domenica, luglio 14, 2013

Comunicazione, questione di strategia - lezioni da Alastair Campbell


Viene da chiedersi: se i comunicatori sono bravi a comunicare, com’è possibile che la comunicazione abbia una reputazione così drammatica? La risposta, dal mio punto di vista, è che i comunicatori non sono poi così bravi, ma anche perché i veri spin doctor, nel mondo d’oggi, sono i giornalisti, quelli della tv, i blogger, e tutti loro vogliono far credere ai propri lettori di possedere il monopolio della verità, e in modo più o meno sottile suggeriscono di ignorare chiunque altro: i politici, i loro portavoce, le aziende e i loro consulenti, gli stati e i loro “brand manager”. 

 Ci sarebbe da commentare e citare molto dell'intervento di Alastair Campbell al Centre for Corporate Public Affairs di Melbourne di cui oggi Europa pubblica alcuni estratti.

A prescindere dall'opinione su Blair e Clinton (e non dovrei precisarlo, ma tant'è), questo intervento spiega alcune cose fondamentali sulla comunicazione politica e sulla sua quasi totale assenza nel nostro Paese.
Ma anche sui vari fraintendimenti a riguardo: che la comunicazione possa farla chiunque, che i media vadano inseguiti, che il dialogo che la politica ha con giornali e tv possa essere semplicemente trasposto sui social media, che "la gente non capisce".
Di recente ho lavorato con un leader politico che mi ha chiesto: «Come faccio a fare la cosa giusta rimanendo popolare?». Gli ho risposto: «Fai la cosa giusta». Ma la fai all’interno di una chiara cornice strategica, ti confronti costantemente col pubblico, metti in piedi sistemi di coordinamento che funzionano, in modo che col tempo il tuo messaggio arrivi al bersaglio, col tempo i tuoi cambiamenti siano compresi, col tempo la gente diventi più ragionevole nei suoi giudizi. Quello che fai è più importante di quello che dici, ma come lo dici può aiutarti se stai facendo la cosa giusta.

Oggi, in un contesto mediatico rapidamente cambiato e ancora in mutazione, forse il più grosso fraintendimento sulla comunicazione politica oggi è che si tratti di forma rispetto alla sostanza delle cose fatte e da fare.
Dimenticando, come giustamente scrive Francesco Cundari, che i problemi di comunicazione non sono mai problemi di comunicazione.


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