Le mie vacanze sul Gargano, da sempre nello stesso posto, sono state per anni croce più che delizia, trattandosi di luogo piccolo, senza molto da fare - e quando sei adolescente l'irrequietezza è la norma.
Quest'anno invece, complice la sequenza laurea - precarietà - precariato - dubbisulfuturo - personecarechevannoaviverealtrove - illusioni - delusionidasmaltire - totaleassenzadiidee - ansievarieedeventuali avevo bisogno di un periodo di pausa, di staccare da tutto, computer, persone, fretta.
E questo tipo di vacanza è stata una benedizione per il topolino di città che altro non sono. Una benedizione fatta di letture, silenzio, piccole cose. Dalle passeggiate in pineta al comprare il pesce al mattino presto dai pescatori.
L'ultima sorpresa (vabbè, io mi sono sorpresa pure quando ho visto i ranocchi, perchè non ricordo di averne mai visti dal vivo) è arrivata nelle ultime sere, mentre cenavo sul balcone.
C'è stato un black-out. Non a casa mia, nel paese intero. Non c'era una sola luce che fosse una.
Un paese al buio. E io, guardando in alto, ho visto le stelle. Non due, dieci, venti, come sempre, ma migliaia, milioni....polvere di stelle, ho detto io. La Via Lattea, mi ha spiegato qualcun'altro.
Il cielo che si riempiva di polvere di stelle.
Embè?
Uhm, non so voi, ma io la Via Lattea non la vedevo da un sacco.
Dite voi se la polvere di stelle non è un buon motivo per restare a bocca aperta.