Sono passati un paio di giorni dal KublaiCamp e ancora ho difficoltà a mettere in fila i pensieri su tutto quello che è stata la giornata di sabato e su cosa ha rappresentato questo momento di incontro dopo un anno di Kublai, un progetto entusiasmante e difficile, pieno di sfide.
Ormai ho una certa esperienza di organizzazione di barcamp ma questo è stato in qualche modo diverso dagli altri: dopo molti mesi di gestione della community di Kublai, persone, storie, progetti, idee, è stato importante e molto bello vedere conoscersi di persona, chiacchierare, raccontare, mostrare pezzi del proprio progetto (il gruppo di Frame ha predisposto dei pannelli di grande impatto, Nino Galante ha portato le foto e le formine da pasticceria del Caffè Galante in Sicilia...e deliziosi dolci alla mandorla!).
Insomma è stato un incontro, una festa fatta da e con tutti i partecipanti, un modo per stare insieme e vedere come ripartire.
Cose da raccontare ce ne sarebbero, moltissime: dall'atmosfera, al bellissimo premio creato da Fabio, agli occhi curiosi di chi è arrivato da tutte le parti d'Italia e non sa cosa sia un barcamp, fino a Tito e Marco, che hanno vissuto questo anno di Kublai dal punto di vista del Ministero dello Sviluppo economico (loro sono economisti esperti di sviluppo locale) - e ora sono praticamente dei fan del progetto.
Su un aspetto in particolare però mi fermo. Il Kublai Award, il premio al miglior progetto creativo di Kublai, è stato assegnato a Critical City, scelto tra cinque finalisti. Io, devo dire, non sapevo come sarebbe stata presa la premiazione: in fin dei conti non è un premio in denaro ed è di qualità ma è un aiuto per crescere, se te lo sai giocare, non di quelli che ti risolve la vita (in pieno spirito di Kublai, devo dire).
E invece c'è stata partecipazione, attesa e anche emozione, da parte di tutti. Al momento della proclamazione, quando ho visto i tre ragazzi di CC saltare in piedi e abbracciarsi, sentito l'applauso sincero di tutti, con gli altri finalisti in prima fila...beh, ho pensato che persino all'ultimo momento sono riuscita a stupirmi e a imparare qualcosa in più. E a sentirmi davvero un bel po' fiera di aver fatto parte di tutto questo.
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E poi, ovvio o meno che sia, grazie a tutti i partecipanti e allo staff di Kublai.
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