mercoledì, maggio 13, 2009

A scuola, dall'alto di un ruolo

Per vari impegni di lavoro non ho continuato con costanza - mea culpa - a raccontare delle mie lezioni a scuola elementare.

Ho continuato a fare una o due lezioni a settimana e cercherò pian piano di raccontare gli elementi più importanti.
Una cosa però mi ha colpito nella lezione di giovedì scorso. Tra i vari blog ho mostrato ai bambini quello di Visioni Binarie, lasciando che esplorassero le pagine (avevamo fatto un piccolo gioco-esperimento di cui poi parlerò).
Una bambina è rimasta colpita da questa in cui si parla di Roberto, un ragazzo che non riesce a fare accettare la propria omosessualità ai genitori. "Ma che succede se lo leggono i genitori? O i suoi amici? O qualcuno che lo prende in giro?" mi ha chiesto "Forse non avrebbero dovuto scriverlo in un blog".
Ho provato a chiederle se secondo lei si trattasse di una storia vera, pensando che il problema fosse la riservatezza, la privacy, temi di cui abbiamo parlato. Invece la ragazzina era preoccupata del fatto che Roberto potesse avere problemi perché era stato scritto che era omosessuale. L'ho rassicurata, aggiungendo che l'errore non è di chi lo dice pubblicamente, ma di chi prende in giro (mi ha fatto sorridere questo riconducimento alla pratica scolastica del "prendere in giro" per qualsivoglia motivo).
Non abbiamo continuato a parlarne, eravamo a fine lezione, ma si è abbastanza tranquillizzata.

Però sono andata a casa con un paio di interrogativi. Il primo è che non sono riuscita a capire se il timore fosse collegato a una percezione dell'omosessualità come effettivamente "sbagliata".
Il secondo è: se così fosse stato io cosa avrei fatto?
Sicuramente non avrei detto qualcosa che non penso, ma sarebbe stato giusto farlo? In fin dei conti in questi aspetti quello che i bambini pensano deriva quasi sicuramente direttamente da quanto detto in famiglia, e io non sono nemmeno una maestra, poi, anche se i bambini mi vedono come tale.

Qualche giorno fa raccontavo a un'amica delle lezioni e del rapporto con i ragazzi e che loro mi sembrano, anzi sono, estremamente più svegli, non solo sul piano personale ma in generale quanto a conoscenza - o, meglio, percezione - del mondo che hanno intorno.
E questo è positivo, certo, ma anche critico e destabilizzante per chi deve avere a che fare con loro. O almeno, questa la sensazione che ho avuto in quei cinque minuti in cui ho avuto la possibilità di dire qualcosa "dall'alto" di un ruolo.

2 commenti:

Sergio Maistrello ha detto...

Guarda, a me sorprende di più il fatto che hai pronunciato la parola "omosessualità" in una scuola elementare a sud di Stoccolma e non è ancora scoppiato un casino sui giornali, se devo essere sincero. :)

Antonella Napolitano ha detto...

Ecco, l'errore è stato scriverlo qui! :)
Ora mi verranno a prendere e porteranno via, ehm.