lunedì, maggio 29, 2006

Blog e giornalismo: transizione, che paura?!

(dato che sono l'ultima a pubblicare un resoconto della conferenza della FNSI su blog e giornalismo, mi improvviso aggregatore e alla fine del post metto un elenco degli interventi e resoconti di chi c'era. Il resoconto più "ufficiale" è quello di Antonio Sofi su Apogeonline)

Un aspetto positivo da mettere in nota in realtà è lo stesso fatto che questo incontro si sia svolto.
Che la FNSI si sia "accorta" - diciamo - di questo nuovo (possibile) attore di un campo, quello giornalistico, innegabilmente in espansione, era...ora!!
Se devo andare di sintesi, devo dire che concordo con il commento di Smeerch, anche lui presente, che dice: "PURTROPPO non sono venute fuori nuove idee o concetti originali. I fautori del blogging hanno ribadito che la professione giornalistica non è in pericolo, che non tutti i blogger ambiscono a diventare giornalisti o a sostituirsi al giornalismo tradizionale. Gli strenui difensori del giornalismo hanno ribadito concetti obsoleti quali la qualità delle notizie giornalistiche, l'autorevolezza di chi scrive, la garanzia data dall'editore ecc. "

Dato il limite di arrivare al punto con esposizioni di dieci minuti e poco più - spazio per le domande niente, as usual - all'inizio però le relazioni lasciano abbastanza perplessi. Chi parla sembra molto più preoccupato del contratto (ok, è un problema, ma è la sede per parlarne?) e del precariato. Il nuovo strumento è ancora una volta un pericolo?
(Della serie "io vi mando come gli agnelli tra i lupi", visto che qualcuno faceva dubbie citazioni bibliche - dubbie nel senso che non sono sicura che siano scritte nella Bibbia)
Certo, ci sono anche scoperte pregnanti, del tipo che il web è un ipertesto, roba da cambiarti le prospettive. ;-)


In effetti la mia reazione ai primi interventi è stata di insofferenza, perchè la sensazione era di ascoltare qualcuno che parla di un argomento che non conosce.
Insomma, via con la solita solfa che tutti vogliono essere giornalisti, che l'informazione non è più mobilitazione ma potere che vuole gestire se stesso. Solito spirito di corpo?
[Mio commento scritto sul quaderno su cui prendevo appunti: Tutti a parlare di tutela. Ma non si dovrebbe tutelare chi legge? Qui si pensa solo a tutelare chi scrive. Poi dicono dell'apertura...]
Al punto che quando Mantellini ha detto che non tutte queste persone vogliono essere giornalisti, ho avvertito finalmente un po' di ossigeno nella stanza (ebbene sì, stavo cominciando a scrivere "santo subito" sul quaderno!). Il suo intervento è stato il primo della giornata ad essere chiaro, lucido e molto interessante: oltre a introdurre i concetti chiave di disintermediazione, autorevolezza e trasparenza (nessuno li aveva nominati in...un ora e mezza?!?!), espone una considerazione semplice, ma non scontata, a quanto pare: il lavoro del giornalista dovrà cambiare in funzione della nuova opinione pubblica, che ha nei blog una sua espressione.

Gli interventi successivi sono di Carlo Sorrentino, che riflette sul cambiamento del campo giornalistico (a questo proposito ha recentemente curato una raccolta di saggi, tra cui è stato più volte segnalato quello di Antonio Sofi sui blog) e sulla ridefinizione dell'attribuzione di fiducia da parte del singolo, e di Giuseppe Granieri che definisce l'oggetto del discorso in questione (anche qui semplice, ma per niente banale, date le circostanze) e i nuovi tipi di fruizione dei nuovi media, con un occhio agli enormi margini di sviluppo.
Molto interessante anche l'intervento di Marco Pratellesi del Corriere della Sera (di cui altri hanno scritto meglio di me).
Come considerazioni finali, mi ritrovo ancora in quello che dice Smeerch, vuoi perchè un campo su cui ho lavorato e lavoro, vuoi perchè basta una breve riflessione per vederne l'effettiva necessità se si vuole trattare seriamente alcuni argomenti: "Un intervento necessario invece, ed anche urgente, è quello di tutelare che scrive qualcosa sui blog [...], senza avere alle spalle tutte le garanzie gli appoggi e le agevolazioni che invece valgono per il giornalista "riconosciuto".
Quanto alla mia promessa di farmi aggregatore, oltre al già citato articolo di Sofi, ci sono le considerazioni di :
Smeerch (anche nei commenti)
[se ce ne sono altri li rintracciate coi tag]



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