Appena rientrata dopo quasi 20 ore filate fuori di casa.
La giornata ha incluso:
1. otto ore di lavoro, quasi nove, belle piene soprattutto pro festa del 4 giugno, un mega party da Cipriani sulla Quinta Strada per la Festa della Repubblica (che è domani, ma esigenze organizzative ce la fanno spostare). Ormai sono settimane che si corre come trottole per organizzare questa cosa. La frase d'ordinanza è "Quando-arriva-martedi-dammit"
2. rapido cambio in mise serale elegante pro evento della serata (vedi 4)
3. conferenza stampa di Roberto Bolle all'Istituto di Cultura Italiana. Bolle terrà alcuni spettacoli al Met con Alessandra Ferri: Romeo e Giulietta e Manon Lescaut. Ok, ok, anche l'occhio vuole la sua parte
4. Concerto di musica classica e arie d'opera a Carnegie Hall. Il concerto era a scopo benefico ed era in onore del console generale, motivo per cui sono stata omaggiata di un biglietto fuori dalla mia portata (dollari 250). Il posto era molto bello e, sebbene non sia un'esperta e ci capisca quel poco che ho recepito dalle passioni materne, ho apprezzato molto le esibizioni di pianisti e cantanti lirici
5. Brooklyn time! Mentre mezzo consolato tornava a casa dopo il concerto, io, Gloria e Alessia abbiamo puntato verso Brooklyn per raggiungere Sara, impegnata al Brooklyn Film Festival. Nella sfiga da Paperino che ci contraddistingue abbiamo perso il bus navetta per raggiungere il luogo della festa inaugurale. Io e Gloria ne abbiamo approfittato per strafogarci con un pezzo di pizza trucida con pollo e chissà che altro. Sarà che era quasi mezzanotte e io avevo mangiato un'insalata a pranzo, ma non mi è sembrata nemmeno tanto orrida. Mah.
6. Alla fine prendiamo la navetta, in tempo per l'ultima mezz'ora di festa in cui: scrocchiamo delle birre, ci facciamo raccontare la serata, conosciamo altri italiani (esistono degli statunitensi senza legami con l'Italia in questa città!?!?!), facciamo una serie di discorsi da donne "versione spogliatoio maschile", come si suol dire, al punto che Matteo, unico uomo su cinque persone va in bagno. Per la disperazione, credo.
7. Riprendiamo il bus e andiamo a mangiare/bere al Tacu Tacu a Williamsburg. I discorsi di stampo femminile peggiorano, se possibile. Matteo medita seriamente di fare amicizia con degli scaricatori di porto solo per non vedersi urtato nella sua sensibilità maschile
8. Torniamo a casa in metro. Tra pause e attese ci ho impiegato minuti 68.
Quando esco ricordo che non ho i cereali per la colazione e magicamente si materializza il Westside Market aperto 24 ore su 24. Una cosa bella della metropoli. E domani ho la mia colazione.
Note: gli eventi della serata si sono svolti tra i cinque (5) e i sette (7) centimetri di altezza ulteriore rispetto al normale senza grossi danni a cose, persone o alla sottoscritta. Se mia madre sapesse che ho passato venti ore consecutive sui tacchi si metterebbe a piangere, mi sa.
Nota cinematografica (mi riferiscono): il film di apertura del Brooklyn Film Festival era un film su Brooklyn girato a Brooklyn, con gente di Brooklyn(molti attori erano in sala).
Poi dicono: eh, l'autoreferenzialità...
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