A me piace pensare che qualunque innovazione - tecnologica e non - sia un grande piccolo dèjà vu per chi ne coglie al volo l'importanza: mi piace chiamarla dèjà new, qualcosa che vedi per la prima volta ma riconosci lo stesso. Non è un caso che le vere grandi innovazioni non abbiano bisogno di un manuale di istruzioni: tu vedi una ruota e capisci che per farla "funzionare" devi appoggiarla di taglio, non di piatto, tocchi un iPhone e da quel momento in poi qualunque schermo non risponda al tatto ti sembrerà "sbagliato". Che bisogno c'è di spiegare a cosa serve uno strumento che aumenta a dismisura le tue possibilità di comunicare con altri esseri umani? [...]
Internet non è un cambiamento di percorso, è un passo avanti sullo stessa traiettoria: come tutte le nuove forme di comunicazione viene accettata al volo dagli esseri umani e combattuta dal potere.
Come ho raccontato di recente alla presentazione della seconda edizione di Anteprima, un po' intimidita dalla presenza di Manuel Castells, chi rifiuta uno strumento che aumenta a dismisura le nostre possibilità dirette di accesso ai contenuti e ai nostri pari non sta rifiutando il "computer", la "tecnologia", ma sta dicendo no alla collaborazione, alla socialità, all'impegno, alla libera espressione.
lunedì, dicembre 21, 2009
Déjà new
Mafe spiega quello che lei ha chiamato "déjà new" in una recente presentazione:
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento