Ora io volevo dire:
- i media sono autoreferenziali
- la politica è autoreferenziale
- l'ambiente universitario è autoreferenziale (per dire di una cosa che mi sta capitando di frequentare incidentalmente)
Non so perchè ci sia questo sbuffare e meravigliarsi in qualcosa di umano che avviene tra umani.
Cioè che tra gruppi di esseri umani ci sia una dose di autoreferenzialità mi pare scontato, anzi naturale. Persino nei gruppi di amici ci sono soprannomi, battute ricorrenti e riferimenti che possono essere un ostacolo iniziale all'integrazione di chi vi si avvicinasse per la prima volta.
Nel leggere i chilometrici (per sua stessa ammissione :-P) post che scrive Simone Morgagni mi ritrovo sempre perplessa a condividere diversi punti di merito ma non di metodo.
Spesso fa considerazioni ragionevoli, ma secondo me è sbagliato assolutizzare la visione. Apprezzo che parli di "noi" quando si riferisce ai blogger, ma io sono convinta che il blogger non esista tout court. Non nel modo in cui ne parla lui, a mo' di casta con obiettivi. Quindi "dovremmo aprire agli altri" va bene come proposito, non come obiettivo, se non del singolo, a mio parere. Perchè siamo tanti singoli che scelgono di aggregarsi (non uso il termine a caso), non un gruppo organizzato.
Quindi capisco le conclusioni che discendono dal suo discorso ma ritengo che le premesse siano sbagliate. Se parlassimo di grandi temi le definirei anche un pochino tendenti al populista, specie quando parla degli adolescenti. Non credo che siano meno blogger ma nemmeno più blogger di altri.
Per finire, no, i media non sono il male e l'agenda setting nemmeno. Però è un fatto che la prima pagina dei quotidiani ha le stesse notizie a cui spesso viene dato lo stesso spazio. E che certe notizie non proprio trascurabili vengono trascurate, ove non ignorate.
Ma nuovi e vecchi media non sono diversi solo per scala e numero.
L'accesso a un medium, la possibilità di divenire produttore di contenuti senza competenze (e potere economico!) sono una fondamentale differenza.
Il che non vuol dire che da domani tutti avranno la stessa visibilità e che i temi di nicchia assurgeranno alla massima importanza. Ma la possibilità c'è.
Poi potrei fare altre considerazioni sparse, ma non riuscire a dare una forma compiuta. E, per quanto mi riguarda, il post definitivo sulla questione dell'autoreferenzialità è questo (e a seguire, commenti inclusi, naturalmente).
Tag: autoreferenzialità, blogosfera, media
- i media sono autoreferenziali
- la politica è autoreferenziale
- l'ambiente universitario è autoreferenziale (per dire di una cosa che mi sta capitando di frequentare incidentalmente)
Non so perchè ci sia questo sbuffare e meravigliarsi in qualcosa di umano che avviene tra umani.
Cioè che tra gruppi di esseri umani ci sia una dose di autoreferenzialità mi pare scontato, anzi naturale. Persino nei gruppi di amici ci sono soprannomi, battute ricorrenti e riferimenti che possono essere un ostacolo iniziale all'integrazione di chi vi si avvicinasse per la prima volta.
Nel leggere i chilometrici (per sua stessa ammissione :-P) post che scrive Simone Morgagni mi ritrovo sempre perplessa a condividere diversi punti di merito ma non di metodo.
Spesso fa considerazioni ragionevoli, ma secondo me è sbagliato assolutizzare la visione. Apprezzo che parli di "noi" quando si riferisce ai blogger, ma io sono convinta che il blogger non esista tout court. Non nel modo in cui ne parla lui, a mo' di casta con obiettivi. Quindi "dovremmo aprire agli altri" va bene come proposito, non come obiettivo, se non del singolo, a mio parere. Perchè siamo tanti singoli che scelgono di aggregarsi (non uso il termine a caso), non un gruppo organizzato.
Quindi capisco le conclusioni che discendono dal suo discorso ma ritengo che le premesse siano sbagliate. Se parlassimo di grandi temi le definirei anche un pochino tendenti al populista, specie quando parla degli adolescenti. Non credo che siano meno blogger ma nemmeno più blogger di altri.
Per finire, no, i media non sono il male e l'agenda setting nemmeno. Però è un fatto che la prima pagina dei quotidiani ha le stesse notizie a cui spesso viene dato lo stesso spazio. E che certe notizie non proprio trascurabili vengono trascurate, ove non ignorate.
Ma nuovi e vecchi media non sono diversi solo per scala e numero.
L'accesso a un medium, la possibilità di divenire produttore di contenuti senza competenze (e potere economico!) sono una fondamentale differenza.
Il che non vuol dire che da domani tutti avranno la stessa visibilità e che i temi di nicchia assurgeranno alla massima importanza. Ma la possibilità c'è.
Poi potrei fare altre considerazioni sparse, ma non riuscire a dare una forma compiuta. E, per quanto mi riguarda, il post definitivo sulla questione dell'autoreferenzialità è questo (e a seguire, commenti inclusi, naturalmente).
Tag: autoreferenzialità, blogosfera, media
Nessun commento:
Posta un commento