lunedì, aprile 07, 2008

E no, non famo er viral

Chi ha la fortuna estrema (estrema come in "sport estremi") di frequentarmi o di parlare con me recentemente, sa bene che negli ultimi giorni sto prendendo particolarmente male questa campagna elettorale, per una serie di motivi. Uno di questi, meno importante di altri, è che guardo con particolare attenzione a quello che le persone fanno con la Rete in campagna elettorale.

Di video, in particolare, si è parlato molto. Ho diligentemente letto quel che se ne diceva in giro e più diligentemente ancora - perchè faticosamente - guardato i video. Rimanendo regolarmente sconfortata nell'osservare che il massimo dell'idea espressa è stato sempre e comunque una copia di qualcosa che è stato fatto altrove.

Ok, mi si dirà, tu guardi agli USA, dove la diffusione, l'utilizzo, il ruolo di Internet eccetera e in fin dei conti è la terza elezione che eccetera e c'era pure più tempo eccetera (e millemila obiezioni giuste e ragionevoli e ci ho pensato e ne parliamo un'altra volta, zitti, per piacere, sto cercando di parlare!!).

La cosa che mi lascia sconcertata è la totale, totale mancanza di ironia, anche in prodotti che come ironici si presentano. Ma che in realtà sono "simpatici".
Simpatici come "io adesso faccio una cosa divertente e tutti ridono e la fanno girare".
Simpatici come "adesso doso tutti gli ingredienti giusti e politically correct e non può che andar bene". E qui il bianco e nero che fa tanto chic e intellettuale. E qui la famiglia col bambino. E qui l'anziano. E il call center. E il giovane col computer.
Simpatici insomma come il concetto di "famo er viral". Una cosa di un antipatico mostruoso che in me ha suscitato fastidio punto.

Certo, uno parla e non fa. E per questo ha torto? O ha ragione perchè almeno evita di fare rumore a tutti i costi? Non so, però io ho continuato a pensare che non dovesse essere così complicato e stamattina ne ho avuto la conferma:



(ora via alla sequela di avvertenze di prammatica: che Diego è un amico eccetera, che conosco pure altre due persone che compaiono in questo video eccetera e sì, il video comunque si rifa alla citazione di una citazione...e uffa, io starei anche cercando di parlare! L'ho già detto che queste elezioni mi rendono nervosa? No, ecco...)

Il punto è che la differenza è evidente, e non è niente che non avrebbero potuto fare tutti quelli che hanno realizzato i video di cui si è parlato nelle ultime settimane.
Il punto è che era semplice, non facile forse, ma semplice.
Io non dico che chi ha fatto i vari video non si sia eventualmente divertito a girarli, nè che non credesse in quello che diceva. Solo, più banalmente, forse, che quello sopra è il primo video in cui non ho la sensazione che abbiano provato a fregarmi "mischiando bene gli ingredienti".



...e poi, certo, sbrigamose ad annà a votà che nun je la faccio più (cit.). Davvero, eh.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

...è la semplicità che è difficile a farsi.

(Bertolt Brecht, 1933, Lode del Comunismo)

Anonimo ha detto...

Con tutta l'immensa stima che provo per Zoro (la faccia mia sotto i piedi suoi), credi davvero che un partito politico possa presentarsi così agli elettori? Che l'autoironia che tanto amiamo possa essere non un ingrediente, ma il contenuto principale della comunicazione politica? Zoro, ripeto, è un genio, ma se il suo video venisse direttamente dal loft mi sentirei un pelino preso per il culo. Ma come, state per perdere, stiamo per perdere, lo dite voi stessi, e ci ridete pure su? Non mi pare che la comunicazione dei candidati americani comunichi le stesse cose, nemmeno quella di Jed Bartlett buonanima. I video pro-Obama sono fatti meravigliosamente bene, ma non mi sembrano poi tanto autoironici; anzi, grondano una retorica (cambiamo, la luce in fondo al tunnel, ecc.) che in Italia (anche per colpa dei candidati italiani, certo) ci farebbe inorridire.

Antonella Napolitano ha detto...

Miic, forse mi sono spiegata male.
I video di "I'm PD" e "Si può fare 2008" sono (almeno per come vengono proposti) video realizzati da gruppi di persone, non dai partiti.
Io non mi aspetto che siano questi i video prodotti dai partiti, non è da loro che mi aspetto l'ironia.

Però il dicorso cambia se si parla di chi fa video "per divertimento" e per rendere popolare un candidato - che è l'obiettivo di molti dei video "viral" di questa campagna elettorale USA.
Tra gli altri ricordo in particolare uno che associava Obama a immagini di Bollywood: http://www.youtube.com/watch?v=sA-451XMsuY
Una cosa completamente priva di significato e senza senso, magari.
Ma che ha avuto un certo rilievo di pubblico e "critica", anche quando mostrato durante conferenze che parlavano di comunicazione politica.

La retorica gronda dai video di Obama? Vero, ma sappiamo benissimo che il contesto è diverso.
Obama sarà retorico ma parla alle persone, e con successo, pare, usando un linguaggio a loro vicino.
Chi userebbe espressioni come "struggente bellezza", per dirne una?


p.s."Jed Bartlett buonanima" a chi!?!?! :P

Anonimo ha detto...

ok, Jed Bartlett sempre sia lodato :P

Anonimo ha detto...

a me resta l'impressione che i video del genere per virali che siano servano a ben poco. Io qualcuno che si sia fatto un'opinione dopo averli visti ancora non l'ho trovato, li segue chi è abituato a osservare la rete e per lo più sono persone già con le idee politiche radicate. Voglio dire che in Italia Internet non riesce ancora a fare che da sottofondo, però senza ancora arrivare a cambiare qualcosa. Magari ci si arriva (magari con dei video migliori:P)

Antonella Napolitano ha detto...

Di nuovo - e mi scuso se non sono stata sufficientemente chiara nel dirlo - preciso che non mi aspetto che questi video cambino qualcosa.
Nel senso: l'obiettivo raggiunto più spesso in altri paesi è stato rendere popolare un candidato, far parlare di lui/lei. E la cosa è meno banale di quel che possa sembrare.
Se poi cambiano qualcosa, rivelano cose che non si sapevano, ne confutano altre, ben venga, assolutamente.

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