sabato, aprile 21, 2007

YouTube e politica: le potenzialità di una scatola (vuota?)

(Per capirne di più, vedere la "Guida ai video della campagne elettorale presidenziale" di Mark Glaser)


L'accoppiata Presidenziali USA 2008+YouTube si allarga e rilancia.
E così dopo aver aperto YouChoose'08, il canale dedicato alle presidenziali USA, ci sono anche con Spotlight e CitizenTube: a turno ogni candidato metterà online un video in cui si rivolge alle persone, rivolgendo loro una domanda (almeno così è avvenuto finora).
Chi vuole potrà rispondere in video nella settimana che segue, al termine della quale il candidato risponderà con un altro video.


1. La scatola c'è...ma forse è vuota

Il primo candidato ad avere completato il processo è il repubblicano Mitt Romney che ha chiesto ai potenziali elettori qual è la più grande sfida che gli USA devono affrontare, rispondendo al termine della settimana.
Nel giro di quattro giorni il video è stato visto 285.000 volte (il numero è sensibilmente calato nei giorni successivi) e ha avuto più di 5o risposte (aumentate nei giorni successivi).
William Beutler, Senior Online Analyst di NewMediaStrategies, si è preso la briga di guardarli tutti e di commentarli. Il livello dei video di risposta è ben superiore alle aspettative, tanto da far addirittura ipotizzare che YouTube ne abbia rimossi alcuni, afferma Beutler.

Poi ci sarebbe da parlare di effettivi contenuti, delle risposte date da ogni singolo candidato, ma non sta a me giudicare, in fin dei conti (e nel contesto mi interessa relativamente). Jeff Jarvis, ad esempio, è piuttosto seccato dal fatto che questa opportunità venga utilizzata per dire...niente, in realtà! (Jarvis si rivolge a John Edwards, prossimo candidato "in the spotlight", già valutato positivamente da PrezVid per la sua presenza online).

Un mese fa Webgol ha ospitato un mio post in cui parlavo di visibilità e trasparenza dei candidati (stonata come sono ultimamente, non lo avevo nemmeno segnalato, nè ringraziato Antonio per la possibilità). Scrivevo che "Per la prima volta, insomma, sia gli uni che gli altri si avvalgono dello stesso strumento del loro candidato. Una sfida giocata ad armi (quasi) pari. I candidati possono essere visti in una nuova luce. Più sono esposti agli sguardi (e agli obiettivi) incrociati, più sarà possibile valutare pubblicamente ciò che propongono".
Il rischio di "pulire" domande e immagini per avere un'immagine migliore è dietro l'angolo. Prevedibile che siano i cittadini a uscirne meglio. ;-)


2. Guardando oltre, ma non troppo...anzi prima...

Mi sembra che da quelle parti si stia provando ad esplorare, se non altro, le potenzialità dello strumento e osservo interessata.
L'esplorazione, più che dei candidati, sembra essere di chi crea servizi tecnologicie di chi li analizza (cito per tutti l'ottimo lavoro quotidiano - non certo l'unico di valore - di TechPresident). Altri sarebbero gli esperimenti di cui si potrebbe parlare e altri i contesti, a partire da quello inglese di David Cameron.
Per una bella panoramica ricca di spunti e osservazioni consiglio la presentazione+chiacchierata fatta al CitizenCamp da Antonio Sofi, che di queste cose si occupa per mestiere e per passione (come dire, una doppia garanzia).

Altra cosa che aspetto è un po' di analisi per capire l'effettivo impatto di queste tecnologie. Parlare, adattarsi a quella che può essere vista anche come una moda, utilizzare social network lascia il tempo che trova se non è accompagnato da contenuti validi. E rischia di avere più impatto sui media che cercano di individuare nuove tendenze che non sui cittadini.
In questo senso, magari, non dovrò aspettare molto: le elezioni francesi sono domani, e non metaforicamente.



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