sabato, dicembre 23, 2006

Il "moralmente giusto" non esiste, le leggi (magari) sì

In una società "il moralmente giusto" non esiste. Non è un assoluto universale.
Cambia da persona a persona e cambia nel tempo.
Per questo molte delle discussioni sul caso Welby, che nascono sulla scia emozionale (no, non è sbagliato, anche se sarebbe bello che non ci fosse bisogno del caso di cronaca), trascurano un fattore importante.
Che sarebbe: noi viviamo in una società, in uno Stato, regolato da leggi.
Che si basano su leggi che si basano su principi ecc. (e certe decisioni si basano su interpretazioni della legge. Un sistema perfettibile, certo, ma non eludibile se viviamo in una società).

Se manca una legge, allora va fatta. Compito di chi fa le leggi "intercettare" quello che è giusto, moralmente giusto, consono o la parola che vi pare.
Perchè la legge non è per un caso singolo, ma per regolare una situazione, e servirà a tutti.
Perchè forse è vero quello che diceva Prodi ieri sera nell'intervista a Tv7, che questo era un caso particolare che andava considerato nello specifico, ma è pure vero che ce ne sono e ce ne saranno altri, di casi, meno drammatici, forse, ma sempre sofferenza sarà.
E forse saranno persone meno istruite, non saranno attivisti, non richiameranno e/o non avranno l'attenzione dei media.
Per quelle persone di cui non sapremo niente, una legge serve. Per tutti.

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