, diciamolo, non sono granchè significativi in termini di impatto.

Ma l'attività “dal basso” potrebbe essere appunto potenziata e incrementata da questi strumenti che hanno in comune la possibilità di creare comunità con cui essere, potenzialmente, in contatto continuo.

E poi chissà...



* Qualcuno nota una certa assonanza? ;) Vabbè, questa la capiamo in tre - cioè solo quelli che hanno visto "The West Wing" - ma fa niente.

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