(traccheggio un po' ma alla fine del post ci sarà qualcosa che somiglia a una presentazione su Twitter. Credo. Abbiate pazienza. O saltate qualche capoverso.)
Intro: procrastination is my keywordOk, devo farlo, devo farlo. Ora, il punto è che non c'è niente che possa farmi procrastinare una cosa (meno che fondamentale) più del sapere che la gente si aspetta che io lo faccia.
Quindi potrei risolvere con modalità tipo: perchè non andate a leggere il
wiki? Perchè non vi guardate i 45 (quarantacinque!) minuti della
presentazione svolta al BarCampRome con domande, battute e la sottoscritta che gesticola in modo che definirei parossistico, se non fosse che parossistico vuol dire un'altra cosa?
Cristian (grazie!!)
è stato decisamente più diligente di me col suo post in cui ha parlato del
RomeCamp e della nostra presentazione, da lui già realisticamente
definita "
una delle presentazioni più inutili della storia della blogosfera italiana" (sissignore, si fa dell'understatement).
Perchè uno dei punti forti è che ognuno vede utilità e divertimento dove vuole.
E quello che una persona non vede - e non vuole - magari lo trova così, senza cercarlo. Ebbene sì, proprio lei, la
serendipity coniata da Horace Walpole (o anche: "cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino" - poi una non deve dire che è un mondo di uomini... :-P) e parola simbolo delle nostre passeggiate per la Rete,
alla scoperta di quel che non sapevamo di cercare.
A. Cosa stai facendo?(Echissene...)
Dunque, domanda: cosa è Twitter? U
na comunità globale di amici e sconosciuti che risponde alla domanda: "
Cosa stai facendo?"(cfr. sito).
Detta così, uno dice...vabbè, grazie.
Però, poichè, dice
qualcuno, dal momento ludico nascono un sacco di cose interessanti, allora uno si mette a giocare, poi si ferma (e osserva, e ci pensa due minuti) e scopre un paio di cose.
Tipo che nessuno ha stabilito altri modi di utilizzarlo 'sto social network un po' impiccione (oh-la-pa-ven-ta-ta-pa-u-ra-di-per-de-re-la-pri-va-cy!), ma altri modi ci sono e sono emersi mentre la gente "giocava" con Twitter.
Io e Cristian abbiamo provato a mettere insieme una lista. L'ho aggiustata e la riporto:
1.
cosa faccio/dove sono "tout court"
2.
pensiero peregrino che mi passa per la mente, modalità "post-it"
3.
contenuto da condividere: frase, canzone, video, link
4.
self-promotion o segnalazione con allegria: tipo "io ho scritto/X ha scritto post su questo o quello"
5.
entertainment e informazione:
Darthvader,
God,
Satan, ma anche brevi
notizie della BBC6.
meme istantaneo che emerge in un giro di contatti (parlando di un evento all'ordine del giorno ma anche di un argomento di comune interesse)
7.
seguire un evento live (macworld): direttamente o indirettamente attraverso i commenti di chi fa parte della propria rete di contatti
8.
creazione di un blog minimale: è dotato di tutta la struttura sottostante necessaria: è aggiornabile da web, IM, sms, ha un feed, ogni elemento inserito ha una propria URL, riconosce automaticamente i link http.
B. Vuoi star zitta, per favore?(essì, facciamo dei riferimenti colti...)
Il grande pericolo, spesso espresso con frasi apocalittiche, quasi sempre da chi non lo usa, è la perdita della privacy. Mh, cioè?
Twitter si
può (è una scelta!)
aggiornare via web, via IM e via sms.
Gli aggiornamenti su quello che fanno i propri contatti si
possono (scelta!) ricevere con le stesse modalità.
Si
può spegnere del tutto (scelta!) o si
può decidere (scel..vabbè, basta!) che i propri aggiornamenti siano visibili solo ai propri contatti. Ah, sì, perchè Twitter permette di vedere chi c'è nel proprio network e chi legge i propri aggiornamenti - le due cose non coincidono necessariamente.
Poi: ognuno usa il suo tempo come crede.
Poi: ci sono cose peggiori da cui essere dipendenti.
(posto che molte critiche sono state fatte per ridere e ho trovato divertentissime le argomentazioni) Insomma, dov'è il pericolo?
A me fa più pensare questa tendenza a gridare alla
circonvenzione di incapace, se devo essere sincera.
Insomma (ricito Cristian nel wiki), "
possiamo cogliere, nelle dichiarazioni degli altri, piccoli spunti non cercati, istanti, idee che non ci appartengono ma che possono cambiare la nostra visione". Perchè no?
Note finali: La presentazione ha fatto emergere dei discorsi interessanti, non male per una cosa "inutile". In ogni caso non voleva essere seria o seriosa (ultimamente noto una tale mancanza di senso dell'umorismo...) e non lo è stata.
Sì, Steve Jobs ci fa un baffo. BOOOM, anche!!
Note alle note: se scrivete qualcosa su twitter segnalatelo
sul wiki, grazie. Servizio socialmente utile, eh...