lunedì, dicembre 21, 2009

Déjà new

Mafe spiega quello che lei ha chiamato "déjà new" in una recente presentazione:

A me piace pensare che qualunque innovazione - tecnologica e non - sia un grande piccolo dèjà vu per chi ne coglie al volo l'importanza: mi piace chiamarla dèjà new, qualcosa che vedi per la prima volta ma riconosci lo stesso. Non è un caso che le vere grandi innovazioni non abbiano bisogno di un manuale di istruzioni: tu vedi una ruota e capisci che per farla "funzionare" devi appoggiarla di taglio, non di piatto, tocchi un iPhone e da quel momento in poi qualunque schermo non risponda al tatto ti sembrerà "sbagliato". Che bisogno c'è di spiegare a cosa serve uno strumento che aumenta a dismisura le tue possibilità di comunicare con altri esseri umani? [...]

Internet non è un cambiamento di percorso, è un passo avanti sullo stessa traiettoria: come tutte le nuove forme di comunicazione viene accettata al volo dagli esseri umani e combattuta dal potere.

Come ho raccontato di recente alla presentazione della seconda edizione di Anteprima, un po' intimidita dalla presenza di Manuel Castells, chi rifiuta uno strumento che aumenta a dismisura le nostre possibilità dirette di accesso ai contenuti e ai nostri pari non sta rifiutando il "computer", la "tecnologia", ma sta dicendo no alla collaborazione, alla socialità, all'impegno, alla libera espressione.

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