martedì, dicembre 20, 2005

You might have succeeded in changing me

(Leaving New York e' entrata in testa in loop e ho come l'impressione che ci restera' per i prossimi tre giorni...misteriose associazioni di idee...)

Tempo di saluti, di scambi di indirizzi, di bagagli (seee...magari! e chi ha ancora aperto la valigia?!). Tempo di dire "it's weird!" tutto il giorno, quando mi chiedono come mi sento, specie sapendo che non tornero' il prossimo semestre.
Tempo di bilanci. A questo punto dovrei dire di essere cambiata, ma la verita' e' che non lo so, forse lo sapro' quando tornero' a riabituarmi alla vita di tutti i giorni. In qualche modo penso di essere cambiata, nella misura in cui mi sono messa alla prova.

Tutto e' stato una sfida, anche il cercare di capire se certi atteggiamenti erano davvero miei o in qualche modo dettati dall'ambiente in cui vivevo e dalle persone che frequentavo. Quindi, esperimento antropologico: se metti un individuo in un ambiente del tutto diverso, cosa cambia dei suoi atteggiamenti? cosa resta?

Mi sono messa in discussione, mi conosco meglio e mi capisco meglio. Mi sono fidata delle persone, cosa che non ero piu' sicura di saper fare, e mi sono anche presa una imprevedibile botta di delusione...ma ne ho passate di peggiori, onestamente e, nelle parole di uno dei miei fratelli, "una volta che si è scoperta la stupidità, meglio starci alla larga" (i miei fratelli sono piu' saggi di me, uffa!!)
E soprattutto, pero', fidarmi mi ha portato piu' affetto e amicizia di quanto potessi immaginare alla partenza. Tre mesi e mezzo sono pochi, pensavo. Ogni tanto mi sbaglio anch'io, pare (raramente, ma...oh, se mi sbaglio!!).

Non ho ancora messo a fuoco la partenza - cominciare a fare i bagagli aiuterebbe, in effetti! - e non so come mettero' a fuoco l'arrivo. Mi piace pensare che sara' come mi ha scritto ieri una persona:
"Ti riadatterai presto, e il mondo sarà un po' più grande di quando sei partita"

Nessun commento: