Ecco, qui sono tutti distrutti, rosicchiati dall’angoscia, ma se ognuno si concedesse di comportarsi come se fosse l’unico in difficoltà, sarebbe considerato, e si considererebbe lui stesso un egoista immaturo. Sarebbe un comportamento che si rimprovera anche ai bambini, qui.
In ogni azione che si compie, è doveroso pensare in che modo questa influenzerà gli altri, in giapponese si dice 気を遣う, che significa comunicare l’anima, è un filtro necessario nella vita quotidiana. Capire lo stato d’animo dell’altro è il primo passo da intraprendere quando si instaura una comunicazione. E’ una regola semplicemente razionale, decisa da gente che tiene in grande considerazione le emozioni e i sentimenti: tutti sanno che comunicare paura e disperazione ha un effetto negativo sugli altri. Alcuni italiani forse penseranno che questo comportamento sia freddo, insensibile, da automi, ma secondo me questa è una visione superficiale e preconfezionata. La realtà è che i giapponesi sono troppo delicati, troppo facilmente preda di passioni per poterle lasciare fluire incontrollate, o essere esposti a quelle riversate in modo insensibile dagli altri.
martedì, marzo 15, 2011
L'umanesimo ai tempi del Giappone
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